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a a a id 40 Trattato I. del I. Comandamento » che in diftinte confelliceni 6 puó afsoluere da diuerfi cafi della Bolla in Cena molte volre l'2n- no, non ptró due volte d'vn peccato della me. dema Ípecie : V.G,fe vno vna volta e ftáto Pi- raca nel mare di Sua Santirá ¿ l'elera há rubaco beni di nauigli naufragaci, € vn'altrae faro fautore d'ereña €:c. Si ponno afsoluere cueti queÑti cafi in diverfe confefioni dentro d'+0'2n» no ¿ma íe due volte vno foíse fiato Pirata , due auecíse rubato i beni naufragari a' Crifiiani, non puo dentro d'+n'anno efsere in diverle con. fefiioni afscluto da queñi cai + E la ragione e, perché ; le vn Penitente foíse avda:o vna volra a' piedidel Confeísore con turtiquetti cafi, ¡ia virtú della Bolla fi farebbe potuto da tutti al- folueres Adunque $ potrá 2fsolaernelo in diflin- te confeífioni: Si prova la confequenza ; per- ché non há da demeritare il Penicente per fre- quentare il Sacramento della Penitenza ció, che non demerita chi no" frequen:a . Con tutto ció ,piú probabile, ficura , € co- mune € l'opinione contraria, quale dice, che vna fol volía l'anno , 8 in vna fola confeflione fi ponno alsolucre quelticafí, fijao o di diuer- fa , O della medema fpecie: icá Villalobos, Le- deíma , Rodriguez , Trullench, €: altri, che ci- ta Murcia Tomo. 2. difq. lib. 4. difp. 1. vefol. 10. num. 6. 11. Ma per procedere con piú ficurezza, mi dica , fié laputo ,che V:S. há fatro il Pirata , e che hd víurpato quei beni naufragati a' Cri. fiiani? : P. Padre , Dio folo , 8 io lo fappizmo. C. Sicche fono fiati tanto occulti quelti pec- cati, che le V.S. non li aueíse confeísari, non Á fariano poturi prouare nel foro efterno ? Adúque,fe quefto € il fuo cafo.8% ifuoi pecca. tifono tanto ccculti, ch'eglifolo li si, ne fen- za la fua confeffione fi ponno prouare nel foro elterno ; Infegnano molti Teologi , che ,Ó non s'incorre nella Ícomunica,o (e vi s'iocorre, pon- no afsoluerne i Vefconi ( non oftanre il Decrero di Alcísandro VIL di fopra riferito ) ¡tá Henri- quez , Garzia, Angelo, e altri , che cica il P, Leandro di Murcia nel luogo citato refol. 32. MS. O feg. 12. Da dous inferifco, che in vireú della Bol- Ja io poíso afsoluerla da rurte guefte comuni- che ,chchá ¡ncorío per efsere ftata , € Pirara, 8 víurpatore de beni de'Crifiani; perche la Bolla concede facolcá di alsolmere totses quoties da' cali riíeruaci a? Vefcovis Arqui ¡caí della Bolla della Cena Domini, quando fono occul- ri, fono riferuari a Veícoui : Adunque qualá- uoglia Confefsore appronato puoO , toties quo= ties y alsoluernelo . E* Dottrina del P. Leandro dalS.S. tom. 4. de Cenfuris trat. 2. difp. 17. $. 3. 9.84. di Tomalo Sanchez nella Somma lib. 4, cap. 54.1. 27. di Diana p. 1. trat. 12.rcfol. 28. Mengo citato,c Ísguito dallo fieíso Diana p.11. trat. 2. refol. 45. e vell'addizioni p. 3. refol. 19. dice il medemo Diana efsere questa opinione probabilifiina ; la quale feguono alrri molti, che cita Murcia nel luogo fopra cirato refol. 12, m. 6. 7 nouffime boc tradie , vt probabile P. Em- manuel a Conceprione in fuo trat, Panic. difp. 6. 9. 7.1. 819.0 820. CAPITOLO 1. Della Speranza. 13. A [peranza el virtus ; qua fpiritualia; Y aterna bona fperantar + alcri la de. Aniícono cosi: ef virtus Teologica, dr fupernaturalis , qua fperamus Beatitudinem Di- mino auxilio obtinendam: Si dice virti Teologica (come e la Fede ,e la Caricá ) ; perche queñte eré virea haono per loro oggetto immedista- mecte Dio: Si dice fopranaturale ; perche e lo- pra le forze naturali della narura : Sidice, che con quefta virtú fperiamo la Beatitudine , Ur i be- mi Spiritual; , 7 eterni; acció s'intenda . che lo fperare ibeni caduchi di quefta terra non ap- partiene alla vircú della [peranza Teologica . IM preceteo della [peranza voo e negativo, l'alero afirmativo : il negativo , che proibifce il difpe- rare, 8% ilprefumere troppo, obbliga femper, S pro femper; Vafíicmarivo obbliga in tempi dererminati per fe, e per accidens , come diró nel Capitolo feguente, e piú diffufamente nella 2. par. della Pratica trat. 17.1. 6. O feq:' 14. P. Padre avaccufo , che vna volea pen- fando, che troppo grande era il numero de"miei peccaci, mi parue ellere impofíibile , che mi faluaÚ. C. Crede V.S, chela grazja di Dio non ba- Nalle per laluaria ? p, Credeuo, ch: Dio mi potefe faluare . fe volefíe ; ma come cheerano caoti i miei peccaci, credei, che Dio noa nvauercbbe aunto mife- ricordia. C. Sappia ,che quelo fú peccato di difpt= razione oppofto alla vireú delia (peranza: Pe- ró, fe V.S. aueíe creduto , che Dio non l'ant (He poruto faluare colla ua grazia, quet'atro 2Ut» rebbe auuto vo'alcra malizia d'ereña ; ¡rá com- munizer D,D. con S. Tomalo 22. art. 1.8 2. 15. P. Padre, m'accuío, che in vn“al:ra 0c- cañone tanto conáidai nella milericordia Dini- na, che mi parcua , che quantaaque aon face penizeoza de' mici peccari, mon m' auercbbe condannato , per aucre Chrifto fparío per me ilfuo langue . C. Sappia, che ancor queño € peccato Op- polio alla vircú della fperanza , il quale e chia- mato da' Teologí, profunzione ; e l'au:r cre- duro ,Che dopo d'2ucre si gravemente peccato, poteua falvarí lenza penicenza, era arco di ere. fia formalt. CA.

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