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Delle Cofe N otabili - E chei Pefcetori, e Cacciatori , n..49. ibi. Li Scarpinelli ponno vendere Ícarpe io gior- no di F:«fa , ma non Jauorarle , a. $0. P- 439" Figli, Devono amare , vbbidire , e riuerire ¡loro Pa- dri,n.1.p.69. Quando pecca contro vbbidienza il figlio , che fi marica contro la volonta di fuo Padre , D. 2.€ 3,1bi, Quando ponno i Padri efporre i 6gli , accio faco alleuati dall'Ofpicale , D, 21. p.73-+ Pecca grauemente il fglio, che alza la mano per ferire il Padre, n. 4. p. 69. Se porrano odio al Padre commetrono pecca- co con due malizie, contro la caricd, e pietd, n.Ó. p+. 70. Quando pecca il figlio , che da a fuo Pa- dre occañione d'inqulecarí , e giurare, M. 5. ibi . 1» cafo di dubbio s'ha da giudicare per legicti- mo , e quando debba credere a fua Madre, che gli dice efsere illegittimo , n. 18, € 20. p. 94. 8 leg. Quando peccano i figli, € deuono refticuire robando a'loro Padri, Mm. 174. $ Ítg. p. 180, Hanno dominio , e libera difpofizione ne” be- vicafirenfi, e qual caftrená, 0. 178. ibi. Ne proferizij non bail figlio dominio , ne v(u. frucro ¿ nelli avuencizij ha folo il dominio, D. 179.4 180, p-181- Sr ponno i figli, che lernono a” loro Padri , pi- gliarti qualche coía ia ricompenía della lor fatica ,0.185.p-182- Quali fonoi figli Spurij, € qualijoaturali; i Spurij non ponno fuccedere a' loro Padri, ne per teftamento , né ab inteftaco ; le gli denono gli alimenti; e come ponno i Padri lafciargli qualche cola mel loro rcítamento, M. 102, P.373- Fornicazione » Che coía ña femplice fornicazioné ,N. 3. P-9% Vedafianche il o, 32. p-93- Forza , vedi violenza » E impedimento , Che dirime il matrimonio, € come, 0,79. P. 114€ 0.89. p- 115. Fratelli, L' odio, che fi portano , quando abbi fpeciale malizia concro la virtd della picra, 0. 9. p. 70. Quando tntrirubano occnltamente al padits, come hanno da portará nella diniñione dell Ercdicá , 0. 184. p. 131. 8% leg. Frutto, e Frutti. Chi defiruge vn feminaro non deue reflituire tutto il raccolro , che h fperava, ma quello, che e fimaca la fperanza d'sño, n» 85. P. 160. PR dk. 561 I frueri vagliono meno in fperanza , Che ia pof. feñione s ibie n. 23.p- 79- Alconi frutti fono nacurali, aleri iodufriali, de alcrimifti, o. 186. p. 182» Quali fano i fructi períonali, quali mifti, n. 206. p. 136. Tre frucei ha il Sacrificio della Mela, Dn. 158, p-334.<0.53.P-474 Quale di quefti frucci ( perde, quando il Sa. cerdote , che celebra , € in peccaco MO[+ tale, 9 fcomunicato, num. 358. € 149» ibi. qali prediali, e Funerali. Se f ponno fare, e come, quando il defonto Jafció moiti debici di giuftizia, O. 99- p. 373- Fnurti piccoli, Quando, € jo che modo s'rniícano, e conti- puano, per confticuire materia grauc, n. 12. € eq. p. 143. Se fia peccato mortale qualfiuoglia piccol far- to fufleguente, doppo che li antecedenci fono gionti a quanticd graue , 0uUm. 16, ibi, J furti piccoli, chefanao quel, che vendono colle mifare, e peñ fcari, quando fiano peccato mortale y e come debbano reflituir- li, 0. 17. % feq. Pp. 144 Le cofe che i figli pigliano a' loro Padri per furti piccoli , lo quanea quancitá confli. tuiícano mareria grave , num. 177. p. 180. Le cofe comettibili, che poco a paco pigliano iferni a Padroni, aon per darle, ma per mangiarle eli efi , non fi continuano per conftiruire materia graue, D. 195. p. 184. E' opinione condannara quella, che diceuz, che noo vera obbligo di peccato mortale di reflieuire la quancica mocabile, che fi rubó per furti piccoli; € come s” intenda.s, pum. 146. 8 fcq» p. 233» 8cfeg+ Si fpiega la definicione del furto , P. 140.M. £. Nel furto fi fa ingiuría á Dio, al proflimo; de acarci due deue fodisfaríi , € COME) M. 2. ibi, E peccato mortale di fa natura ; € di quelli, che fi commertono contro il proflimo., il meno graue 5 € puo elsere veniales per la paruicd della materia , N. 3. p. 141, Quai quaocica fia necelsaria , acció il fur. co fia peccato mortale, num. 4. E leg. ibi, 1! rubare cofa lacra e lacrilegio ; 8 anco il ru- bare cofa non facra, che fij fotro la cuko- dia della Chicfaz ma none facrilegio, la opisione probabile , il rubare nella Chicía coía, che non e facra, ne e lotto il do» minio , o cuftodia della Chitía M. 9- P+. 142» : DES 0 NA E “y MATA

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