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Propofiziont XXXI. Condanhéte : del digiuno:, e aeceflario, che fia la fatica ino compatibil: con eo : Sed fic et , che non e in- comparb:ic co'l digiuno , afñolucamente par. Jando , il caminar ya' giorno io cocchio , carro dc. Acurque quello, che camina in queto modo Íolo vo'giorno , non refta difobbligato dal diginno . 894. Dico per feeondo ..che non fi condan- BR il díre, cheil caminar vn' glorno d cauallo, feuía ¿a '"obbligo del digiuno riguardo ad vna períona di compicílione si delicara , che quelto Ja travagli molto: la ragione e ; perehe la pro. pofizione condannata Ícníaua afoluramente dal diginso totri quelli, che audansno rn'gior- ácanallo: S:d ficef, che lo non [culo adolu- ramente dal digiano tntel quelli, che vaunoa canallo , ma riípertinamente quel!i, che louo di si fiacca corapleflione , che vn giorno di viaggio d cauallo li trausglis meico + Aduna: que non condanna il dire, chee fcufato dal digiuno quello, ehe camina en giyrao d caual- Jo, a riguardo d'efier cosifiacco di complel- fione, che queño lo travaglia molto . 195, Dico per cerzo , che né meno fi con- danna il dire, che quello , che per molti gjor- picontiousd camiaa d cauallo in vn viaggio neceñario , e difobbligaro dal digiuno ; per- lo , che camina folo vo gioroo , «e in viaggio non neceñario:; ie pario di quello , che ca- mica molti gierai, Sd in viaggio uecefario: ma quaotunque creda non fia queño coadan- nato, auuerto peró, che non per andar molti giorniá cauallo, de eflere il viaggio necefario, fi Ícuferá dai digiuno, eccutto le vi concorre alera circofauza , che faeocia il viaggio molto grane, e doleroío 1 v.g. 1l Corrlere, che corre la poíta , o.quello , che e neceffitaro caminare con mojta frerta, e porta la canalcacura di trotto , 9 io caf imilis Torrecilla fopra quefta propofizione , 14m. 16; M4, fe quello , che cra» uaglia molto a coutinúare il virggio pi gior- ni, fitrova áltres) debele, facco , e di poca ro- bultezza, quaccuoque á fermi qualche giorno, mon lara obbiigato á digiumare la vircú di que: fta condannazione, lecoado quello , che lalcio ditro di lopra sum, 190, in fine . 196. Dico per quarco , che ud meno Í con- danna il diro, che quello , che camina d cqual- lo vn'giorno in visggio neceiario , fe mon trona comperente cibo , non e obbligaco ddi- giunare ; perche, fe quello, che fene fa in fua caí, non auzado modo di far vn pifto comperente e fefficienee, none obbligaro al digiano , melto meno lo fará quello, che viag- giando non trona commodicd di far vo pafto competente, € fafficiente : E fe dimaodilA, quando á dirá, che neu ve paño fafficienre per digianare; rifpondo, che aicuni dicoue , Che poa fará bañante, guarmagas vi Ga pans, $03 frurta , e legumi; 82 alcri affermádo , che quel fo e (ufliciente , come pué vederíi in Baf:o Verb. Teiuninm 3, uu. 6. 8: in Leandro de! S2- cramento part. 3. Tret. $. difp. 8. quel. 42.. 43. Peró ha da parlarfi con ditinzione: Se ll Soggerto e robuño , % vío a mángiir cibl grofíi, direi, che gli baltano legemi, fencra, e pane; fe € delieaco , 8e vío a' cibimigtori, e gli ha da eferdannenole menglarfalo legue mi, pane , e frarca ,mcn fará queño foficience paño , nd fará obbilgaco a digiunare. 197. Dico per quiaro , ch: ia queña con- danoazione non Á parla con quelli che fino viaggio a piedi, ma a canallo; com: confta dal Tefto della propofizione condannara : e cosi relfano collz loro probabilitd Popinioni, che auaori di gacho Decreco probabiiintare Ículanano dal Digiuuo quelli , che viaggiano apiedi: Da doue s'inferiíce, che mon G con» dauaa il dire , che quello, che vá a piedi cucco il giorao, non é obblisaro a digiunare; ne quella , che dice , che quello, che vá ere leghe a picdi, non efcado folito, E vío , 8e efendo delicato, refta difobbligate dal diginno; u2 ficondanna il dire, che queRi, che vanao 2 picdi, non fono obbligati a digianare, quan» runque il viaggio von ña neceflario z mé meus fi condanna il dire , che quelli, che vanno tutco jl giorno per le Brade, e piazze,vendendo ,e riuendendo , non fono obbligari al digiuros Vedaí Leandro fupra queft. 99. perché la pro- pofízioue condannata parlaua del viaggio aon necelfario, che G facena d cauallo, equi par - liamo di quello , che vá d pisdj. Dal detro s'inferifce, che nor e obblizaro al digiuno quello, che fi Rancó molto al giuo- co del palloae , di modo che la lua fanchezaa fia cale, che non pola digiunare ; S'aut rca pero , che le preuidde auanci, che doueua fan. caríi tanto , che non auerebbe poturo il giorao feguenre digiunare , peccó io auer dato canía all ommifione del digiuno, ma fe mo'l pre. uidde, ne alcre volre gli era fuccedo di ftan- carfi tanto ,né peccó, ne e doppo obbligato al digivao; Villalobos part. 1. Trat, 38. d:[Kc. 4. num. 11. lo fteflo dico di quello , che G facica molto nella caccia , O in altri elercizifindid:- renti¿ S'imferifce aleresi, che non fi condanna il di. re, che i peucri, che vanno mendicando alle porce , fono fcuíari dal digiuoo , d quando cutto il giorno ttanno ¡a quef'efercizio; ó b:n- ché non vi Rijao encco il giorúo , le non banco bañtante alimcato per far vn paño; le peró l'aueiero coo quello , che raccolgono alle por- re, 0 fi da loro alle porteric de Conntoti, non gli ícula dal digiunare : Lumbisr Tom. 3. fopra quefta propofiz:one numa. 779. paz.( mibi) 651. Pro.
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