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$02 iheomparibili'co'! digiunóo , come foro quel!i de' Centadini, Ortolani,-Fabri,: Scarpinelli, e fimili, fcufano dall'obbligo di digiunare: Gli Víhcij.. 8 efercizij leggieri, e compacíbili co'l digiuno, come feno quelli de' Pitcori , Sarci, Barbieri, e fimili, non Ícnlano dal precetro di digiunare .Soppongo ptr fecondo., chez quan. tunque l' Víficio, €: efercizio fia di lua natura compatibile to'l digiuno, peró rifperriva. mente d qualche perfona , pno eñere incompas tibile per la lua fzcchezza, e pocarobuftez- z%. | 189. Dico primicrafente , che quello , che dicena lapropofizione condannata , era , che tutti gli Víficiali, che faticanano nella Repob- lica corporalmente,, quantunque non fofítro certi, chela lor fatica era jocomparibile co"! di- gluno ,erano icuíati dalla legge di digiunare: il che con grandiffima gioftizia ñ riproua per improbabile ; f-"rche il digiuno e vna legge Ec- clefaftica , cheinduce obbligo grane vel Foro della cofcienza: Adunque quello , che ha da efimerlene , e pecefiario , che abbia cauía legica tima , e vera : Adunque non tonftando ali' VÁ, ciale , ne cerrificandof , che fiala Íua facica in. compatibile co”! digiuno , non: potrá reftar li. biro dal fuo obbligo . 190. Dico per lecondo, che non í condan. na ii dire ,che cucti quegli Vífciali, la fatica de' quali e iccompatibile co'l digiuno , refano liberida cal obbligo ; perche la propofizione condanvara diceva, ch'erano (culati, quan. eunque non Á cercificafiero: dell'incompatibili. ca, che aueua co'l digiuno il loro efercizio: Adunque , confiando egere la lor fatica incom. patibile , rimaranno liberi dal'obbligo : Vedati Diana part. 3. Trat. 9. refol. 8, c part. 8, Trato 7. refol. 40. Da doue s'inferiíce , che ne meno fi condan: vano l'opinioni, che Ícuíano dal digiuno i Pre. dicarori , che predicano tutta la Quarefma cre; Ó quattro volte la fercimana 5 € i-Gindici, Auocati, Scriuani , e Noraij, che turco il gior- no cravagliano nel loro Víficio ; 8 iQuochi, che fernono vna Comunitá grande di fefanca períone; 8 i ferni, e ferne, chelanoráno, e s'affaticano molto in fcoppare , pelire., portar acqua ; e quelli, che nella Quarefima fanno la difcipliaa a langue , Se aleri, cheriferiíes il R. P. Torrecilla fopra quefta propofiziene , num. 11. e 12, ne fi condanoa tampoco il dire, che i Contadini, € aleri Giormalieri, che fono Ícu- fati dal digiuno, per effere il Joro travaglio molto ftentato , fono difobbligari dal digiuna- Té, quabtunque qualche giorne non travagli- no ,0 perche piove , ó per eerFefña y Torre- cilla ibid. numa 113. 191. Dico per cerzo , che ne meno fi con- danna il dire, che gli Vífciali, il di cui traua. gllo € lggiero di fa varura, fe riguardo a Trattato XV 11. Spitgo delle Propofiz. Coñd. da Aleffandro VIT. quálche foggetto fñiacco , € pecto robulto y fodk graue, 8 incomparibile co'digiuno, fa quee fto tale libero dall'obbligo di: digimnare : v:g, vn Sarco , ehefe-0on trautglia nella (us arte, puó melco bene diginnares 9 pero dicom: pleflione tanto delicata, che il giorao ;che trauaglia , molto pactiíce ; queño tale none obbligaco al diginno : E che aos fi condañna quefta propofizione , fi proua: percie la pro» polzione condamnata difobbligaua dal digiu. no, quantunguenon fi certificafle del l'incoín. pacibilica del eranaglio co'l digiuno: Sed fic eft, cheío non Ículo da digiunare fenza cercíficará di queña incompacibilicd, ma fupponendola in queño Soggecro fiacco, e. poco robuto: Adunque non Á condanna il dire ,che 1 Vé. ciale, il di cui travaglio e di lua natura leggie. ro, mariguardo d queíto Seggerto fiacco;e pocorobuíto , é grauolo , 8 incompartibileco' digluno , reña difobbligato dall'obbligo di di. gíunare. Da qui ¿,chené meno fi condanna il dire, che curti gli Véliciali, quantenque la loro fas tica fia leggiera, polfino efíere- feufaci dal di. giuno ptr infermicá , indifpofizione, d per al- cre cauíe mili ,che, prefciodendo dalla facica, Ícufano gli aleri dal digiuno : perche la propo- fizione condannata Ícuíana dal digiuno cuttl gli Víficiali per cauía della facica: Atquiio non li Ículo per cauía delia facica , ma per infermia ca, Ó alcra cauía fivile + Adunque non fi Con. danocrá il dire, che cucci gli Véiciali, quan. tuaque la loro farica fia leggiera, ponno eÑer ano dal digiuno, per iofermicá , d altres caule . Propofizione XXX[. Condannata . Afolutamente fono difobbligati dal: digiano tutti quelli , che manno a canallo , in qualfiuoglía modo , che lo faccino, quantunque il viaggio non fía neceffario . e fa folo d'un giorua » 192. Vppongo , che quefta propofizione dicena cre cofe ; la prima, che cocei quelli, che vanno a camallo, fo00 libsri da! digiuno , in qualftuoglia modo, che vi vadano , fia in lercica , calego, cochio , car- ro, cauallo , 8eczla feconda , chenon folo era permeño , eiendo ¡il viaggio neceffario, ma quantunque no"! foíís : Ela cerza, che, quan- cunque il viaggio foge d'en fol giorno, $e a ca: uallo , 000 v'era obbligo di digiunare . 193. Dico primieramente , che añoluta- mente non fono difobbligaci dal digiuno tutti qusili che vizggiano á cauallo, in letcica , COc- chio , carro , Sc; non eficado necefario il lor viaggio , € durando [olo va giorno : 8r il direil contrario e condzanato in quelta propofizio- ne 313€ con ragione ; perehe , per fculare dallá leggs

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