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tl Ñ y ' i á = > E el Rs de E aa .- > Mbs Ea 494 Trattato XV IT.Spiego delle Propofiz.cóB4. di dlefandro PEE Ranze che mutano (pecie , fi denono dire ef- prefíamente nella confefioñe y Confta dal Con. «cilio di Trento Sef. 14% cap. 5. E' peró molto “probabile non efer neceñario fpiegate nella, confefionele circofanze, che non mutano fpe- cit , quantunque aggrauino la colpa . 151. Dico primierameate, che la propofi. ajóne condannata ( fupponendo , che la pollti» zlone ; Sodemia, e befialitá, per conntajre mell'efer peccati contra náturám . foflero peccati d'vna medemafpecie) ¿fermaua, che non era necefario dire elpredamente, fe commife Sodó- mia, O beltíalitd; ma che b3faua dire. hd -commeño vn peccato difoneíto contra naturcra, 9 ho procurato la polluzione +11 che £ condan- pa come improbabile; e cen ragione ; perche la polluzione , Sodomia , e befiialitá dicono di- vería difionanza alla rigione: Adunque fi di. ftinguono in Ípeciejofima ; € diftinguendofi di fpecie , fará necefiario fpicgarle nella confeflio. me: perché i peccati , che Ñi diftinguono di (pe. cie, deuono fpiegará nella confelfione: Atqui la polluzione , fodomia, e beftialica fi diftin. guono di Ípecie : Adunque ferj neceffario fpien garle nella confeffione;e quello , che ha com. melo fodomia , O beftialicá , non fodisferá con dire, che ha commeífo peccato contro varura, O che procuró la polluzione , ma deue dire, che ha commeflo lfodomia , O beRialita . 152. Da queña concluñione s'inferiíce , che quelio”, che con tarri fodomitici ebbe polluzio- pe ;'non Lodisfa con confeffare folo la polluzio- ne, ma deve anche fpiegare itacci lodomicici; e quello , ch'ebbe polluzione con tacti di qual. che beltia, deue anche dire nella confeMone queñti tartiaflieme colla polluzione :la ragio- ne e, perche ¡tacti impudici ex fine operis, 'or. dinano á quella fpecie di peccaci, de' quali fono priocipij + itacri coo Donna libera , S'ordinano alla femplice fornicazione : coo maricata , al! adulterio: con Vergine allo fupro: con pa. rente all'incefto : Adunquei tatri fodomitici fi ordinano alla fodomia; € ¡beftiali alla befia. Jitd :Sed ficeRt, che quello , che commette fo- " domia, d beñialitd deue nella confefione fpie- garlo + Adunque aoche quello, che ha pole luzione con tatri fodomitici, O befliali, fan rá obbligato fpiegare queÑi tacri mella confeío fion€ . 153» Sinfetifce per fecondo, che [quello , ch'ebb: defiderio d'auer polluzione, fodowmia, O befialitá , non fodisfa con dire nella confef. fioue , ch'«bbe deidcrio di peccare cóntro na. tua, ma che deve (piegare Poggetto del uo defiderio , fe fú fodomia , O beftialitá ; perche il defiderio efíicace ha la medema malizia fpe- cifica del [vo Oggero: Atqui gli oggerti di lo. domia , polluzione , e befialica fi diftinguono di Ípecic: Adanque aoche 6 diftinguono di ipeciei debaderij delle cole: Sed fic ef, chei peccati di ípecie difiori deuono fpiegarfi nella confefíione: Adungue quello, eh'ebbe defide. rio tÍficaee d'auer polluzíene , befialitá , ó fo- domia ,deue fpiegario nella confeffione. Lo ftefío dico della dilercazione morofa , che fi ha circa la polluzione , fodemia , 6 beftialitá, che, quantenque fia probabile, che quello, che fi dilerra morolamente in qualche Donna , non e obaligaro á confefare lo ftato della Donna, quando nella fua dilerrazione prefciade dalla formalitá ditale ftato, fecondo che difli nelle Conferenzo Trat. 2. Seót. 5. Confer. L. $. 2, num, 16. la quelti p:ccari peró contro natura corre altra paricd ,c deuono fpiegarfi , fele dilettan zioni morofe furono di fodomia, d belialica, O polluzione : Vide Dianam part, 9. Trat. 6, refol. 3. | ¡ 154. Dico per fecondo , che non fi condan. nano lopinioni, che dicono , che non e ne. ceflario Ipiegare nella confeone , le quello, che commile fodomia, fú agente, d paziente; fe s'ha commefa con huomo , d con Doma; fe gucfta era Vergine , O libera ; ne l'opivione, che dice, che nella beñialicd non e neceñario [piegare la fpecie dell'animale : Sic Torrecilla nelle fue Confulte Trat. 9. fopra quefta propofís zione 24. nur. 2. e 3. perche queñe opinioni, vs pater , foro molto diueríe dalla condannara; e per la medema ragione non fi condanna l'opi= none , Che dice, che quello, che conobbe fodos miricamente vna parente, non e obbligato4 [piegare nella confefione la circoftanza della pareccela, fecondo ,che riferij nel Dialogo parte 1. Trat.6. cap.2.04m. 9. pag.92.€ 93.NE Ñi Coma danna l'opivione, che dice, che quello, ch'eb- be polluzione con penfiero , € dileccazione la diuerfi oggccti di Donne, non € obbligato a di- re nella confeflione lo ftato di cali Donnc,quens do non ebbe defiderio di peccar con efe, male tenena nel penfiere ad maiorem deleGationem: Vedaíi anche queña dorcrioa nel Dialogo cap.te prope finem , 1. 8. cadem pag. 9% 155» Dico perterzo , che, quanenoque non fia qui condaanata Popinione, che dice, non efler peccaco morcale tangere , vel fricare pue denda animalium, quancunque fia con inten. zion€ videndi eorum femen ; perche queña opi- pione difta molco dalla propofizione cond20- Data ; ma non tengo per vera quefta opivione, ima bensi il contrario con Bonacina Tom. 1. qUe 4. de matrim. punél. 9. num, 15. perche quefti acti fono molto ofceni, oppofi molto al derra- me della ragione, prouocatini, 8z efcicativi dcila lufuria ,e mouvimeoci fenínalis Adubque cali acrá, aut fricationes, hanno da condannaríi per peccato morcale .. ¿30 136. Per vicimo m'e parío bene notar al fine diquefta propolizione, che parla de' peccatl concro natura , quali ja molti Vefcouati fo- gliono riferuarí ,0 tutci, 6 alcano d'el pu > £

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