BCCPAM0001162-4-1600000000000

488 Tratisto XV IISpiego delle Propofiz. cond. ds Alejandro PLL, hon vi fia altro mezzo per difeaderí , che l'am- mazzare; 8 il dire il contrario e condannaro come improbabile, practicamente falío , e fcan- daloío nella propofizione 18. la ragione €, per» ché , quantungue il lus nacurale permetta a qualiuoglia il difendere la fua vica, fama, € beni dall'aggredore ¡ogiufo ; ha pero da effere per mezzi proporzionati, e mifurati: Sed Gc ef ,che lP2ammazzare i teftimonij fal, P'Accu- larore , il Giudice, dal quale (teme cercas mente l'iogiulla fentenza , e va mezzo ecceden- te + Adunque non pro valer defo , quantun- quevon vi a alero mezzo per la difeía <P'alero, perche il permetrere quefto, farebbe aprire la ftrada a granifimi inconuenienti , €damni, e potrebbe qualfivoglia giudicare con paffiooc, che quello , che Paccusó, l'abbia fatro falía. mente ; che i cefimonij abbino giurato con bus gia, e che il Giudice noucpera giufamente, Seandar ammazzando quaoci gli fuggerife la paílione foflero ¡ngiafti nel giudicare la fuas csuía; Adunque per chiudere la perca a cali inconuenicoti, e Raca giuftifsimamente la pro- pofizione 18. condannata . Alla cagioue di dubicare polta di fopra riíponde , che € vero, che permette il lus natu- rale , che A polla, per ditendere la vica, fama, e roba, ammazzare l'ingiulto aggredore, quan- do non we alero mezzo perla difeía ; con que- flo, che Pammazzare fia jo caío , che fi gindi- chi mezzo milurato ; e moderato: Ma non quando fi reputa mez20 eccedence ¿ e come che e metzzo eccedente Vammazzare vna períona pubblica ,qual'é vo Giudice , per timor cerco, che dará la fencenza ingiufta ; e fia anche mez - zo eccedente ammazzare l'Accuíatore falío , € falú teftimonij ; per queÑa ragione non Á deue, ne puó ptrimeccerh queño. 119. Dico per fecoudo , che oa fi condan- nainquefto calo , come peccaro veniale fola- mente ¿come dice Prado fopra quefta propofi Zo num. 5. 6 Con lui. Torrecilla fopra la medema, num. 14 ¿mclla feconda imprehonez ma che fi con. daoua come peccato morcele ¿ perché, quen» tunquela propofizione condionaca diceva , e lecito; 6 quello, che alerma , che € peccato venizle , non dice , che élccico, da doue pare la lui il rigorolo fenlo della propofizione ; per, come la materia d'efia lia grave, fi deve giudi= car condanvata come grave, e peccazo morta- le, come ho derro nella fpicgazione della pro» pofizione precedencs amm. 116, Me: Propofizione XIX, Cordannara, Non pecca il Marito , che di fuá propria antorix tá ammazza la Moglie , che coglie¿n aduls terio . 120, Vppongo , che le leggi ciuili non condannano il Marico, che ammaz. zala fua propria moglie, che co. glic:in accual adulcerio; perche come quefte leggifi foadano in prefuazioni, e (i prefume, che:il Marico operi in quefto calo moño da vee. mente dolore, enon da vendecta , ne malizia; per ció non caltigano 1'v(oricidio commefío in fimil calo + E da qui cauzno alcuni,che fará lecito al Marito nc] Foro ¡nteriore ammazzare la moglie ricronata in adulterio ; perche nel Foro efteriore no'l condannano , né cattigana le leggi. 121. Dico primicramente , che pecca il ma- fico, che ammazzz di lua propria autoricd la moglic , che ricroua in fragante delitro d'adul. terio 3% il dite il concrario , € il cafo condane nato in quega propolizione +: perche, quantua. que lia lecico 'ammazzare per diffendere il pro- prio onore ; ha piro da far colla mod+:razio- ne della cucela iocolpara : Sed ficeft, cheil marito , Che ammazza fua moglie colra ia at- tuale delicco d'adulrerio , di fua propria auto- tica , non oflerua la moderazione dell'incolpata tutela ; Adunqe pecoa : Pro:1o la minore, p:r- ché la moderazions d:il'incolpara entelad, quando non v'e alero m:2zz0 per la diffeía : Sid ficelt, cheil maricopuó per mezzo del Gia. dice caftigare fua moglic, € ia queito modo conferuare Pindennicá del uo onore: Adún” que ammazzandola di fua propria autoricd manca alla modcrazione dell'incolpata tus telás 122. Dico per fecondo , che quantunques queña propofizione von parla ja proprij ter mioi col Padre, che ammazza la figlia, che trova in accualo fornicazione; psró per Pínden: citá della ragionc ba da giudicarfi aleresi per illecica queña occifions, poiche milica la mie dema paricd ; e puó il Padre ricuperare il dilo. nore , che gli 6 £3, per via di giufizia, fenza farfela di propria m2no, ammazzándo la figlia: Adunque faceadolo di fua autoricd non oÑer. tiarebbeil moderame dell'iocolpara tutela ; Lo fteño ha da dirfi del figlio, che ammazzañes la Madre ¿0 il fracelio, ó la forella , per ritro. tarle in atcual delito d'adulcerio, d fornicazio- ne, che gli lecico ammazzarli di fua propria aucoricd s | 123. Dico per terzo , che quantunque né seno parli queña propofizione d'ammazzar: Yadultero ¿che fi rirroua in accua! delicco colla propria moglis ; ne la perfona,che 6 a 1 . las es 2 AA ..s colla

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz