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486 Tratiato XP 11. Spiego delle Propafiz. cod. di Al fandro Y IL. ño giurisdizione lopra i Secolari, ne queñi lo» no fuoi Suddicis Adunque non ponno ia efsi tíercicare la gluriídizione d'afsoluers (enza ap- prouazione dell'Ordinario: la confegnenza fi proua, perche la giurifdizione d'2Joluere non puo efercitarái, le non ne” Sudditi da' fuvi Pre. lati,o da chi auerá dal Preíaco d'efli Suddici commiffione per queño: il Prelato Regolare non e Superiore de' Secolari; e non efendo ap. preuato da!l'Ordinsrio, non ha commiflione fopra d'efMi: Adunque non puo jl Prelato Regos lare añolucre i Secolari feoza 'approuvazione deJl'Ordinario , 110. Dico per fercimo , che il Parroco , 9 Curaro non puro efponere vn Sacerdote Sempli= ce non approuvato , a confefíare i (noi Parroc- chiani + cosi lo tiene con aleri Barboía de potef, Ep:fcop. part. 2. alleg. 25. num. 25. perche , le il Parroco potefie dar commifione al Sacerdo. te lemplice di confeñlare le fue pecore , porreb. be auche dargli commiflione per efer egli fieño confeííato : Sed ficeft ¿che il Parrocho non puó dar commifiione al Sacerdote femplice acció pofía coofeñare lui medemo , come confia dalla propofizione 16. condannarta : Adunque nd meno pocrá dar commillione al Sacerdóce fem. plice di confeflare le fue pecore, e Parrocchianiy Valero , perché non vé [uscomúne, ne parti. colare , dal quale confta auer il Parroco facol- rá di poter commertere la confeffione delle fue pecore al femplice Sacerdoce, che non € appro. haco dal'Ordivario; Adungue $e, Propofizione XVII, Condannata . E' lecito al Religiofo, d Chierico awmazzare il Calunniatore , cbe minaccia di pubblicare gra. mi delitti di lui , 0 della fua Religione , quando non vi fía altro modo di difender(i ; come now pare vi fia, fe il Calunniatore é determinato rinfacciare ú predetei delitii al Religiofo,d fua Religione in prefenza d'buomims molto graui , fe non l'ammazza , 131. Vppongo, che a niuña períona pri. uata e lecico ammátzare valero, fe non co'l mederame dell' jacolpa. tc tusela, cioé , quando atrence cuece le circo. ftanze del luogo, tempo , € períone, non v'4 alero mezzo per la difeía , che l'ammazzare: Suppongo per fecondo , che non fole e Iecita Pammazzare Íeruaco queño moderame della, tuccia incolpaca, per dificadere la propria vi. Fa, maaoche per difizía della fama, eroba conáderabile: dico conáderabile, perche per difendere vano (cudo d'oro , non fi puó ammaz. zare il ladros come diíli nella 1. pars, di quefa Prat. Tral. 10. 04W%. 133. Pag. 339. 112, Suppoogo per terzo, chela propofi. pione condanndra contcacua due cole ¿Urna, che era lecico al Religioío , 0 Chitrico amñas] zare qualíinoglia, che minacciade dinfama; lui,ó la fua Religione, pubblicando alconj delicei graui, quando not vi fa alero mezzo per riparare á queño danno +L'altra parce, che Conceneua la propofizione condamnata , era if dire , che von fi gindicana ederui alcro rienedio, per riparared quedi danni, fe non 'ammazzs. re , quando il Calunviacore e difpoto ,erifo. luto a rinfacciare cali delicei al Religiofo,ó pubblicare i diferci graui della fua Religione in prefenza di períone di molta antoricd, 113. Dico primieramente , che queña pro. polizione refta coudsnaata , come improba. bile, € fcandaloía fecondo le due parti , che ho derto , che contiene ¿ 8: in quanto dquefte due € praticamente falía : Si proue ia quanco alla prima parte; perche il Religiofo, «e Chierico deuono perla lor profeflione, e ftato imicare la manfuctudiae di Chrifto Sigaor Noftro ¿% ad efi (pecialmence fú derro quel Difcite á me, quia mitis fuma , Cr humilis corde , Masth. cap. 11, Sed iceft, ché la manfutrudioe di Chritoé rendere bene per male, bencficij per iogiarie, perdonaadole , e non vendicandoles Adunque non é lecico al Religiofo , ó Chierieo 2mmaz- zare quello, che mivaccia qualche iofamia, > MAR non vi ía alero mezzo per la di- feía.. ProuaG doche la faláca della propofizione coudannara ja quanto alla feconda parte ; per ché, quentunque ¡l Calunniatore fa decermio naco di pubblicar quelle iofamie , vi fi puó cie parare per alcra via, fenza ammazzarlo: v.g, colle perívafine di ptríone d'2autorirá , con mie nacciargli la ginftizia , ó ricordargli, 8: impri. mergli il cimor di Dio ,e per altre molte Arades Adunque e fallo il dire, che quando il Calun= niatoxe e dererminato di pubblicare i delicei in prefenza di perfone molto graui , e rinfacciar- gli,non we alero mezzo, che l'ammazzarlo per riparare a queílidanní, 114, Dico per fecondo , che non folo € illes cico ammazzare il Caluaniatore, quando mi: naccia di pubblicare alcun deliceo d'jofamis contra il Religiolo , Chierico, 6 Religiont ma che né anoche fará lecico l' amorazzarlo, benché de faíto pubblichi cali delicei a la ragio= ng €, perche 'ammazzare von e lecicó , (e non co'l moderame dell'incolpacá tutela ¿ Sed ic el, che lammazzare añolucameace quello , ches pubblicó alcúni delicci della Religione, Reli gioía , d Chierico , non (arebbe col moderam: deiliocolpaca caccla; Aduaque aon fará lecico Yammazzare in queño caío : la minore Ñ pro- na; perché il moderame dell'iacolpara cuecia €, quando ñon vé alero mezzo per la diftía: Sed fic eft ,cheia quetto cala v'é alero mezzo perla difeía , quae obbligar per giufizia il Calunniarote a cicraccarí pubblicamcoce cons

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