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478 Trattato XV 11. Spiego delle Propofiz. Cond. de Alefandro Y 11. gio e condamnato ja quelta prepofizione , co: me Icandaloío , e praticamente falío + la ra gio» me €; perche Pintegricá della confeflione e de tere Diuino , che comanda, che fi confeffino tutti, € ciafcheduno de'peccaci jo Ípecie , e uu. ¿oero , che doppo d'ya fufficience elame ver- ranno ia memo: ía; come confia dal Concilio di Trento Seff. 14. cap. $. € Canon, 8. Sed ficeR, che non ha fodisíarto á queíta lepge, 8: obb:i. go quello, che per feordanza , Ó alera cauía glufta ha tralsíciaro sella confeficne alcuai peccati ; Adungue e obbligaco á coofefarli Sipoi. 73» Dico per fecondo , che non fi condanoa J' opinlone, che dicena, che quello, che per fcordanza , O alrra cauía giufa lafció qualche peccato nella confcíffione annpale, non € ob. bligato ád confeñarlo fubito, mache pud dile. rirc la confeffione , fino che gUiolti ii precero della confeffione anmpale, ó vi fa pericolo di morte , d abbia da comunica:í : Sic Torrecilla fopra quefa propofizione 11. Filgueira foprala medema Propofiz, in fine: la ragioneé : psrche la propofizione condannara dicéna, che non v'erá obbligo di confeflari peccari fcordaci,ó walafciati per giufa cauía; Sid fic cit, che quelta opinione non dice, che nes yi ña cb. bligo di confeflarli, ma che puó diérire; fino che inftril precerro della cont ffione annuale: Adunque quelta opinione non refta condanna. ta; Mí, quantungue Filgucica giadichi, che non lia condansara quefla cpinione; 10D vi afíente peró , quando ipeccaci li ícordarono : 9 lafciarono nella conleíone 2onuale » perche dice ¿Che j peccaci eralafciaci nmelia confeflione di quef' aono per fe apparteogono á queña confeíione , e che per perfezionarla , € neccfa. rio confeffarli fubico , che ticornano in MEMO. Jia ,O vi ña lá commoditá; Vedafi quello , che cisca digueño dif nella 1. part. di quejta Pras, P4g- 30. NUM. Ye 74: Dico per terzo , che ne meno fi condan. na lopinicne , che dice, che quello , che con. fefla dicci peccari wmorcali, fcoza ricordará di piú, dl egglunge quelle parole, poco pid , 0 me. vo , GUantunque $ ricordó dipoi, che i peccati erano dodeci, non e cbbligaco á confefíar que. Mi due peccati: 04 6 condanna Popinione , che afferma ,chefefi accuía di cente peccati, di. ecedo il poco pix, 4 mexg , nOR € obbligaco, quantunque hi ricordi di quattro, cinque pee. catidi piu: Vedafi Leandro del Sacramento part. 1. T 141.5. difp. 5. que, 10. e queft.15.E che non fou0 coudinnate queíte opiaioni, prona ; ptrche la propofizione condannata parlava de' peccaci non confefati ¿Atqui, que. fic opioioni son pariaro de' peccati non con. feíati , ma che lí luppougono elpreBl, ó con. tctíati, coa quel poco piñó , 0 menos Adurque gutfie > plojoni non reftano Cundannace : Eta forsiori né meno É condanaa l'opiaione , che diz cena , che quello, che con buena fede s'accusi; di rsnti peccati morcali, e doppo croua , che non erano canti, non € obbligato á ripectere la confeffione: Sic Bañeo Yerbh. Confefsio Sacras mental:s 4, um. 20. Ne G condanoa tampoco lPopiaione di Sanchez Nelle Seles. difp. 41. num. 18: che dice , che quello, chez fatto 'elacue fui cisne G confesó di cucrii peccati ricordati, a0u ua obbiigo doppo di elaminare , e ricerca. rela vica palíara , per vedera, fe laíció , nó alcun'alero peccaco, poiche queñe opinioni, ul pales , fo0Q9 molco diueríe dalla propofizione coodaanara, 75» Dico per quarco, che: ue meno fi con. danna la dorcrina, che iofegnai nella 1. part. di quefa Prat. Tras. 2. cap. 1. mute, LO. pag. 48. € Tras. 6. cap. E. numo 6. pag. 92.che quello, che uon puo dire nelía confeífione il numero fio de” fuoi peccari, bata, ehe s'accuf dell” abico , che ha 'aputo; e conleguentementes, quantunque doppo fi ricordi del cal , 6 tal peca caro jndividuale, noa aucrá necefica di cona feflarlo la agione €; perchcio quella accufa. zlone dell'abico refó inciufo il peccaco , chs doppo veane jo peníicre, e perdonato direttan. mente sil che e coía molta diuería da quello, che conticae la propofizione condamnara; e per quefto la Donoa pubbiica , checípoña ad cgai brurcálicá noa.puo dipoi ricordará del numera de” fuoi peccati, ne dive quanci ne commerteaa ogoui giorao ogni feccimana, 0 mele, baña, che s'2cculi del tempo, che vifiz cipofta,, e delle circoftanze nocabili, come Íe pescó con parta» ti, con períone dedicate 2 Dio, cos marica, tic. Balto fupra num. 210 Propoliziome Xul, Condamara - ], Mendicanti ponno afoluere da' caí viferuatial Fefcono ,fcuza auerne da lmi facols?, 26, S Vppougo primieramenre , che alu. ni cañilono rilernari a' Velcoui pee 2 ¡il lus comuac; 8 aleri per driceo particolare ¿per Critco comune á rilernano 2 Veícouiicah rileruaci al Papa, quando fono otculri ; e per dricco parcicolare fonoriferuati a” Vefcouiquelli,che cU medemi firifernano nelle Confticuzioni Siaodali , ó fuori d'efe; con quelta differenza, clic quelli , che riferuano nelle Coufticuzioni sinogali períencrano riler. haci, quantunque moja il Veícono , dG Jo ma: tino con alero. Veíconato ; ma quelli, che ri Ícruano fuori del Sinodo per modo di precesto particolare , Cela la rifernazione , [e muort il Veícono , O laícia la Sedia lua ; 8 in gueíto Ca» lo fi potranao aolnere queñí cafi, non lolo da' Regolari,ma ¿uche da quelfinoglia Con- fcllore appronaco , come non ( riferuano dí Buyuo.
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