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Propofixione IX. Condanmata - pindio plb eá Meña : prouo la confeguenzas perche con vna Mega non ponno fodisfarái due obblighi di giuftizia: Acqui, fuppofto il coma craceo , O fondazione, da quefo, e dallo Uli. pendio, riíiltano due citoli di Giuftizia: Adun- auenon f porrá ledisfare ad efi con fologyza Meña . hi 59. Dico per quiato , che non condílca ta fencerza , che aferiíce Bañeo Verb. Mifa 7. mim. yo, 0he dice. eler ltcito riceuere per vaa Meca pid Bipendio dell'Ordinario , quaudo il Sacerdoce s' ebbliga a dirla molto per “tempo, ó quando colla Mea sobbliga dire qualche Nercuroo de Defnti, O quando ha da diri la Mela in luogo lontano ; perehe quinon 6 ri- cene Faurrento della limeños , per applicare il frutro fpecialifimo del Sacrificio , ma per la fa- tica di lenarí per tempo, cantare, Ó caminare, che fono di prezzo efimabili, e motinimol to dinerfi di quello de!l'opivione condanaz. ra. $9. Dico per feño, che le Chicle, Luoghi pij, 9ifuoi Awmisifiratori, non ponno rite: nerfi parte dello fipendio, ebe li laícia per le Mafie, in ricompevía deile fpefe, che favao ín ¡omminifirare il neceíarios w.g. lumi ,orba- menti, vino, de oftic, per celebrare, fe non in cafo ,che non vi fia alcra rendica per quette fpele; che in fuppofizione , che non vi lia pel queÑ'«fereo alera rendira , ponno fuppliré que- fieípele cogli Ripendij, che filalciano pet le Meñie: Cosi determina la Sacra Congregazios nenel'arifpoñta7. a' debbij, che le fi propofe- so fopra quefta materia della celebrazione, € fovo conginnte co'l Decreto d' Vrbato rife- rito di fopra num. 54. ne per queño fi concede 3' Sacerdori priuari fupplire collo Mipendio il" neceflario peri lumi, viso, Sk Ofic, quando nella Chicía non (i da a' Minifiri, feccondo quel- lo ¿che ho detto di fopra Trat. 13 cap. 3. Part 3. fub a. 37. perché queto Decreto della Con- gregazione lolo parla colle Chicle, Luoghi pij, e luoi Amminifiracori, Propofizione 1X. Condannaca , Doppo del Decreto d'Prbano VIH. puo il Sacer- dote , al quale fi danno da celebrare alenne_a Meffe , fodisfare per vn'altro » dandogli mi- vor limofina della ricenuta , trastenendo per Je l'alera parte dello Aipendio « $0. EY Vppongo, che nel Decreto d'Viba- S no VIII. riférico di fopra , i deter- » mioi anche, che non Ga lecico al Sacerdote, al quale fidanoo alcune Mefle per tanto Ajpendio :v.g. a due reali, farle celebra- re da aleri, dando loro minore Ripeadio :v.8. vn reale, O vn reale € ntzz0 , tratrennendofí ire períe 1 ac fimlitor (dice ) omue damnabi- ió 475 le lucrum ab Eccleña*remanere volens prob:bet Sacerdoti , quí Miffam' fufcios celebrandim cuns certa elemofina , we canten Aifam alreri , para te ciufdem elemofina fibi resenta + celebrandara commitiato 61. Dico prieramente, che quello, che did cevz!a propoáizions condannata era, che oo ofñaote queto Decrero d'Vrbano, poreva H Sacerdote, al quale 6 dansno alcuas Medes tracrengerú parte dello ftipendio, e darle a ce- lebrare ad «valero, dandogli minor limofinas jlche gindifMiinamente Á condaona , per eser vo lucro abbominesnole, e cola faiqua, velet negoziare e far guadagai fopra cola cotauto Sacra ; Valero porche Á fuppone, che ada aba bia citolo alcuno , accid í! Sacerdote Ñi riceenga quella parce dello Ripendio : Sed cet, ches maié lecico eracccanerá Valcrui fenza ticolo” alcuvo : anziche e contra la giutizla, de ob» bliga alla refticuzione : Adunque $c, 62. Dico ptr fecondo , che quantunques la leotenza di Bordone apud Filgucrao in Cen, Pontif. pag» 151. qualeanche cica Torrecilla, nella a. impref]. de" fuoi confult.. Trat. 3. confule, 9. dific. 24 Sub cum. 18: 6."Aduierto lo fecundo, diceva ¿ non efler peccato mortale, ma veniale, efenza obbligo di refticuire, adhuc doppo il Dr:cteco d'Vebano VIIL il riteoerá ¡Sacerdote - parre dello ftipendio , diendo adalcro la Mefa per minor limoñoz+ il che, benché nos fiegua Torrecilla + ftima peró con Prado , che non fia coodannato da Alefandro VI! ia questo De- creto ; perche , dicono , la propolizigne com. dannara affermaua , che il Sacerdote porena cracrenerf quella parce di Ripendio lecitamentes el'opisiooe di Bordone ,dicendo , che é pecca. to veviale ,nondice , che e lecito; perehe lecito e quello , che e efence da ogoi colpa : Adanque non refterá condamnata quefa opinioae di Bordons . Jo.gludico, che non folo a0n Á pola , pra» ticare queWopicione, ma anche che ha con- danozca io questa propofizions d'Aléflandro : € la raglonee, perche le propofizioni condanaa- te che víano queñe parole ( 8 lecico , permel- fo, fipuo, 8:c.) fi condanaano fecunda fi- bieZam materiam ySe la maceria della propoíi- zione ¿in cola grane , fi condanna: come pec. caco mortale, [eleggiera , come veniale , come diffi vella xx parc. della Prac. nella 4. impred. farcaio Burgos e nel impre/ff. 3.farza in Sa. ragoí2 Trar. 51. fub num. 5.€ sd detco di (o. pra nel Trat. 10. Pag-281,M4M, 7. € nelie alcre impreflioni moderne ,doue (fi potranno vedrre ¡fondameaci di queñta docerioa : Sed fic et, che la marería di queíñta propofizioae 9.é graucs Adunguerelta condanaaca focto peecaco ot- cale : la minore cerca 5 perche lo ftipradio or. dinario d'wna Mefa, che (m0l'efiers due reali, puo sígere materia leggiera , € peccaro veniale Oco 1 rÍrte>

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