BCCPAM0001162-4-1600000000000

466 Trattato XV II. Spiego delle Propofz condo 43 Aleffradro VII, mezzi per vincere la centazione . 11. Dico per quinto , che, quantunque 0€ meno in quefto Decreto fi decermini , che ¡o ar. ticolo di morre obblighino per fe gli atci delle virtú Teologali; il piú ¡Gcuro pero e dire, che obbligaoo io queñto ponto , almeno per acti» dens : la ragione e , perché in queño paño oc- corrono d'ordinario graue tencazioni contro la Fede , che Rimolano il Criftiano a non cre- dere le vericá Cartoliche: Tenta anche Sacanal- fo contro la Íperanza , or tentando di cirar )” huomo in qualche diíperazione , O a prefunzio- ne, etroppo confidenza ; Contro la carita ar- ma la rere il comune nemico , incicando l'áni- ma all'odio di Dio, dicendole, che noo ami chi con tante aoguític l'affilige, elo travaglia con tante angoície, e lo moleÑa con si prolif fi dolori : Adunque per vincere tali fuggtítio- ni, obbligheranno al meno per aceidens ia quelt” ora gli acti delle vireú Teologali. Come fi lodisfaccia á queÑe virca Teologall nella confeflione, mediance | acro del dolore, s'edetro nella 1. part. di quefta Prat. Trats Lo cap»3» doue fpiegai anche , che cofa fía acto di fede, fperanza, e caritá, ecome hauno da farí . PROPOSIZIONE II. CONDANNATA. 1| Cauagliero sfidato pub accettare la sfida, per uon incorrere nota di timido epprefo gli altri, Vppongo , che ¡il duello, ef pugna imter duos ex condiélo . fed ex conuen rione fufcepta , € va combartimento fra due perfone, naco da parto, Ó conucizio- ne precedente; e non e duello, quando due ríone alcercando di parole, cauano nel liti- gio la fpada ,e fi batcono , ne quando volen. do bacterfi in quiiche luogo , dicono , qui non fiimano bene, andiamo in cal pofto, a far proua della forza; vé meno queño € duello, del quale parlano le Bolic Apoftoliche ; come dice Lumbier ne fragment, Tom. 2.1.713: Ma allora € duello , quaudo precede coucerto di bacterí in cal poto, O luogo, ó nclia parce, jo cuis'iocontreranno <fuppoito quetto | 13. Dico primicramente , che á viuno e le- cito acceciar il duello per non efier tacciato di codardo , 8: il contrario € ilcalo condansa- to ja queita propofizione :la ragioue e , per- ché aon € Iecito elporre vna coía di maggior flima , e preggio , per conleruarne vn'alcra di grado inferiore + Sed fic eft, che la vica e di maggior preggio,e ttima ,che la tama ; adun. que von € lecico c/porre nel duello la vita, per covlernare la fama ¡odeone dalia nota di cimi. do: li conferma ; perche fenza Ícapico delia fa. ua puo ricalarh 1l duclio 2 Aduaque aduce da- 12. to che (1 ftimañe O, O piú la fama, chela vita, non larebb+ lecito porre a riíchio nel duel= lo la vita , per non tralalciare d'accetrarlo: l' antecedente fi preua; perche la fama. e la buos na opinione , cheiprudenti hanno dell'eccel» Jenza , e ben operare del prolimo : Sed Gceh, che (rá prudenti non fi perd: quefta buona opi- pione , quantunque hi ricuíñ ji duello , per aca offendere le Legg: Divine, e Criftiane ; Adun- que ( puó rifucar il cuello fenza fcapito della fama 3 la minore € certá, perche i prudenti giudicano, chee pú de ftimará, e che deue anteporí dall'huomo leer Criftiano all' effer Cauagliero , e che non enobilid ma vila vil. lana , codardia ,< fiscchezza tralgredire le leg. gi Divine, per offcadere il toro iniquo del mon- dos Aduoque frá. prudeori non e credito, ue buona opivione l'accerrare la sida , ma molro applaulo il rifiuiaria, per ofieruare le leggi lacre . 14. fi conferma pid la noftra dottriaa; perchée non puó efíere (ima, ne credico , ma grandifllima infemia iocorrere in vna Ícomua- nica maggiore, e farí en Critiano membro feparato dalla Chicía, inimico dichiatato di Dio,e Íchiauo vile di Sacannaddo , e deftinaco, fe muore nella síida , ad eier fepolro , comele beñtie, ne lerca mai, priuo dell'Eccielaltica fcpolcura + Tute queíte pene jacorre quello, che accetta il duelio . e sficia ; come diffi nellas 1. part. della Prat. Trat. 5. cap. 4. num. 31. Pag. 81. Adunque von é credico, aé fama , ma 10. famia Vaccercar il decilo: B:a incele queítas doccrina quel Grasde delle noftre Spaguede noftri sempi, che siidato da vn'altro vobiles con letrera , che gli inuió per va fafficre ; gl riípole ; Digale a D. N. que no rebufo el falir al defafio cen el , econ otros vermte como el , con tal, que el papel del defafio , que meembia , verga fra mado de los Theologos doítos: Riípolta per certo ben fauia, e Criftiana, e naca de vn p+tto vos > ramente nobile , e che douercbbero practicarla quanti vancano militare colla diuiía dí Cactos lici in frontt . 15. Dico per fecondo , che non fi condan- na lPopivione , che aflerifco nel ¡mogo citaco della 3. part. di quefta Prat. num. 28. che € lecito ac. ceccare la sfida, quando quello, ch: sfida , mis paccia di morte lo sfidato, fe non hi Dactie , E e períona cale, che (1 puó prudentemeace gin- dicare , che mercerá ad «ff co la mioaccia, le non accetca la síida: la ras ione €, perche la propofizione Coudaonaca parla Jeil'accecialé la stida , per nou incorrere nora di paurolo , € la noltra parla, per difeodere la propria vií4 da chi ¡prudearemente (1 ceme dará ¡a motct fe non saccería la sfida ; 1l che, ve pater, € CA- Ío molto diuerío : Vaitro, perche cisicocdusO ha dricto di difendere ¡a propria vica da cól insquamente cerca uargla la mories ded tic ela A , che

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz