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Propofizione T. Condannata : dansino, come falíe, le 'propofizioni, quali mon fard lecito praricare, per peofare , che cea il fine, O prefunzione di derti Decreti: Wero e , che in caío d'eftrema neceflirá noo fa- rá ¡llecico practicar alcnoe delle propofizioni condanraie; come con Hozes, Lumbier, e Filgueira , dice Torrecilla nel Proemio, dific. $. NUM. 29 Propcfizicoe 1, Condannata . L'bucmo in niun tempo di fua vita e obbligatoa far atto di Fede, Speranza , e Carita im wiriá de Precetii Dinini fpetrtanti a quefte UNA, 6. Vefla propofizione fi da mano colla ¡ propofizione 16 che condannó lo- nocenzo Xf. quale diceva, chela Fede non cadeva fotro pircerro fpeciale, che ctbligafe ad ea ; e colla propofizione 7.con dannata dal medemo Pontefice, qual'afferma- va, che Pato di Carita folo cbbligaua , quan- do aueuamo necefficá di giufificari, e non vera alero mezzo per quello: Tutte queft es dotrrine fono falíe, $ ¡a:prebabili , e dene ¿fermará, che per Precerto Divino obbligano perfe gli arei delle virei Teologiche ; il che coníta dalle Sacre lectere , poiche della Fede di ce Chriflo perS. Marco cap. 16. Qui veró non crediderit, condemnabiur : Della Speranza lo dific S, Paolo, ad Rom. caf. 8. Spe falin fach Jumust E della carita lo replicó Chritto nel Vaogelo diS, Matieo, cap. 22, Diliges Domia num Deum tuum ex toto corde tu0 , GC. 7. Suppolto queño , dico primieramente , che in quefto Decreto non fi decermina , quan. do obblighino i prececti Diuini della Fede, Spee ranza , e Caritá ¿ perche folo (1 condanaa il di- re ,cbe l'huomo ín tutta la vita non e obbliga- toagliaccidiqueñe virid , fenza dererminare, quando obblighivo i loro pr:certi : Dal che confta , che noa fi condannano l'opinioni, che dicono , che non v'e obbligo di far arci di Fede, Spcranza, e Caríctd , quando l'huomo arriva all'vío di raglone; ne che *'e cbbligo di far queli' acti ja irueci giorni feftiui, ne meno nelle Feflivicá folenol, ne altre opivioni fimiglianti d queñe ; p rché la propofizione condannaca negava queft'obbligo per tutto il tempo deila vita; e queÑ'alere no'l negano per tutro que. flo tempo, ma folo per alcuni tempideter- iia. 8. Dico per fecondo ,-che; quantunque ¡o quefto Decreco non ( derermini il tempo fiflo, nci quale obbligano gli arci delle virrú Teolo- gali, ha da diri , che obbligano per fe almeno voa volta l'anno , come dilli nella 1. pars. della Prat. Trat. 1, cap. 3,1.16.0 feq-po2.41.€ laffer- wa Pietro di Ledeíma , parlando della Fede, 465 part. 2. Trat. 1. cap. 8; Concl. 4% e della Speran* 24 ibidem , Trat. 2,cap. 4. Concl. 6. e della Ca- ritá ibidem , Trat. 3. cap. 9. fub Conel. $. 9. Di- co per fecoudo; E (í prowa 5 perche i prececel Divini della confefione , e comunione , che ex fe erano indererminari, io quanco al tempo dé loro obbligo ,la Chieía determino , che obbli= galiero vna volta l'anno + Adunque auendo giudicato per prúdence, 8 accertaco la Chiefa, che quej precteti Dinini della confefíione, € Co- musjone obbligafiero ogni anno vna rolea,lará aleresi giudizio prudente , 8: accertato il dire, che i precerti Divioi delle vireá Teologali, ob- bligano per fe ogaianno vna volca . 9. Dico perterzo, che gli atci delle vired Tcologa'i obbligano alcuna volta per accidens: v.g. quando occorre qualche graue centazione contra d'efle virid , e (i gindica mezzo necefo lario , per vincerla il farne acti cíprel , añora obbligano per accidens :laragione €, perche quello, che € obbligato a conísguire qualche fine, € anche obbligaro a cercar il mezzo nes ceflario per il tal fine: Sed fic elt , che 'huomo e obbligato a non darafienío alla tentazione, che s'oppone contro le vircú Teologali: Adun- gucanche (ará obbligacod faroe acciclprefi, quando ji farli d mezzo necefiario per vincere la centazione + Se peró vi folle altro mezzo, per vincere cali centazioni, come confeflarí , far orazione, leggere libri Spiricuali, ia quefto caío non obbligheranno per accidens gli actí delle virtú Teologali, per occorrere alla conta. tazione ¿ perche , quando io hó due mezzi, per confeguire il fine, pofio eleggere liberamente quello wi piace , le non mi Gi; comanda elprefla, edeters ivacamente, qualched'vao in partico. lare: Adunque, ác, 10. Dico per quarto ¿ quello , che per non far acti delle virco Teologali, quando l'obblis gano per accidens , acconÍcorifle alla rentazios ne, oon commerte dus-peccaci morcali: Vao centro la viria , che trafgrediíce ; e Valero con. tro il prececco di far acto di quella vircú, ma che folo commerte wn peccato contro quella vireú, che erzígrediíce : v.g. viene vna teota- ziou: contro la fede , e per non armaríi 'huo. mo con vo'atco di fede, confente nell' ereña; non commette due peccati morrali, ma vn fo- lo d'erefa : Perché , quando vna cola (i co. manda folo , come mezzo per vo'al:ra , tranía gredendole cutre dee , lolo ñ commetre Ya peccato . v.g. á comanda la confeflione auznti la comunione, fe alcuno macchiato di colpa graue tralaícia la confellione, e fi comunica, non comumette due peccaci morta!i, ma roo; come puó vederá in Diana part.3.T rat.4,refol. 35: Adunque folo fará vn peccaco mortale tra, lafciare gli acti delle vircd Teologali, ed afíen= tire alla centazione contraria ad efe , quando fi comandapo queñi acti per accidens ; comes Nan mezzi
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