BCCPAM0001162-4-1600000000000

Efortazione per muouere al dolor de peccari. apprendeRi pagare ji fauori coa jogiurie , ri. £ompeolar i beneficij con offefe ? Non (2peui, cheioero tuo Dioj ignorani, che auevo ad effere tuo Giudice? Quante volte tel difiero¡ Confefñiori , e Prédicarori? quaure volce te lin. finuaiio feo col iofpirazioni 2 14. Confideri Y.S. con atrenzione queño cgolorofo ponto , e riflerra , ch'é ineuitabiles; Sappia , che non v'e chi pofía fugpire dalle m4. ni di Dio: Auutrea, che ha da ritrouaríi co. perco difommo rofíore in que) tempo , 8 an. guñiaro da orrendi timoris vedrá allora il Den monio , che fieramente Vaccuferá , auerá auan- ti gli occhi Pinferoo aperto , vedrá il Giudice giuftifimo ,e rigorofiffimo . Che darcbbe al. Jora d'auerlo feruito , e non offeío 2 adefío e ¡il tempo di riparare A tanco male: ora puó pla. care lo Ídegno del fno Dio, puó remperare la Sna ira ; puo far pace con lui, pizngendo i (moi peccari; ora puo fari amico di Dio, ora pu fencire con frutro quello, che allora piangerá inutjlmente ; ora fará ammncilo il fuo pentimen- ro , Éc allora laranno difprezace le fue lagri- me. 5. VI. Le pene 3ebe nell' Inferno [5 patifcono per il peccato . 35 | "Orrof fpanentofo delle pene dell Ioferno € Paltro motivo dell'attti- c zione fopranarurale; de e canro potentela confiderazione di quef'A fúnto, che bafta per muovere il cuore pid duro ad abbors rire le fue colpe . le con atrenzjone lo medica, E' Inferno vn luogo ofcuro , che nel centro ficila terra tiene preparato la ginfizja Divina, per caftigare i peccatori : E” vn fito puzzolence, tiro formidibile , e tetribiles e vna profouda vorágine piena d'acque jofocare, fu'furee,e bitvuminofe , nella quale in compagnia de' De- monijsbbruggiano i dannati: il loro cibo€ piombo ardente , biuanda pece acceía; lecro ¡are di metallo iofocato : i loro diuercimenti fúno lamenti gemic, fofpiri , maledizioni, 8% tfecrazioni : gli occhi non ponno mirar'altro, che í fembianti orrendi de' Spiriti infernali, Yorecchie vdire gli vrli fpaucotof, e difperaci de' reprobi : Podorato fentire i puzzolenti fe- cori di quella carcere fpauencofa : il guíto pati. re fame rabbioía, e ferg crudele , ebeuere per rifloro pece , e piombo fquagliato in fñiamme: il carro foffrire bragie viuaciólime, 8 vn mar didolori, ibtermird, e pene. 16. La memoria patilce con ricordaríi del paflato a vifta del prefente; e dice a fe Redo ogni devvaro, perche mi condannai io á quefi inícffribili tormenti ? Pet va gufto , che fubito Ípari, per va bene apparente , Che jo breuc 463 fizis Maahi di me: che quello fo) ia venias ftaore ;equefte pene mai hanno ad dutr fac, L'intellerto fa peoaúdo colla priuazione della vifta di Dio + ahidi me! che per me € gia fer. rato ¡l Cielo ! pid non ho fperaoza d'entrar nele Ja Gloria ! ho ad effer priuo della bella vita des gli Angioli! Mai ho da vedere la Regina de Cicli ? Quella Santifima Siguora , conforto degli afficei, follieno de cribulati , confola. zioue di” fconfolári , pid non mi ferue di follie. no ,ma di tormento, perche m'e proibico il vederla per tucta Peternicd. Ahi di me! che non ho da veder Dio! Quella boutá infioita, quella MasRá amabile, quella Efenza Sacro- fanta , quella Deitá immenía , che riempie di Gloria i Beari, mi riempie d'inconfolabili pene! La volontá giá contumace pena coll'odio , che ha contra Dio , fi confuma néll'abborrimiénto del Sommo Bene, arde in dilperati olcraggi; Oh mifero me ! Quanto sfortunato fono ftaco, perche ho voluto efierlo di proprio cápriccio, che poreuo faluarmi coll'ofieruare la fuaues Leggs di Dio , col far vna buona confeffione, co'l piangere ¡miei peccari, coll'emendare la mia vica $ ora piango , fento , 'afligo, m'ab. ruggio ¿ma abi, che ora e tardi! E'poffibile, che non abbi ad vícire da queÑa carcere! che in quefto ferraglio nou fia riícarto , ne redenzio. nc; Oh” malederci peccari, malederté colpe, che m' hanno coudaanaro a” tormeúti ettr. ni a 17» Confideri Y.S, le per fua difgrazia fe n'aodafe dangato , quanto dolore featirá allo. ra, vedendofi ín si doloroío Rato? Comes piaogerá quello , che pid non potrá rimediarez Come fencirá allora i fuoi peccati? Liícora adefo, tiflerca, che gid há meritato quel cas ftigo , giá ha la fentenza alle fpalle, che lo cone dinna a tanta pena; ne haaltro mezzo , per liberarfene , fuori, che il pentirf . Sia molco grande il fuo dolore, pianga, gema , che con quelto vícirá dallo Ñato di perdizjone, nel qua. le fi ricrona; procuri di non ritoroarúi pin; emendi la fua vita, aigliori i fuojcofumi, non ricada ne peccati; che fe lo tá, G libererá da quelle acroci pene , € conféguirá Petéras Gloria . Amen . Atto di Contrizioñe , chiamarui Signór mio , Íeio non hó voly- A cosfitr voftro. Vero Dio, e vero Hu0. mo; le ete Dio di bontd infinica , come io vil verme ebbi ardimento d'offínderni? Se per mio amore vi factíte vero Huomo , cómeio dege- nerando dalla natura d'haomo , off:6 vn Dio, che per mio amore fi fece huomo ? Per effer Vo. quel, che frete: 14 fomma Bontd , pertezione lo finica ; oh quanto buono fitte mio Dio o € S Ignor mio Giesá Cbriflo $ ma come ardiíco

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz