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459 voglía poteua liberamente andare collie zicerre, dove gli parena meglio . C. Elo Farmacifa,a cui V.S. li mandaua, li feruiva di buoni medicamenti 3 P. Si Padre, C. Grauemente peccano i Medici, che man. dano le rícerte alle Botreghe, nelle quali non fidanno medicamenti di quella bontá , che é necefiaria , O che l'aduleerano , d dimionifcono gli Speziali ; E cosi non dene fidaríil Medico di qualfinoglia . né mandar ricecce alla (ua. Bottegha, le non a quella che fapefe cerca» mente , che € di perfona di buona cofcienza , € perita nella (ua arce: Machado vb: fupra , doc, 3onum. 3. ma, felo Farmacifta , done V.S. jn- uiana le ricecce era periona fedele ,e che dana buonimedicamentj, e medicine ben farce . non peccana jo inviar a lui le ricerre per Vamild, che con Ini profefíava , noo cdendof obbligari ad aleri gliofermi; con gueto, che V.S. non operafie con frode , dicendo , che in alere parti fidavano cattivi medicamenti, e folo li da» ba buoniil fvo amico , non ftando cosi la yt. ridad. 183. P. M'accufo Padre, che alcune volrc fon timaflo con qualche Ícropolo dando licenza ad alcuni infermi di mangiar carne, C. Aucuano necefirá baltenole , da eferne dilpeuíaci 3 perché , ficcome pecca granemente il Medico , che fenza caufa da licenza di man. giar carne ,o di non digiunare, 0 vdir MeÑa, 0 hon dire VVficio : cosi anche opera lecita. mente, difpenfaudo in quefte cole, non folo quando la cauía € certa , ma anche quando fi giudica probabile , | | _P, Padre. ordinariamente ho dato licenza, facendo giudizio pratico , che la neceílica fofe baftante , folo vna volta difpenfai, efendo dub. bicío della fufficienza della neceffica . C. Quando la cauía di darlicenza di man. glar carne £ dubbiofa , fente con Azotio , An- gclo, Rofella eSilueltro , Faguodez in 4. pra- cept. Ecclef. lib. 1. cap. 9. num. 3. Che il Medico NOD Pug dare derta licenza, perche in cafo di dubbio apparciene la djipenía al Superiore; Al tri Autori leptono , che in queño calo puó dif- penfare il Medico ; ¿l che há da intenderí, dice Gicuanni Sanchez in feleF .difp. 51. num. 9. Mo fine , quando ildanno , che fi dubica ne proue- filra 0 nó ,lalciando di mangiar caras, fofle graue ,£ tale ,che [e accuaimente (1 defle , [cue iercbbe da mangiar cibi quadragelimali; peró fe il darno, che fi dubi:a pofía auuenire, non fofle tanto gráue, e folie cale, che quanino- que de faéto luccedege , non Icufercbbe da man. giar cibi quauragelimali, non puo il Medico dar licenza di maugjar carue: la ragione di queñto fecondo € , perche ii danno , che non e grave, non icuía dal digiuno : Adungue ne puezo Icuterá al dubbio del medemo danao : la Tratrato XV 1, D'altri Stati y eo Y fica particolari . ragione del primo €, perché non we obbligo d'síporre la falute a riichio grave di perderíi; Arqui , fe auendo dubbio , che porcife dannifi- car molto il cibo quidragefimale, fe non 6 dele liceuza di margiar carne, s'elponerebbe la (a. Jure a rifchio graue di perder: Adunque io caío .che fi dnbiti, che il cibo quadrageimale pofa recar grave danno alla lalure, porr3il Medico dar licenga di mangiar coros: Tengo per molzo probabile quefla opinione colla limi. rtazione rifericar: E per procsdere con minor Icimpelo , lt il paxiente ha la Bolla della Cru. ciara . potrá di confglio del Confeñore, e Me- dico mangiar carat, quaorungue la cauía (ia dobbiofa : Sic Truileoch in Bullans , lib, 1, $: 4. dub. 1.num.8.e 9. E non € neceñario, chic il Confeflore dia il configlio nella confefGone, ma puó darlo fuori d'eda ; come tiene con Rodri- guez - Villalolobos . nella Soma, Tomot.T rat, 27. clauful. 6. num. 2. Ne e neceñario , che la Parroco , bala che ha qualGuoglia Contellore appronaco per vdir confcioni, AUUCTICOZA e 19. E'lañarilima € la materia del di. sino íra' Criftiaoi + Somma ¿la : facilicá , colla quale i Medici dan- no liceuza di manglar carne; molte yolce lo fanno a contemplazloni vmane, portati da di= pendenze cerrene , per compiacer a' Nobili, per non diíguÑtare gli amici, per tenerfi gracii pos rensji, e per molcifimi aicri fini parcicolari, ch'eíl fanno : $; e vua nobile compaílioac, che vogliono , porti Joro il Viayolo , accioché gli alcri maugino , € firegallino ; Suoie anche eder molce volre colpa degl'infermi , che troppo pt- fano il lor male, e ingrandiícouo i loro acci- denti, ErilMedico, che molce yolre ( gontr- na per quello, che dice il pazience , O pretea. dente, e non ha indizij, per poter verificare la qualictá della Ícula, puó etere, che vadicon buona fede y eche curra la colpa fa di quello, che ioforma male. Zelino i Padri ConfeÑori con Ípirico queíta mareria, ponderando a' Me- diciillor obbligo ¿S%: eforcando ii pazienti alla rolleranza , 8% a toitrice vn poco di trauaglío, quando l'accidente non € molro peaofo - 20» P. M'accuío Padre , che audando a cu- rare vna Donna grauida , ch era in pericolo di morte , applica: alcuni rimedij, de' quali legul l'aborto . C. Procuro V.S. directamente 1'aborto? Per ché queÑo pon € lecito , come dice Lellio li6:4+ cap. 3. deb. 14- fub num. 96. im fine . P. Padre, io non procurai directamente, che abortitle , ma darle i rimedij, ch'srano 0€- cefiars) perla fua faluce , quantanque da cíli per aceidems , MdireGE, E precer inrencionein (14 feguico Pabor<o, ; C. V'era
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