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Preambolo « 25 Quando il Confeflore giudica che il Penitente fa incapaced' affoluzione 5 e che non puó afoluerlo, deue, fubito, che fe n” auuede, auvilario , e noo lafciarlo pro- feguire la confefione; perché non hi ius il Confeffore di venire in cognitiones degli aleri peccaci del Penitente , quando si, che non puó afolucrlo + molte vol. te pero fuccede, che il Confeísore deue folo auuifarlo dell” abitó carciuo , che há, e che,fe non s' emenderá, fará perl auuenire incapace d” afsoluzione : in queño calo, auendo opinione probabile, e<he polla afgolucrio, deue lafciarlo proleguia re la íua confefione, e finica fargli capire il peflimo fuo ftato , nel modo , che fi dirá nel trat. 9. cap. 1.8 Dé deue per alcun modo qoel decorío delia confeíño= ne laíciarfi vícire di bocca, che e incapace d' aísoluzione 5 alcrimenti auuerrá , che temendo glie la meghi, racia qualche peccato: finica dunque la confeílione folo gli doucrá fare P accennata eforcazione, auuilaadolo, che ng gli 4 differifce , ne nega l'afsoluzione per j peccari commefi, ma folo per 1 abico , che vi hi , ia. dicio euidente, che non fe ne há dolore , ó perche Rá nel! occalñione profsima , la qua- le ,fenon (ílaícia, rende incapace d' afsolnzione il Penitence . 11. Il modo poi , co'] quale il Confelísore dene ricercare dal Penicente il nue mero de foi peccaci, fi dará u+l tral, 6. cap. L. mn. 3. F feq. ; duue fi potrá ves dere diffufamente craccaca la maniera d' efaminar' vn peccacore, che abbia tenuto grao tempo vna peísima vica; e benaché non vi fi pratichi queo modo, fenon in vn fol peccazo , Íerue pero baltantemente per cacti, quando incelo bene per vn gene re dj virij, facilmente s' efercica per gli aleri, efsendo la manicra d'joterrogare lilteísa, e lolo differenti le materie, (lle quali s' interroga . 12. Circa i peccati di confuerudine, O d'abico, m'eé necelsario pontare vna» fomma ignoranza( fevon vogliamo piú tofio dirla,ó errore, Ó inauuertenza );e quelta e, che fenza badare alle circoftanze , per le quali fole (fi potrebbe aflolue= re vo confverudinario , O mal' abituaro , DON oftante il Decreto d' Innocenzo XT. guale pongo nel tratrato 11. nello fpicgo della propofizione 60. condaunatas, cal vni afloluono molti di quefti co'l dire, che e la prima volta, che fono venu- ti a'loro piedi, € che non fauno, fe i peccaci , che confefíano fijno d'abito, O nó; d queñi jo dico, che, fe non fanno ; le i peccari, che fentono, fono d'abi» to, e ponno per altra parce dubitarue; deuono dimandare al Penitente, fe mai alere volte há haunto occalione di confelarli di queña fpecie di peccati ; e de. uono fario in tutre le macerie , doue d' ordinario ioterniene l'abito , afegnare da me nel trat. 9, cap. 3. Bum. 27.5 € poi, conófciuri che fono veramente peccati abi» cuali, negargli Y afioluzione; perche illico, che 50, che il Penitente qual ho a' piedi, € ebicuato , non potío afoluerlo, benche fa la prima voka , che fi con- fea da mes accefoché noo refla per eflerela prima volta, che lo fenti d' efferes quello ch' egli €y € d' auer P abito nel vizio; altrimenre ne feguirebbe, che po- irebbe queÑti andare maliziofamente mutando il Confeflore, e ciafchedun Confef- fore potrebbe aloluerlo, per efiere la prima volta, il che e fallo, quando ; [e non fi afoluono i confuetudinarij, non f afíoluono, perche la loro poca emen. da e argomento, che non hanno ve il dolore, ne il propofico vero : arquí, que- fio medemo fi verifica nel calo nofiro 3 adunque, non perché fia la prima vol. sa ,che fi confefía, li puó afoluere 1 abituato ; fe non jo calo , che vi concorrefie alcu- na di quelle circoftanze , che diró nel luogo citaro . 13. Deve parimente avuercire il Confefñiore, che per tré capi pudo vna cofa Ícu= far di peccato morcale : primo per parte dell iotellerro, e per pon commetterá con piena auuertenza: fecondo per parce della volontá , quando non vw” hi pie- no confenío ; Terzo per parce della materia , quando e leggiera ; di modo ches, acció ¡il peccaro fia mortale, € necellario, che vi concorrano tutre tré queíte CO. fe , piena auucrecoza , pleno confenfo , e maceria graue¿ il che fpiego di propo- fico nella prima parte delle mie Conferenze Morali trat. 2, fec. q- conf. Xx. $. 2.1. Yo er feqss Puo auche taPora vn peccato di fua natura veniale divenire mortales, per cioque capi: Primo, per cauía del fine witimo; Secondo per 1 fine aggiun- to; Terzo per ragione dello fcandalo ; Quarro per il difprezzo ; E quinto per ra. giose del pericolo5 il che anco ( Ípiega nel luogo Citato delle Confercoze , Confa 2. $. 1.1 4. Y feg- Puó anco laíciare d' efer mortalo quello , che per alcro lo farebbe , e dinenire morrale il veniale per la cofcienza erronea, colla quale S'0Pts ra, flimando mortale il veniale, e veniale il mortale ; ce queño pure 6 dichiara diffus» famente nelle Conterenzs ¿Taf. 1. conf. 1.1. 9. Y fe» ! D 34.Sia
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