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Capitolo XI. Efortazione a* Minifiri di Giufbizia: mera (dice Dio , Exodi 23. 8.) que etiam exca- cant prudentes , O fubuertunt verba iuflorum . Se ¡ prudentí,egiufi A peruertono co'doni, ce- ma V.S. lo fteflo , quantunque (itenga per gia. flo, ererto . Tenere la mano fieía á ricener re- gallí, epronta a commerter eompittá, viene ad efiere lo fieflo , fecondo quello, che dice David Sal. 25. 0.10. In quorum manibus iniquitates fant, dextera corum repleta efl muncribus, von firioge pid ficuro Prccello il laccio , di quello afferra, él allaccia il beneficio , e dono colui, che lo ri. cove: Vi awes laqueo , fic homines auro capiunturs Die S. Gregorio Nazian. in fentent. Quel gran. de Orarore Demoltene ftando per parlare in Athene contro de Mile MM], eglinuisrono queñi per «n legaco buona fomma d'oto, con che peruertico, lafció di pererrare contro di loro, fiagzado d'efler tormentaro da morbo impro» nilo nelle fauciz H che conuiene coa ció , che difle S. Pierro Damiaro lb. 2. Epil, Accepe tis muneribus . fi coutra datorerma aliquid azere vo. fumas ¿ mox in ore noftra verba mollefcunms . docu. tionis acumen obtunditur , lingua quadam pudoris ernbefcentia prepeditur s Vintellerco s'accieca co* doni;la volovrá s'2ppafliona co” Regalli, la lingua s'incepidilce di parlare contro chi fa precorrere mancie; oc il Giudice faprá confer- varela (ba iocegrici; ne P'Auocato pelare il giufto ¿ne il Precuracore reailtere alMiogiuíti- zia ¿ne ¡il Secretario ofiernare le lepgi; ac il TeRimovio deporre la vericd ; ne PAccoíarore maoifefiare il delicro , le (i lalciano tralporrare dalla cupidigia , e fono facili in ricenrere ¡ doni, eheadeíi offerifcono le parti, 113. Ponderi quelle parole, che dife Dio, che ciaícheduno lará tormentato nell'alera vita coll'iRefle cofe , colle quali peccó + Per que pec- sat quis, perbac, Ur torquetur .Sapient.cap. LL. 'WY.S. che fede ne” Tribunali, auuersa , che dene andare ad vo'alero Tribunale pid feuero, e pid iecorrotro : confideri maruranienrs frá le fel- fa,che ha da givngere ad vo'ora, e punto, nel quale fará preíentaca al Supremo Giudice de' vivi , e de' morti, per eñeranch'clla giudis cara : Cold folo li ritrona la veritá , lequirá , € la giullizias Zudicabit orbem terra in equitate, 7 populos in weritate fua; Pal. 95. Non gio- uaco le frodi, a niente feruono gliogeguofi difcorfi , chesideó la vana prolunzione ¿non (1 ponno palliare le falce, ne nalcondere Ígraui peccaci ne fcufare gli ececlli , mé cauilizre la cauía ,cheha da farí auanti ad vn Giudice si potente , e recco, a cui nulla puó naíconderá, ecurco lta prefente. Li ( vedraono PiogiuRi- zic , che pañarono per i Tribunali mani : Si manifeñterá, che piú pore la pafione , chela giuttizia; interes, chela verica: che i mezzi, ed intercefiioni ebbero forza, per piegare la co- ftanza del Minifro, de inclinare la verga dei equicá;che favor jua la parte , che aueua minor 443 regions, dando il tracollo alla bilzacia della giuítizia co'! ptío de' donatici, rifpecti vmani, c dipendenze terrene , 114. Finalawcote, fará motro dinerfo il Giu< dizio di Dio dalPrmano, emol:o diferente Tribunale Divino da'Tribuosli degli huomint; come lo noto il Cardioal Pistro Aliaco néálles Meditazioni lopra "il Sales. 42. Tudicame Deus, Bic, Dicendo queñie parole + Nam proptertridoy que bis notantur verbis, bumanum babeo fufpes Élum iudictuna y ideoque ad diuinun recurreye com pulfusfum. Propter seflium Fallirarenz, quia fapes gens non Sanóta teflis cft: propter Ludicurz iniquitas tem, quis fape bomo miquus ludex ef; propter Aduocailorum , Í* Procuratorum dolofizatens , quia Jepe bono dolofus Aduocatus , vel Procurator efta E contra verd in Divino Ludicio teflis exje tua infala bibilis veritas + Zudex erit ema ino Dliquabilis aquitas. Aduocatus , Í Progurator erit t:a imperturbabilis pietas , mifericordia , bonstas , clementia y ALQUE_S bensyricas . Se nel Giudizio vinano ponno elfere di pregiudicio á fal refimonij, co'l deporre il falio,nel Diuiao and:ranno i Tefimonij con vea rica intaliioile , poiche ferá teftimonio lo feo, che ha da eere Giudice : Ego fuva ceflis , 7 ima dex. Hierem, 29, v. 241. Se nella terra va Gia. dice peruerfo puó fulminare vn'iviqua featenza; 1H Gia dice Supremo la dará mol: o giufta, e cor. iipondente al merico dellopere , ne al giuto potra far ingiuttizia , priuandolo del premio, che merita , fecondo 'a¿malo farto di buones optre; ne fard torco 2llo Ícelerato , condannan. dolo ad vua erernica di fulíuree, ardeoti, eco. centiílime ñamene , shandendolo perpernamente daila dolce parria del Cielo, econfinandoloa remigare ptr fempre fra wortici (panentof di quel foraridabile Occzno d'incendij. Se nel Mon. do 'Auocato , € Procuracore con dolo, % ¿us zía pretende, che ía giuft:zia chiara quello,che Singloftizia manifeíta + nel Tribunale del Cielo pon s'avuocherá , ne difenderá, ne parrocioerd cauía , che non (a legiccima, e giuñta + La pierá, bontá , clemenza, e benigaicd del Signore farano na quelle , ch: faraano l'vÍficio d'Auocato , dis fendendo 'huomo , quando la íua cauía merices ri pacrociajo; e diñingannandolo , quando les us opere non mericeranno difeía . Finalmente l'Accuíatore puó di quá ediere nel (o víficio di- ferrolo; Ma colá la medema cofcicaza lará quel- la , che acculerá ¡'huomo de'fuoi erroris Teflis ioniuus reddente ¡llis confrientia ipfornm , Gr inter fe inuicero cogitationibus accufantibxs.ad Rom. 3. Ve 16: La cofcisnza redarguirá il carciu o Miniátra de'fuoi iniquí maucggi * colá lo convincerá de fini únitri, co'quali mantggió molce cauíe, e de'pefíimi mevzzi, che adopró per conchiuderies cold Paccuferá del'onmviBoni, uegligenze, tra- fcuragini, e pigrizia in cravagliare , e Ípedire il pouero liciganee , faccadogli fpendere quelios ch nou ¿pena , canfandogli angolcie , difgulti, Kkk 2 MOr-
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