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24 Preambolo: feflore gouernarfi nel modo , chs diró nel trat. 2. cap. 3. wum.32: O feq. Ne deue affligeríi il Confeñore , fe ia qualche peccaro non puó formare giudizio decerminato, fe fia mortale , 9 veniale ¿in quefto caío , le fate le donute , € necefíaric.iocerrogazio- ni non puó fare quefto determinaro giudizio , lo pigli, e giudichi come peccato dub- bio . Queña medema difficolrá gli occorrerá, quando ( confeflera qlcuno de' penfieri, incerto fe vi abbia acconfentico , d nó ,ia queño fi regoli co'l modo , che daro nel tras, 6. (4p. 9.1. 153»» Y feq. Generalmente parlaudo , per condannare di peccato morta!e il Penitente in materia grave ,bafta quella brurcezza, O deformitd , che gli fi prefento nell'arto di peccare , benche efpreflamente non fapefle , che fo(e peccato mortale , l'in- fegna Valquez. 1.2. 9. 19-art. 6. difp. 56. Cap. 3-1. 10. Sanchez /. 1.i1 Decalog. cap. 12. n.7.; Lo fteflo dico delle circoftanze muranci fpecie; nell' adulcerio , v, g. per con- dannare d' adaltero il'Penicente bata, che egli aueffe per maggior p£ccaro il peccare con vna coniugata , che con vna libera; benche efpreflamente non fapeffe , che quel peccato aucfíc il nome d' adulterio , e cosi deueá difcorrere dell' alcre circoftanze , che mutano Ípecie . Sefto : fpecta aleresi al! Víficio ; che há di Giudice il Confeffore , d' obbligare , e co- firingere il Penitenee a reflicuire la fama, l'onore , e laroba, quando vi hi danneg- giato il proflimo , e dene obbligaruelo fubito , che há vdito il furto , € non aípecrare al fine della confellione , per effere faciliffimo , che fe lo Ícordi , e per queño pericolo di fcordará, le é neceflario commurare , ó difpeníare alcun voto , 9 dargli qualche im- portante aunercimento, deue farlo fubico fearica la cola , che lo richiede , Come Macfiro, deue il Confefíore cauar il Penitente dall' ignaranza , in cui lo cono- fce ,infegnandogli ció , chee peccato mortale , e quello ch' € veniale, feno'! sáa;in- fegnarli, come deue eflaminare la ua cofcienza , ecurco ció , che fi ricerca , per fare vna buona confelfione: parimente apparciene all vficio di Maeltro Piaterrogare il Penitente , 8z ajutarlo coll interrogazioai dá direi fuoi peccaci, animando( coa que- flo il Penicente á dire le fue colpe. Chrifto Signor Noftro , quando nel Tempio clcr- citaua T'vfficio di Dottore , ó Macfro , come vogliam dire , dice S. Luc. 3. , che vdina, Scinterrogaua , audientem ¡llos , Chr interrogantem eos; cosideue fare il Confelores, fencire, Sc incerrogare, enon feruars vn cerco Socratico filenzio, co"! quale reltano perlo piú atrerrici, i Penitenti timidi di cuore , Come Medico, fid dá carico del Confeflore applicare al Penirente medicine falucari proporzionate alla cura del male, che patifce; equelte sallegacranno nel tratt. 9. cap. 3. nm. 26.,0 feq.: deue aleresi con parole dolci, e fenza pongoli, mecrergli auanci gli occhi la bratrezza de* fuoi peccari , procurando d' ingenerargli nel'animo ogni poffibile abborrimento; e farlo con ragioni fode, e conuincea:i, che fi por» ranno per maggior commodo nel fine de precetti , cap. 1, trat. 9.1. 2., Tfeg- , pas rimente al fine diciaícheduno comandamento, fe gli faranno alcune brcui clorta- zioni, aggiungendogli qualche efempio , acció meglio pofía canofcere la brucrezza di ciafcheduna delle fue colpe . Deue peró andar cauto il Confefore a non fare quefte efortazioni, prima che il Pe- nitente abbia finica la fua Confefñione; perche, fe al paño che vá fentendo i peca cari, fi váaleresi erarrenendo d riprenderlo , ed a fargli capire la loro deformita , po- trebbe effere ,che o Te ne fcordafle alcuno, ó fi sgomentalle , d perdeíse la l:bercá di dirli tutci. Chiamó Dio con nome di canii fuoiMiniltri: Pfal. 67. lingua canum 10- rm ¿e nota S, Agolt., che non li chiamó denti, ma bensi lingua : nec corum dentes, fed lingua landata eft: la lingua del cane € fuaue, € cfficaciófima per fanare le piaghe 5 € cal” há d' efsere quella del Confeísore : Non há da mottrare fubico i denti al Penicentes ma bensi fentire prima pazientemente cutca la (ua confellione, e poi vditane la (eric eforcarlo , e condurlo qual 2 meno al dolore delle fue co/pe: Se fono giura- menti, imprecazioni, con ció fi dirá nel fine del fecondo comandamento: 5e> odij, con quello fiá nel fine del quinto, e cosi rifpectivamente di tucri gli alcris e generalmente parlando , valeríi , per fargli concepire aborrimento a qualfiuoglía Ío1- te di peccato morcale , di quello fi dirá nel fine di cuccl i comandameati trat. 10. C4p- 1. num, $. Come medico dene ancora interrogare fe il peccato e di reincidenza , € ¿bicua- Je, quando la materia ne dará fondamento ; € nel cap. 3. trat. 19. fi parlerá delle mate. rie , nelle quali fogliono oceorrere quefte fpecie de' peccati: deue anche nel 6. coman- dameato interrogare il Penicente , fed caío fi trouafle in occafone proffima , €: allora, O difivrirgli, O negargli 1 aftoluzione ne” caí , che fi diranno nello fpiego della propo- (fizione 60. 61. € 63. prod, : Quan-

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