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Capitolo VW 111. Delle Monache+ Trideneino non e rifernata , come dice Bona- cina Tom 1.: Trat: de Clanf. quelt. 4. parto 5. fubuum. 2.5. Obferua; Se non fork 6 violage Ja clanínrad mal fine, che queño farebbe rifer- nato. el Sommo Ponrefice; benche , fe fofle il delitro occulto,, porrebbe: afloluerí dal Yefco- vo, € per il privilegio della Bolla., come ties Dianapart. 24 Trate 16. refol. 33. Né incorre in quefla cenfura quella , che e cauía , ch'encri guaiche períona Araniera nella cjauíura , O ve- ro Pammecrte , quantunque fia d mal fine; come ¿fíerma Diana ibid vefol. 32. € fecondo quefñto non incorfe Y,S, in queita. Scomunica del Con- cilio , pereflere Ñara cavía , ch'eocrafle ¡l Me. dito lenza vera necefficá nella clanfura del Con- pento.,quantunque pofla efer'incoría in alera ceníura , come efamineró nella dimaada , che fiegue, 62. Mi dica: Sapena V.S, che vera $comn- pica contro le Religiofe , che fono cauía , che alcuno entri nel Conuento fenza necellica? P, Padre giálapeno:, che guelii, ch'entrano lenza cauía vrgente, peccano mortalmente , € fono Ícomunicati; $ anche aneuo vdito dire; ( quantunque non da períona molto dotra ) che vera Scomunica coarro le Religiofe , ch' erano cauía , che alcuno entrafle nel Conuento; benche jo -no'l fapefli di certo « C. Papa Gregorio XUL. in va Mogu proprio, che comiocias Vhs gratia, £ indulte , €:lo rifen riíce il Bollario Magno , Tom. 2. fra le Conflja tuzioni di queño Papa , pag» 393. num. 28. prol= bi con pena di Scomunica maggiore 1p/o facto incurrenda , riferuaca alla Sede Apoftolica la (ua aloluzione , che nipno , con pretefto di licen- 28 ardifo entrare ne' Conuentj delle Monache; ne PAbbadefe, Abbati, ne alcri Superiori gli permertellero encrare con presefto di ali licen. ze, che prefumefero aner'ortennuto , Kc, ÉL agginoge nel $. 4. Quin etiam fub cifdem panis ipjo fabio jucurrendis probibemus , atque interdi. cimus omnibus , Ey quibnfcamque perfonis Eccle- fiajticis , Y Sacularibus ; ac etiam Ordinum quo- rumcumque , QC Ne Monaferia ¡pfa Monialium pro libito , fed meceffitatibus vrgencibus dumtaxal imgredi , nene Moniales fub eifdem panis ¡llos aliser admittere , prafumant + E nocó con Suarez, San- £hea Tom. 2, della Somma lib» 6. cap, 16, NUM. 93. Che (1 ricerca, per incorrere quefta cenfura, che la Monaca concorra direrra , O jadirrcita- menit all'encraca della perfoma nel Movalteros ik aggiunge Bovacina fupra punt 6.num. 16» che per víare quelta Conftituzioue la parola prefumant ,4i ricerca , per incorrere guctta cen- jura , che fe v'abbia Ífcienza, O grande cemtri- td; e che fcuía Pignoranza, quantunque fia vincibile, crafía, ó fupiva; Dal che s'inferi- [ce , che anendo V,S. operato con gualches ignoranza di queña pena , guantunque cralla, poiche gid ne auena vdico dire qualche coía, 399 noniacoríe nella derta Scomunica , peccó.pe- ró gravemente, per tífere taca cauía., che con trae il Medico uella claulura ftnza. vera oc: celica, 63. P.M'accuío Padre ,cheia vaa occafos ne, efendo Porrinaia, fui cauía, clventrade vo'buomo nella clauíura . C. Con qual cauía Piocrodo Te Y. P. Padre, in occañone di portar dentro Cer. ra (upellecile della Sacriftia , che s'era imprefa- ra (nori di cala . C. Non potena V.S, farla entrar da le Refa, 9 co!l'aiuco di qualche alera Religioía ? P, Padre, certoe, che, fe voglio divil ve- ro, ¡o fola poteno farlo . C. Adunque V.S, peccó grauemente in autp permefo , che quetta períona entrafíe nella clauíura con si legeiera cauía : Sic Lumbier Tom. 1. della Sowmg d' Arana num. 494. pagina (mibi) 466. E quefto foggecco , fe labuona fede no"! Ícusó , incorfe nella Scomunica impo fta dal Concilio di Treato » E le Y.S, l'auelle jorrodorto con preteftodi quaiche licenza, alresi farebbe incoría nella Scomunica rileruara , che impoíe Gregorio XUL fupr, fe forí von la Ículalis 'ignoranza, come hó derco ananti: Ma le V.S.Pauelcia. trodorto ( quancunque folle lenza biltaace ne. celica ) non con precefto d'auer qualche licens ¿a, ma per condelcendere al fuo genio , O prie- ghi, quantunque auerebbe peccaco grauemea- rez noo larebbe ptró ¡ocoría nella decra cenfu. ra di Gregorio Decimorerzo, come dice San. chez lib. 6. della Somma cap, 16. num. 78. € 794 perché quelto Motu proprio folo parla di quelli, eh' entrano ocila claufura, O li ammectono con precclto d'zuerne occenanta faculra, O li» cenza, 64. M'acculo, Padre, che ia certa congiun. enra , che fuiinferma , lafciano ad voa períona mia amica , fe a caío morino , vn'Improato , 0 Imagine prezio/a, che aucuo , C. E' vío introdotto nel fuo Convento , che le Religiofe , quando mojono polliao fare que- fte diípofizioni $ P. Padre, qualche volca l'ho veduto fare, non peró fréquentemente . C, Aucua licenza dal fuo Superiore di lafciar a quella períona queÑ'improaco ? P, Nó Padre , perche era afence , e Jone tano » C, Né dimandó licenza alla fua Prelata $ P. Padre si. C, Gliela concefle? P. Padre si, C, Se fotse gia vío iotrodotto mel Conuen- - to, che le Religiofe , quando moiono , diípone gono delle loro maísarizie , d oraameaci di ca» mera , non larebde coipa graue il farlo , Occen- vutane prima licenza dal Superiore , fe po- relse

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