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E poco gelo d'alcumi Confeffonis 19 per fignificareda vigilanza ,con la quale hanno ad arcendere alla conferuazione delle mifiche Cirrá ¿ Se quefte fentinell- dormono , fará necefíario , che Pinimico s'impadro» nifca dell anime , e Cinenga la Chicía nofira Madre materia di pianto doJorofo; vés dendo premalere tirannicamente Vinimico alfiuto; impaluwt inimicus , perla graue negli. geoza de' Miniliri, alla vigilanza de' quali fido la cuñodja de” foi: gli: fact: fune filij mei perditi , 20 Non flupiró gia alle tante lagrime de” Santi, 22? pianti della Chieía quando mis'offeriícono a vedere i gemiti del nofizo gran Dia, e Signore ; lo vedo piangeresd dli quella Gerufalemmme ¿foura di cui pianíe ne' fecoli pañari Gerenia : Videns Ciyita» sem fleuit fuper illam: Lo wedo veríar lagrime nella morte di Lazaro , che rapprefenta- va la morte Ípiricuale dell! anime; Lachrymatus e Jefus: Pianfe anche con maggior lentimento , difle S. Paolo: cum cimore valido , ír lachrymis; E quelti clamoro6 fof piri diede , dice S. Tomalo , «e alcri , nell' Orszione dell Orto ,done verso lagrime non compai, malagrime di vivo fangbe; poco parnero al [uo dolore due occhi , per ma- nifeftare il fuo gran fentimento , € volle , che eucti i pori de) fmo Santiílimo Corpo fof- fero ,dice S. B:raardo , occhi per piangere , ó bocche per proteltare il lommo delle fue amarczzc: Chrilus non coutentus Fust lachrymis oculorumz , fed totins corporis fangumets la ch»ymis peccata noftra flere volyit . Piange Chrilto con quelt eccefo., per confiderare, che doucna elfere fenftacoria la lua Santiliima Pañlione in rante anime; pizoge, perch? vn tanto imumenío beneficio douena efere Ícordaro , « ¡ingraramente corriípolto da molci malj Criftiani: piange , perche Giuda, che ausua onoraco co'l cararrere Sacer- dorale , e datogli poteltá di curare anime, miftramence le perde + piange , perche gli Apoftoli, a' quali aveva Ki aro la cuftodia del uo gregge, e la vira delle fue pecore , le ne ftanno alcamente addormentarí, e riprenlibilmente negligenti singen:it.eos dormientes; piange perche prevede Vinimico pió:o ad afalire l'aoimes Ecce Satanas experiuit mos;e le fentinelle fe ne ftaano abbandonare al fonno» piange, perche coufideró, che queilo, che allora Ínccedena , douena altre volre vederí miferamente riaonato ,ed ora: (i veda praticaco : dormono le (entiaelle ¿ non vegliano iSacerdoci : fono negligencii Confits forise fi fá padrone dell'aoime il Demonio, che Chridto a canto [uo colto ricompro. Oh Gicsu della mia vica., piangere quello , ch'io nan lento, e featica quello, ch” ¡o non piango! Lagrime dilaogue verla il voftro amore. 2ppalbonaco dajla miatepidezza; ch fe la mia freddeaza li rifcaldadle co'l fuogo del sofiro ardeore amore! Ob dolcifli- mo Signore , chi porefis alciugare le amare voftre lagrime lin gran parce relteranno allegcrice le voflre pene, fe arrineranoo al fuo finei ici deliderij., E io porro Confe» guire ia quelli, che quello Libro leggeraono , l' intento , per il.quale lo (crivo » Huos mo , Che leggi quelte linee, ij Confeñore, O 109, «li preggi d'ama:ie il Sanciffimo tuo Dio . e dolcifiimo Giesú? nou ne dubito ¿-euoi dars qualche follizuo a'4uoi amaoti fentimenti? devo perfuadermi, che con si neghsrai a dimand: si douure, poiche facil- mente puoi farlo ; fe fci Sacerdote , applicari 2clofo alla faiure dell'anime ,con che cel» fando 1n Chrifto Ja maceria del fuo dolore ,, aliegerirai ¿l fuo cuore dalle pene ; che lo con batrono ; le non fei Sacerdote, puoi anche remperare le anguític del tuo Dio ; non ignori , che piange per le cue colpe, c: Mino imoi peccari , e rimaranno follenaci i fuoj pianti ; ben fai, che vería lagrime per efli ; lalciali, adunque , e cefierá nel cuo Dio 4 motino del tanco fentimento , che ne bi: E' chiaro, enororio , che la va repidezz2, fieddura , durezza , e poco dolore caufa al suo dolce Signore canta amarezz2; plaogi Je que empicra, addolorati per Je tuc ingracirodini, pentici fernorofo dell'inconfiderata rua vita , e riempirai di gaudio J'animo del tuo Redevrore . Amorofiflimo Giesú poga € la mía perfualina , nulla la mia eficacia, le wie ragiooi infufíicienti, percke le derca jl mio Ípirico , che € cepido z rinuigoritca la voflra grazia dinina quehti cararceri , che con buon defiderio forma la mia peona; fupplifea la voftra forza alle ñacchezge del mio fernore , accioche per la porta degli occhi encrino animare quelte lercere , a per- fuacere nell'iocerno con fpirito, € vigore siioportan:e dotirisa ; Veltite , Signore del fuoco de) vofiro ardore quefti cararteri, accio porcino agil occhi fhoco , che pafando al cuore ,1'accerdino del voftro amore, € innamorando l'anima della sofia inficica boniá , la porti á viui defiderij d'aícingare Je voltre compaíñonenoli, e fenfarifii me lagrime . 24 Turri quefti motiui, che lafcio riferiti, donerebbero perfuadere, e connincere Ja nolira cepidezza , € obbjigarla ad applicarfi con diligente ftudio alla falyce deil'ani- me, ch: paceodo si dolorofi: acerdenti. li vedono fenza gli opportuni rimedijse le le ragioni preccdensi non rifcaldano la apÑon epi y laranini ,/e role, il cimor ll 2 uc, Luce capi 19. Y» 41) Joan. £ip, Als» V. 350 Ad Hebrz- OSC-$.M> 75 Apud Cor: nel. ¡neum locum . S, B ern. lerm, 3. 10 Dom, Palmar. Marth»c.26, Y. 49 Luce £. 332 Y, ¿lo

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