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366 fermo , che aueua da durar lnopo tempo, ri dondaua ininfamia deli'infermo apprefso de' circonftaoti; Adunque non era obbligaro a fare per allora ¡ntiera materialmente la confel- fione , ma pote dimidiarla; € amminifraco il Viatico ritornarea confeísarlo fa'l rimanente, ed integrare la confefñone . Lo ftefso ha da dirfi, quando ii Sacerdore, che va á confeísare l'infermo , troua qualche peccato caciuto, e fenza ¡porer finire la con- fefllone auuerte, che il Parrocho viene gli co” Secramento ; puo dimidiare la confeflione, 8 aísoluerlo ; e riceuuca la comunione ritornare vo'altra volta d continvare la confeffione co- minciata ; e per euirare si grauiincoouenientj ¿S'ha da procurare di condurre all'ioferrao vn Coofeísore non conofciuro , perche poísa sfo. garf con quello con libereá; e conduruelo d cempo, che bafti; e far aunertico il Parro- cho di non andare co'l Viarico fiache non gli conífti, che Piofermo abbia finica la lua con» feílione . 74. P. M'acculo Padre , ch'elsendo chizma- to a confeísare vn'iofermo, ecominciando la fua confeffione , lo vidi si mal diípofto, é ofti- nato ne' fuci peccati, che 00' tronaicapace d'a/soluzione ;e ció non oftante mi dimandó pubblicamentela comunione, 8 io non volfi amminidrarglicla, C. Non procuró V.S. di proporglimoriui da rompere la di lui durezza , ora rapprefen- randoglicon dolcezza la fomma Bontd di Dio, ora la fua infinica Mifericordia , l' eccellenza della Gloria, 8: ora ponderandogli i terrori dell'loferno , Peternitá dell'atroci fue pene,e Yorridezza delle (ue fiamme ¿ P. Padre, cutto quello, in che poteno aju. rarlo, lidifli , e ponderai , fecondo il mio fpirito . C. Midica , quefto fogetto era pubblico pectatore ? P. Padre era vifiuco male. C. Al peccator pubblico , che pubblica. mente dimanda la comunione, fi puó, € dene negare ma al pecciror occulto, che diman- da pubblicamentce la Comunione, noa fi puó Negare , mafJimé , fe il fuo peccato fi fapefle per Confeflione; € comune doctrina de'Dottori, ceme dice Fagundez fopra i precer.della Chief, libe 3.4n 3. precept. cap. 10. num. 16. Caítro Palao part. 4. Trat. 24. difp. vnic , punt 20, nuN. 13., 6 € cíprefla del Dottor Angelico part. 3. quaft. 8. art. 6. in corp. doue dice: ya. mfejtis érgo pecatoribus . non deber etiam Peten. tibus facra Communió dari... Si veró non fune manifefta pecrareres ; fed occulci . non poteft ers pe- tentitus Sacra Communio deneLari . 75. Or mi dica V.S. in che genere di col. ps era noraco quel huomo $ P, Padre, il (uo vizio era givocare, giurare; Tratrato X111. Dell Y "fficio de” Parrochi ! dedico aleresi á bruccure. C. Quando era ivfermo, aucua in caía del cañone di peccare: cioéd qualche períona , colla quale fi dicena effer viffuco in concubinato ? P. Padre nó . C. Per peccaror pubblico s'ha da inrenderes ( quando parliamo del caío di negare la comya nione ] quello, che ha peccati pubblici, eche fos no obice per la comuaioas , come yn víurajo pubblico , che dimanda la comunione, fenza relticuire iimal'acquiitaco:rn concubinario, che non vuole Ícacciar di cafa Pamica ; queñto € pubblico ; € a queli, de aleri Gili, che hanno peccati pubblici, ha da negarí la comuniones má a quello, che € ftato notato di peccatore ,e noa ha peccato pubblico, che fia obice per rica uere degnamente la comunione ,-fi ha da dare, quando la dimanda; e cosi V.S, há facto molto malcd negare la comunione a quefto fogerro; poiche quantungue folíc taco peccatore pub- blico , non autua pero peccato pubblico , ches gl'impedide la comunione ; ela fua oflinacione, « indifpofizione cra occulca . P. Padre, come che fapeuo , che la comunio» ne gli farcbbe ftara veleno , per quelto glic las negai. €. Quello, che V.S. gli dana, non era veleno; ma medicioz, benche egli per la fua mala indik pofizione non fe n'approfitaua ; €e eiendo oc- culta queíta indiípofizione dellinfermo , non fece V.S.benea negargli la comunione, ches pubblicamente dimaadana , poiche gliene riful cava erand'infamia 76. P. Altresim'aceuío Padre, d'auer dee to con Ícrapolo la comunione ad vno ftolido ia pericolo di morte , C. Era períona furioía, di cui porefle temer- fi doucíse commectere qualche irriuerenza al Sacramento ? P. Padre era molto quieto , $e in efícreo non commidl irriuerenza alcuna . C. Era períona pia , della quale porena (pes rar, ch'edendo fina di giudizio , dimande» rebbe la comunione 4 P, Padre si. C. Conftaua, che foffe forpreía dalla priua- zione del giudizio , ellendo in peccaco mortal? P. Padre nó. C. Quantunque Sá verb. Eucharif. 3. dica, che á pazzi non ha da darfi l'Eucariftia in po. ricolo di morte: queño peró s'intende , quando fi ceme irriuerenza; ma non cemendofa, aggiun: ge, puo daríi al p:2z0, che non e tale dalla 04 Ícita 3 Sí anco dice con Suarez, che gli (í deue dare in pericolo di morte, quando auanci dí cader ¡o pazzia, diede fegni d'animo pio + fi che non temendob irriuerenza nel cafo, che Y.S propone, e prelumendofi del pazz0, che dis manderebbe la comunione , le fofie di fano gius dizjo, ben e li puo dare , dice Machado e 2 lib,
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