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Capitolo Y. DelPEjortatione , ch' ba da farfé al Sacerdote. 345 Hi; ttivera gran Mifericordia Diuioz il preue- fire co'1 difioganuo ció, che poreua punire «o'I caftigo: E fapendo , che Dio, chercíta ofelo colla colpa , refta placato colla penicen- za, wanifeñó al fuo proprio Vefcouo il caío Jeguirogli , € di fuho configlio s'applicó ad vna aullera , erigida vica , efsendo fuo alimento il digiuno , fuo cibo l'aftineoza, fuo fonno le vigilie, fue delizie le sferze », fuo conforro Famarezze, e fuoj diucreimenti le lagrime: Ec 'aucodo confumato qualche tempo in queíta forte di rigore, ritornó al Veícono, e gli ad- dimandóo configlio , fe poteua ancora acco- faríi all'Alrare del Sigoore: Gli rilpofe, ch'era ptranco troppo preíto , e che feguicalle qual. che poco di piú la fua penicenza ; lo fece il pe- nitente Sacerdote; e doppo molre lagrime, contrizione , dolore, e compunzione, ando finalmente pieno di timore , € di Ípauento á ce- lebrare :c (0 ¿d Dio canto grata la fua peniten» za ,chenon lolo gli permife, che lo riceueñe nel fuo perco , ma che le tre Oftie, che prima glierano mancate , doppo per miniltero degli Angioli eli foflero reflicuire, e torre le conf. mó in quella MeÑa ; Dal che jotefe , chela lua penirenza era flata accerrara da Dio, € perdo. sarii fuoi peccati; e riconofciuto fauore si 'grande dalla mano di Dio, procuró corrifpor. dergli graco , e feruirlo con ogni affttio » Impariamo da guctto calo , noi che s'acco. filizmo all'Altare, come dobbiamo audaruí: temiamo'i giudizij di Dio, fe non meniamo la vica, che richiede il noftro Víficio , digaitd, 8c impiego; e fe per noftra fragilica fo' ora noo fi fiamo portati colla puricd dovuta , a0= diamofene contrici, $ vmiliati co'l Prodigo alla pietá Divina , e confeísando le noftre Ca- dute dimandiamone pentici ii perdono con ficurezza nella Suprema Bontá , che ci ammet- terd alla (na Menfa , fe ci vedrá alla foa prefen- za riconofciuri + ci dará ii pane della confolks zione , fe fi cibiamo prima con quello del da- lore, e componzione: mai cimancherála (ua grazja , le faremo opere degas d:il'ererna Glo. ria. Amen. Aunertenza. NY pollo tralaíciare di preuenire ía queño luogo i Padri Confeísori d'rna cola,che, con buona lor pace, mi par ne. ceflaria. Hó notato , che quando qualche Sacerdore viene á confeísará , non fuole il Confeísore amoniclo , de efertarlo 211 cmena da , perícucranza , de alle alcre virea , che hi oft:ío co” iuoj mancameati, per dires , che gia il Sacerdote sá quello , che ha da fare: Suppongo, che fia cosi ; ci auuilas ptró Chrifto , che il grano della parolas Diuina cadendo in terra buona rende frut. ti abbondanciffimi: Adunque donendo fup porre , che il cuore d' vn Sacerdore fa cer ra buona, e ben preparaca; qui há da (e. minarfi il grano eletrco dell: ammonizione colla fperanza di raccoglierne piú copiofo il frucco; P alero , il Sacerdore, che vd a riconciliarfi, vá come reo , e peccatore; e fi come difse il Filofofo + Omnis peccans e( ignorans , ia quefto cafo non s' ha da ri. putar fauio , ma come reto ignorante: e final. mente ve grandilima diflanza dal leper vna coía , te autria , e conftruaria vinamence alla memoria » Puo efsere , che 3 quintonque il pe- cicence lappia ció, che gli e douuco , ten. ga fopite, e mortificate quefte nocizie ; e fari bene, che il Confeñore coll' aura fuzue d'vn'amorofa ,e dolce efortazione difperga le ceneri, che tengono coperto il fuoco della ve. ricá, acció fi rauuiui nel cuore colla ñamma delI'Amor Diuino , HIKIDKIDKODEDRDRONIDRIRIRI DDR ENE RETT A 0 dd Dell Vfficio,e Stato de? Parrochi, CAPITOLO PRIMO. Dell obbligo , cbe hanuo ¡ Parrochi di rifedere melle proprie Cbiefe mi fono afícorato dalla mia Parro- chia . C. Per quanto fpazio di tempo + P. Vnavolca ne ftecri añente per due me 3. p . Maccuío Padre , che qualche vol:2 a > -q intieri, C. Otrenne licenza dal fuo Veícouo per queíta afíenza ? P. Padre si. C. Fi cfpreíla la licenza 5 O prefunta , € ta- cita ? perche quefta non baíta , ma e necefíaria Pefprefia ; come dice Bonacina nelle difp. Ó Trar. varij, che fono al fine del luo Tom, 1, difp. 5- punt. q. 1. 127 P, Padre , non mi coneentai delPimplicica Xx ma

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