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Capitolo Y. Dell Efortazione, che bx de farf sl Sacerdote? esp. 2 ) Angelus ( aggiunge S, Geronimo ibi ) Sacerdos Dei verifimé dicitur. Douendo efsere saaco pura la vita , e l'aoima d'vo Sacerdote, non lara abbominazione grande , che fa im- monda , e Íporca ? Quanto deceftabile coía fa- rá un Sacerdote di penferi impuro , dí parole jodeccute , di conueríazione diísoluco , di trar- co irreligioío , di pafíi obliquo , di cuore la- íciua, d'animo feníuale, e difordinaco di sf. ferci?Se crarrorono ignominicfamente iperf di Giudei il Redentore, non lo (prezzano me- no i Sacerdoti , che menando vna vita impura, lo riceuono nelle lor mani, dice Teodoreto in cap. 11. Epift. 1. ad Corintb. Eum ignominia, Gr dedecore afficiunt , qui Sanctiffimum ens Corpus immundis manbus accipiuns+ Vos volea ciolero di langue le facrileghe lor mani gli Ebrei d'ia- torno d Chriflo Sigaor Noftro , cogliendogli con fierezza inumána la vica fopra en legoo; Ma , ahi dolore ! dice Terrulliano /:b. de 1dolat. cap. 7. Che ogni giorno peggio lo tracrano i Miniftri dell'Altare ! Prob fcelus! femel Iudai Chriflo manus imtulerunt , ¿fi quotidie corpus eins lacc/fJunt . O* manns prafcindende! Per amor di Dio, efuo, figlio , lo prego a tiflezcere quelle parole dell'Apoftolo , che gli dice ,che la fua anima, € depolito di Dio, e - membro di Giesúd Chrifto ( a. ad Corinth. 6.) Ne/fcitis ,quia Templum Dei eftis: Nefcitis, quia sorpora vejira membra funt Cbriti? Er efsendo il íuo petto Reliquiario , doue tá Dio , Taber- nacolo di Giesú Chrifto , Sacrario del Re del Ciclo , Arca de' eefori Divini, Trono dell'Al- timo, € abirazione deli'Ooniporente, fard bene , che volcando le Ípalle a si amabile Mae. lá G framilchi profanamente con chié depofi- to del Demonio, Couile di bruccure , caía di laíciuie , albergo diimmondezze, e ricercacolo d'eoormicá ? Tollens ergo ( aggiunge l'Apolto- lo ibid, ) membruns < brifti, Faciam membrum me- retricis? Oh non permetra il Cielo , che pofsa diri, e verificará di V.S. quella lentenza di S. Geronimo y 1/fte pollutis manibus, 27 quibus pan. ló ante muheris corpus traffamit , falutem bomi- num tangit , Ó veeipit ore, quo paulo ante baffia merctriciimprefit . Ifte ore fatente , cd corpore polluto demergi eum , quem Angels videre concm- pifcunt , GT quema afpiciendo dele Fationes eternas accipiunt. Se a* Secolarí, quiodo hanno ad accofiará d Dio, ricorda S. Paolo, che s' aftenghino da quello e loro permeíso ¿ quanto ditorme coía fará , che va Sacerdoce , che ozile fue mani há da ceoer ogni giorno il Signore del Cielo, s'infanghi in quello, che gli é canto proibiro $ ($. Agoltino Serm 37. ad Fratres in Eremo ) Ecce laicis commgatis ad tempus abltinere Precipitur , vi Vvacent orationi ; Y Sacerdotes , quos Corpus omimi confecrare omni die opor set, concubinas sn domo fua babere non erubef- cun. 343 Le raccomando alecesi la diligenza ¡a prei parará con fomma riasrenza al Dininifimo Sacrificio della Melsa : %rima Paccotirñ all Altare, fi raccolga ia fe Reíso prono: 1, come dice S, Paolo 1. ad Corinth. 1. Probrt aus tem fe ipfam homo; per aadar colla decenza douuta á si Sacro Miaiftero. Quello. che he da perorare alla prefenza diva Monarca, pri- ma d'aodacui, fi prouz, efemiaa le parole, che ha da dire, 'addetra alle cerimonis, che ha da fare, fi polifce modeftamente, fi com. pone, e Ípeade molto tempo ¡a difporá , pet fare con decoro la fua comparía: Or, fe ques fto Gi fá, Sigaor mio, per parlare ad vn Ré della Terra, che e poluere, cenere, fterco, terra , e nicace 3 qual douere fará,(i faccia , per andará crateare coll'Imperatore del Cielo tan- co da viciao, come vi fi tracea nell'Alcare ¿Sas rá giofto, che fi purifichi aurori la cofcienza; fi purifichi Panima , e s'adoroicoll'emilca , ri- uerenza , e fommiffione, confiderando la pro: pria bafizzza .laflomma grandezza di Dio Sas cramentato, ela fublime eminenza del Miniftes ro , che vaíli ad efercicare . Se la Puriffima Re. gina degli Angioli (i curba, s'2onichila, s'rmi. lía, fi ricira, ( proftra dcerra quando nel fuo Santiffimo Ventre há da riceuere la Macótd Divina: Eflendo ¡il medemo Dio quello , cha V.S. riceue, come grauemente poodera S,Ago* fliao fuper Pfalm. O veneranda Sacerdotum dia gritas, in quorum manibus velut in vero Virginia Filius Dei incarnatur ! Molto ragionsuole lara, che prima s'rmilij, li prepari,e Gdifponga,e raccolco vna mezz'ora nel (uo interno , poa- deri coll* ateenzione poffibile l' opra Soura- na , che vdd fare alla prefenza del Crea» core . Altresi Veforto , che procuri dire la Mea con moderata poíatezza , con graue circon- fpezzione , con religiolsa modeftia , econ Mae- ftá vmile: aon € alcra cola il celebrare , che cenare alla Meala di Giesú Chrito, Bene, e Sigaor Noltro +: H| mangiar freccololo , leaza modo , e modeltia alia Meuía d'va Principe e cola, che croppo diídice, e che fi nocare il coquitato d'incivile , vile , e (coltumaro + Seare alla Mena del Cielo t£aza rifperco ; Mangiar il pane degli Angioli fenza rinerenza ; dir vas Meña fecccoloía, e cola, che molto difpiace alia Macíta Diuina : hanao de tati con grauí- cá le cerimonie ; da pronunziaríi con arrenzio. ne le parole; da medicará con macuricd ¡Mie Rerij Sacri, che vi fi rapprelentano : da confin deraríi, che quel Sigoor incrueato , che vi lacrifica , € lo ttello , che s'off:cíe nell'Ara della Croce diluuiaco di Saague, olrraggiaro , vili- pelo ,inchiodato , farco fprtracolo di icherai, d'olrraggi,d'igaominic, d'ingiurie , 8 obbro. brj;oggero d'irriñoni, di guanciace, e di eripudij, e che 6 f4 in queíñto Miítero Celefte com:

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