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Cap. IV. Part. 11 » Della Decenza, «99 I ntenzione per celebrarez 331 ptr notabile , e bañante per confticuire mate. tia grave. 134. P. Padre m' accufo , che fando vo giorno all Altare , mi ricordai , che aucuo be. puto avanti vn poco di vino . C. Siricordo di quefto, quando volle dir Mcña? P. Non me ne ricordaí , fe non quando ebbi cominciaro la Mefía . C. A che fegno della Mea era gionto,quan. do le ne ricordó + P, Ero gid all'Offertorio del Calice., C. V'era gente ad edire la ua Mefa ? P. V'era gran parte del Popolo . C. Se V.S. fi folle ricordata di non efer di. giuna doppo d'aner confacrato, aucua obbli. go di profeguire la Mefía, e coníumare il Sa- cramento : Icá D, Thomas ( qui vous flat pro * gaultis alrerius cicandis note) 3. part. quef. 83. art. 6. ad 2. douc dice : SiSacerdos pof! Con. fecrationem mcaptam , recorderur fe aliguid come. diffe , vel bibiffe , mibilominus deber perficere Sa. enificium , O fumere Sacramentum: La ragione és perche, quando occorrono fopra vn caío due precerti, há da offeruarí quello , chee di maggior pelo: Sed fic eft, chee precetro di maggior pelo il Divino, che comanda Pinte. grita loftanziale del Sacrificio, che l'Eccleña. fico , che comanda il digiuno naturale: Adun.- que há da ofleruará il precetto Diuino d'inre grare foftanzialmente il Sacrificio, 82 há da proleguiríi la Mefa in quefto cafo . 135. Se fofíe ftato cominciaco il Canone, quando fi ricordó di non effer digiuno , benche non aucfe confacrato , douena anche profe- guire la Mela ; come con Silueítro , e Soto-dice Bilico Verb. MifJa 7. nel Sapplemento , fub num. 4 5. Dico Secundo; perché , dicono , ne fegui- rebbe fcandalo uegli vditori, le allora 6 la- Íciatle la Meda . $e non e arriuato al Canone, quando íi ricorda di non efler digiuno , há da laíciaríi la Mcñia, mentre non vi fía fcandalo: Sic $anGus Thomas fupra , doue dice : Tutivs reputarem , quod Mifjam incaptam defereret , nif graue fcandalum timeretur + Dalle quali parole Sinferiíce , che temendof grave fcandalo , ha da proleguirí la Mefa , quantunque il Canóne non (a incomiaciato : € io giudico-, che, lempre che v'é molta gente ad vdire ja Mefa, há dá cemerúá queño fcandalo; perche penfe. ranno , che gli debba rimordere di coía grane la coícienza ; e fi darebbe cauía di molti alcri gindizij , e fofpecci temerarij, come dice Bafico vbi fupra ze per quello, in caío , che vi foíle molta gente ad vdir Meña, io la profeguirei, e finirei , quantunque auaoti del Canone mi ri- Ccordafíi di non efer digiuno. Ss coloro , che la fcotono , foflero pochi, fi porrebbe ia que- fio calo farli capaci delloblivione nacurale , € lafciare la Mea ; poiche in quefto calo cele» rebbe lo Ícandalo , e per non auer coníacrato, non infterebbe il precerro Diuino d'integrare il Sacrificio . 136. P. Inaltra occafione , Padre, miti- cordai ando a!!'Altare celebrando , d'vna col- pa graue , Che aucuo commefo , € non )'aueuo confelfata . C. Quando fi ricordo diquefta? Perche, fe le ne fofle ricordato doppo d'auer confa- eráto , doueua profeguire la Mea , facendo vn'atto di contrizione con propofito di con- fefíaríi, come dice il Dotror Angelico. Y bi fupra. P. Padre, auanti del Canone mi ricordai di quefto peccato . C. Aueua commelío quefto peccato auanti dell'vltima confeflione? P. No Padre . ma doppo + C. Se V.S, auelle commefo quelo peccaco auanti dell'vicima confeflione, Se auele crala- fciato di confefíarlo per fcordanza harurale (efendo preceduro Pefame fufficieare ) enon li fofíc ricordaro d'edo, fe non ritronaodo(fi giá all'Alcarez quantunque non aucfle confa. crato , poreua non folo profeguire la Mefa, ma ne anche era obbligato , dice Diana part, 2. Trat. 14. refol. 48. per altora dolerí di quel ptecato, ne d fare Parco di contrizione nella Mella medema : Ma quefta dotcrina di Diana non pudo feguirfi cosi generalmente, ma folo nel fenfo , che la fpiegheró, come confierá dal feguente. 137. Dico ,chefe il penitente ancffe aunto nella confeffione dolor vero, e generale de” fuoí peccati confeflati, e Ícordati , non auercabe di poi obbligo nella Mela d'aner fpecial dolore di quel peccaco , che fi ricordo auerlafciato in- colpabiimente nella confefMione: perché la con. erizione in queñti cafi ( ricerca per oteenner il perdono del peccaro . e confeguire la grazia: Sed ficeft ,che co'l dolor generale, che prece- de nella confefñione, fi perdonó (benche indi- rectamente ) quel peccato, e fi confegui la gra- zia+ Adunque non fara necefario in queño calo far l'acco di contrizione nella Mea, anzi fi potrá folpendere fino alla prima Confeflio- ne nella quale deue confeflare il peccato Ícor- daro. 138. Seil dolore della confeflione non fú generale di cutcii peccari , ma folo de” confeís faci allora ; dimacdo, O quefño dolore fú per motiuo generale , O per motiuo particolare + [e fú per motiuo generale + v.g. per eller offeía di Dio , per la perdica della grazia , 0 Gloria, per iltimor dell Inferno ; relló anche perdonaco il peccaro Ícordato indirerramente, e ricuperata la grazia , e non larebbe necefario far l'azto di contrizione nella Mefía : €: € la ragione 3 per- che queñi motivi generali fono comuni a tucti j peccati mortali, poiche eutri offendono Dio, TES Tc 3 priua-
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