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302 P. Padre, quattro anni. C. Viue nella Caía di V.S. quefta perfona? P. Sj Padre , come ferua la tengo in Cala . C. Con qual frequenza fuole V.S. peccare con efía ? P, Quafi tutte le volte, che mifento ten. tato , che fono molto frequenti. C. Suppongo, che quefta e occalñione,s proflima congionta con a2bito di peccare ; 8 il modo , co'l quale s'hanno ad efaminare, íl numero , € le fpecie delle colpe, che offerifce quefto calo contro il feño precetto del Deca- logo , puó vederfi nella prima parte di queña Practica, trat. 6. cap. 1.3.5. Y feq., E quello, che deue far riguardo all'abito , che v e, €z all occañoue proffima di peccare, vedafi nella detra Pratica. trat, 10. fopra la Propofiz. 60. 61.62. condennata . Qui folo trattero del par- ticolare , per ragione dell* Ordine ¿ e fup- pongo, che il penitente fia confefandof in Sacriftia , per dire, finito di confeflarí , las Mefía: caío molto arduo, € non poco pra tico. 12. Mi dica, credeua V.S. che commetce ua peccato di facrilegio , quando comunica- ua con queña períona ? P. Si Padre. C. Nell'opinione, che lafcio círata di fo. pra nel numero decimo , che dice , che quello, il quale (i ordina per paura grave, non e ob. bligaro alia continenzaá ; fe forfi non ratifica «iprella, O tacicamente 'Ordine riceunuto ; € confeguenza necefíaria affermare , che non commette facrilegio quello , che ordinato con derta paura, pecca lafciuamente ; pero, poi- che V.S. ratificó almeno tacitamente 'Ordine ricevuto co'l libero efercizio d'efÑo , non puó ícularíi da! facrilegio per quefta paura . 13. Stimava V.S. fenza dubbio , che fofle annefo il voto di cafirá alla ricezione dell'Or- dine Sacro ? P. Padresi, C. Sentono molti, e graui Autoti , che ci- ta il Reucreodo Padre Leandro di Murcia Ca- puccino , nelle fue Difq. Moral. Tom. 1. l1b, 2, difp. 2.refol. 15. num 1. Che quelli, che fi or- dinano d* Ordine Sacro, non fono obbligati alla caftitá per voto , ma folo per legge Eccle- fiaflica + qual opinione dice efiere probabile Diana part. 1. Trar. 11. refol. 12. € da queña fentenza inferiíce il P, Murcia nel luogo citato num. 10. e 14. che non commette facrilegio quello ¿che ordinato d'Ordine Sacro , há ac- cefío con Donna libera . E” pero piú vera Popinione contraria , che dice eflere anucílo il voto dicaltitá all'Ordine Sacro : e queíto afferiícono S. Tomalo in 4. di- flin. 17. q» 1. art. 1. in corpore ; Ricardo , 8 ala trimolti che cita, e iegue Murcia vbifapr. nui. 6, Bafico Verb, Ordo 4. fub num. 3» $» Refa Tratrato X 11. Dello Stato de”Sacerdoti . ponfio: e quefta e 'opinione comunemente ti. ceunra nella Pratica: E da queíta dottrinas confta , che Vordinato d'Ordine Sacro com. metrte facrilegio , quando accedit mulieri. Er anche fando nella prima opinione, iq giudicherei , che quello, che pecca carnal mente , eflendo ordinato d' Ordine Sacro; commerte facrilegio : perché facrilegio (i coma merce , fempre che (i viola qualche Luogo Sa. cro ,cofa Sacra, O períona confacrata : Sed fic eft , che Pordinaco d'Ordine Sacro, anche feclufo il voto di caftitá , e perfona Sacra , per ragione del fuo Ordine , Miniltero , 8: impita go: Adunque anche feclufo il voto di caftitd comunetterá facrilegio, peccando carnalmeña te; cosifente il P. Sanchez lib. 7. de Matrim, difput. 27.11.19. Lo ftelo pare dica con Hur. tado il P. Cafpeale Tom. 2. Tralt. 37.difp. 3 Seót. 3.num. 25. 14. Ora midica V.S. come in canto tempo non há fcacciaco di caía quefa períona? P. Padre , non hó potaro . C. Perché non há potuto? P. Perche non ne hó trouato alera á propos fito , per fervirmi: e le quefta mi mancade, pafñerei con trauaglio la vica . C. Quelto titolo, quantunque per auznd poteíle aucre qualche eftenfione nella dotcrina di Giouanoi Sanchez nelle Selet. difp. 10. 1. 30, nell'imprefione di Leone , Citaro da Diana p. $. Trat. 14. refol. 108. € di Machado p. 2.lib.7» Trat. 3.docum.3» n. 6, Oggi pero € giá pra» ricamente improbabile , e come tale coodan= naco da Aletiandro VII. nella Propoliz. 14» la cui fpiegazione potrá vederí in que fo Tomo Trat. 17.1. 269. 7 feg. P. Padre, anche hó laíclato di leuarla di caía, perché non saueñe fondamento di fof: percar male di me, e di lel, e non ne aune- nie ad ambidue qualche difonore , 8 infas mia. C. Né meno quefto titolo e baftante ; come dico nella 1. part. della Pratica Trat. 10. fopra le medeme Propofiz.61.e€ 63. condannate da [n00» cenzo XI. (7 idem tradit , me citato , R, P. Ena. nuel a Concept. in fuo Trad. de Panit. difp. de quelt, 12. num. 185. E la ragione e; perché, O isa, 06 lofperta , che V.S. viue in amicizia con quefta períona 0 00? Sefisa, o lofperta per indizij , O fegaali fufficienci ; non le fegui» rá difcredico in. ifcacciarla , ma bensi molto credito ¿ poiché conofceranno , che V.S, € tl- morata di Dio ;e dal contrario lo ftimera0no mal Criftiano . Senon fi sá, ne 6 fofperta con graue fondamcoro , ma folo per leggíerezza, € malizia della gence, niuna infamia ne feguird; fi come non né feguirebbe, fe vo'alcra perfona, O V.S. mandafle via vn'alera ferua ; ch'é cola, che accade molto fpeñio + Dorerina , e ragiont, che con molta arcenzione A i 00a

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