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1Q Regni; poich? quefta, che oraeíce, ? giála decimanona . Mi confeflo obe bligato a Bibliorecarij , ££ Jmpreflori , St ad altri molti peril buon defide- rio ,col quale hanno follecitato la dilatazione , e notizia delle mie ponere fatiche; poiche-, nonauendouialtro fine ,che la pubblica vtilita de'Con- fellori , e penitenti, meritano ftima quelli, che yicooperano; ma molro piú auerel ftimato la loro applicazione , fe m'aueflero participato il difle- gnodireimprimere quefte Opere , poiché con queftofi farebbero cuirari alcuni errori,cheo la frerta della tampa , o la mancanza di Correttore ha commeflo , quali ho procurato d'emendare inquefta decimanona Im pref- fione , quantunque non habbi poruto confegurre , che ne yadi totalmen- te liberá . Nelle Impreflioni,che fi fecero in Barcellona , e Valenza l'an- no pallato del 1689. aggiunfero (pl principio vna ferie delle defivizioni morali , le quali, quantunque non riprouo,dico pero , che non fono mie; e pero »fe 1 Lettori le defidérano, aggrungo al fine di queft' Opera nel trat- tato XV 11]. yn'Appendice, nel quale per ordinealfabetico pongo le mie; aggiunítro altrestin detteimpreflion; vn Catalogo delle 63. Propoí1: ioni di Micaele di Molinos , che condanno la Sagra Jnquifizione di Roma , e la Santitá di Papa Innocenzo XI. Sono víciti altresi mutilati,e non pon» tualmente citati gl'Indici alfabetici d'alcune impreílioni precedenti ; que- fto difetro elce emendato in quefta decimanona impreflione , che porta vr'indice molto copiofo per commodira de'ftudiofí . La folla delle varie, replicate, e continue occupazioni mi confumano il tempoin maniera , che non poflo dare alla pubblica luce le Opere, che altre volte ho promeflo: corre gia imprefla la prima , e feconda Parte del» le Conferenze Morali,e procureró darne fubito alle ftampe la terza, nella quale ho da trattare de'Sacramenti in genere, e in fpecie . Il commettere sbagli e proprio della diferribile condizione degli huo-» mini; Negare non pofJum , nec debeo , diceua il grand Agoftino; Sicatimtpo fis maioribus yita multa efe in tam multis opufiulis meis, que pojfint ¡ufo rudicio, (O nulla temeritate reprebhendi: Efe 'ingegno d'A goftino conteíla di sé mede- mo queft'ymile conofcimento; fuperbia farebbe, le chi non e Agoftino, prelumelle d'auerla in tutto accertata.. Leggafi con quefta rifletlione il li bro, che con efía non dubito fi diffimuleranno i difetti , che vi aucíle com- mello la mia d inauuertenza , 0 imperizia . Potranno alcuni notare per inconueniente , che quefte materie morali vadinoimpreíle nell'idioma volgare, poiché potranno leggerle alcune períone, che , 0 non lapranno intenderle, Ó non ¿ bene, che le intendano; auuertenza e quefta , che ho fem preauuta auanti gliocchi; Má auendolo pofto inbilancio con altri inconuenienti notorij, chetacio per decenza, e cheniun difereto ignora , hó trouato eflere minor male , che pofla leg- gerle alcuno, al quale non fi conuenga ,che non poflino intenderle molti, che deuono per obbligo faperle: Le 11 rirrouerá qualche coía degna di ftima in queft'Opera ; fene lodi 'Autore d'ogni bene , che per fua pietá s'e de- gnato infegnarla a queíta lua mifera creatura , per la comune vtilita delle íue anime. Vale. LA-

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