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Propofizione LX: Condánnata ; Propofizione 1X. Condamnaa . Al Penitente , cbe ba confuetudine di peccare contro la Legge di Dis , della natura , d della Chie- fa , non fi ba da negare , ne diferire Pafolu- qione , benché non apparifca fperanza alcu- na d'emenda: quella volta , che proferifca colla bocca , che me hd dolore , e propozes d'emendar[i , 231. VE cofe fono certe lo queíta ma» D teria della confuerndine di pec- . care, L'wna; che, fe il Peniten- te viene con vero dolore, e propofico d'emen- da, gli (i puo dare l'affoluzjone ; poiché por- ta buooa difpofizione per il Sacramento . L'al- tra, che fc il Confefore non flima , che abbia dolore, e vero propofito d'emenda , non puo dargli Pafoluzione, guantunque il Penitence dica , che e pentito , e che s'emenderd ; Ec il dire il contrario , € praticamente improbabile, £x il cafo della condannazione nella propofz, 6o. E dalia frequenza delle ricadute ha il Con- fellore da regolaríi per formar giudizio , fe € yero il dolore, e propofito del Penitente. La sagione di quefto e ; perche il Confedore , non vede il cuore del Penitente , per conofcere, le vie, 0nó, vero dolore ,e propofito ¿ne me- po gli bafta, che il Penitente dica colla bocca, che ha dolore , e propofito ; Adunque per for- mar giudizio di quefto, non gli refta alero mezzo , che ricorrere all'opere del Penitentes Atgui , quando we la conínerudine di peccare fono concrarie alle fue parole; Aduaque £cc, Lalero ; perche, fe 1) Penicente in voa , due, guarro, dieci, e pi confeflioni , ha daca Vifieña parole , e mai l'ha adempiuta, € fe- gno, che i fuol proponimenti fono mere vel. Icitá, €: il Confeflore puó, € deue cosi gin- gicare, In queíta dottrina non e dubbio alcuno, do- po del Decreto d'lonocenzo XI. € per quefto lafcio di pronarla con pit ragioni, £ di lodis- fare alPobbiezioni farre in contrario . Solo per follieuo de* Confeffori, che in quelto ponto ( per efíere tanto frequente ) fogliono operare con molto timere,, noteró alcuvi cali, ne”qua- li non oftante la confvermdine , puó darfi 'af- foluzione , e li divideró. nelie conclulioni le- guenti, 232. Eprima foppongo, che coftume , 0 coniverugdine di peccare, e vwsbito, O faci- lid acquifica di riperere gli acti, quale inclina Vapime a continvare le reincidenze, O ef difi- cilis mobilis a fubictto , 233. Suppongo in fecondo Inogo , che Que. ña condaonazione parla d'ogni force di coftu» we di peccare grauemenre; cosi poficini, Co» me il coftume di giurare il fallo, beftemmiare, malcdire di cuore, vincre ja pimisizia , maeha» 247 ri, pollui, raQus 5 Ofcula ; penfieri acconfens titi, mormorazione 8c, come priuativi; v.8g, traícurare molto tempo , porendo , la reftitu» zione della fama , roba , fodisfar a' Teftamen. ti, Legaci , Mee 8rc, 234. Suppongo per terzo , che occortendo qualche coftume di peccare , il Confeflore non puó aflolucre , come s'é derco , le non hd fon- damento da perfuaderfi probabilmente, che il Penitente ha vero propofito d'emendarí ;e per quelto non bafta folo , ch'egli lo dica ; ba» fterá peró , fe vi concorre alcuna delle circo» ftanze, che or ora riferiro . Prima Conclufione 235. Ico primieramente , che pud dará Pafoluzione al Peojcente , che non é fiato tre, Ó quattro volte ammonico dal Confeflore nelle confeffioni antecedenti del mas le ftato , nel quale viueva , del pericolo , nel quale Qaua la fua anima ; oé preuenuto dallo fteo Confelíore con fuavi anuercimenti , e via ue riprenfoni della fua mala vica , e non gli ha fuggerito mezai per vincerla. Id docee cum Sanchez , € Palao , Diana part. 6. Trat. 7. re= fol. 30. e con Fagundez Trat.7.refol. 49. € con Azorio , € Hozts il Padre Torrecilla fopra quefta propofizione fol. 98. num, 155. La ragios ne e , perché non e da maranigliará ( atrenta Pvmava fragilitá ) che la paffione acciechi le potenze colle rencbre dellioganno , € non la. Íci luce all anima, per vedere gli elecrabili dan- ni dejla colpa ; e fe il Confeffore co”! fuane ven= to della dorcrina non dilegua efe tenebre , € co" chiaro del difinganno, nou rannina Poc- chio della confiderazione , non e d'amirare, che Pabico del mal coftume prorrumpa ¡a alcrj acti + Adunque fperanza ben fondata puó auerfi, che il Penitente co'! lume del Confefía- re efca dalPofcura voragine della colpa ; es per confeguenza non eficado preceduri Goili avui del Confeflore, puo darfegli Pafiolu- ZIODC + 236. Da doue s'inferifce , che uando vit» pe il Penirente con qualche confuerdine di peccare, dene addismandargli il Confeflore , fe in altze conf:Mioni , e fato addotrrinaco della grauezza del fuo peccato , e gli fon Rarifom- minifrai imezziper vincerlo ; efe dice dind, afoluerlo , ficendogli pelare il fuo male faro, er eforrandolo con ragioni efficaci al'emendas e quantunque quefo gli fia tato fareo due vol» te, fipno afolgere la tepaa; mate tre volte, 9 quattro £ ftaro auvifaro , e pon s'€ emenda. dato, licenziarlo fenza 2Totuzione, fo forífi non vi concorre qualche circoltanza di quelle, che pongo nelle feguenti aflerzioni s

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