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Propofizione XXXV 111. Condannata: co. Perche io non hó mai pofto mano dá pro- uare cofa alcuna contro di queftoz ma bensi contro la fentenza , che dice , effer lecito a' fer- ni il ricompenfaríi , quando cosi lo giudíca il Confeflore dotro , £ pio. E fe contro queñto qualche coía, d niente prouano le mic ra- gioni , lo conofcerá chi confidererá il loro pelo . 144. Scioglie il P, Torrecilla nel num. 58, le ragioni, colle quali io nel num. 158. prono il mio aferro . Alla wia prima ragione rifpon= de che niun feruo accoofente volonrariamen. ee, che gli fi dia minor falario del giulto , €z ordinario , 4ímeno infimo » Ec á quefto dico, che io non hó detro, le confentino , O nó ja quefto ¡ ferui volontariamente : ¡l mio aflunto fú , chein caío , che accade(le, che fofíero vio- Jeotacii feruj, aueva luogo la compeofazione; se coía molto diuería il fatto afoluto dal condizionato ¿ cola molto dinería e dire s Ora e di giorno , che affermare : Se il Sole luce , la. rá di giorno : Adunque altresi e cofa molto diuería , l'affermare + i ferni non acconfentono, che í dia loro minor falario , che € quello , che dice Torrecilla; che! afermare : in cafo, O fuppofizione , che confentino, che € quello, che dico io , Rifpondo per fecondo , che per lo fteÑlo ca- fo, che i ferui non fono viol:ntaci á leruire, fapendo,cheilloro falario € poco riguardo altravaglio , volontariamente acconfentono, cbe fi dia loro minor falario . Perché volonta- rio Ef d principio intrinfeco cognofcente fingula. Conofce il feruo la tenuica del fuo falario , € confente di fervire fenza violenza: Adunque acconfente , che gli fi dia minor falario ; d pel meno deue giudicarlo , e prelumere cosi ¡il dote ro , e prudente Confeflore ; € confeguen temen- te, auco portando l'opinione, che dice, non effere coudannaca la ricompenfazione de” ferui, quando lo giudicano per lecito ¡ Confefori; non potranno ricompenfarfi, quando fenza violenza acconfentono di feruire , conofcendo la tenvita del loro falario . Alla mia feconda ragione riíponde il dottií- fimo Torrecilla, dicendo , che, quantunque l'opinione , che io porto, e che fú di Soro, Nauarro , Villalobos , ía probabilifima; € pe- ro anche probabile il contrario nel prefente caío , lo non impugno , fe a probabile, Ó no, Jaício, che lo confideriao ¡dotti a y fta della cenfura di Papa Inaocenzo Xi. 145. Dico per fecondo , che; quando al feruo , O ferua non danno i Padroni l'alimento neceffario , per foftentarí congruameore, pon. no occulcamente ricompeníarí , e pigliare il neceffario perilloro alimento: A quefta alíero z¡one inclinail P.M. Lumbier obferu. 10. MUna 323, quaorungue per il timore della condan- pazione non y'aerenti rifolucruió del surcos CO 233 lo Refío timore parla Peruditiffimo P. Torre- cilla fopra queña propofiz. fub n. 29. $. Etio credo , in fine , nella prima impreffione ; le beas di poi con Hozes, citando me, í conformi fenza cimore alcuno colla mia aderzione . mella fua feconda impreffione fol. 312. fub n. le. lo peró non auerci auuto Ícrupolo alcuno fopra il cafo , fuppolto che l'alimento non Ái dede fufficicote a' lerui. Perche la propofiziones condannata parla del lalario : Atqui co'l nome di falario non viene l'alimento + Adunque dec. La minore confta dal modo comune , co'l qua- le s'accordano , e conducono i ferui, nel quale fi fuoie parcuice del danaro , vefti, $ altre co- fe; el'alimento fi fuppone come cofa gia ne. cefiariamente Rabilica » L'altro ¿ perchée quan- tunque ( partuiíca Valimento , equelto venga co'l nome di falario, deue intenderí dell'alia mento necelarios Adunque, quando il ne- ceflario mancafle , potrá il feruo ricompea- lar. Ef conferma: perché, fe il Padrone non pagalíe al feruo il falario, per il quale s'accordó , € feuza dubbio , che potri il leruo occultamente piygliare quella porzioue , che il padrone lafciava di pagargli, fenza contrauc- mire al Decreto di Sua Sancitá , come dice il R, P. Torrecilla vbj fupr, n. 17, 8 € cola piana: Aduoque , anche, quando al feruo non li dele Palimcoco neceilario; veoghi quefto, Ó m0 fub nominc ftipendi . 11 refto, che e necelíario faperí circa la maceria della compenfazione, lafcio detro nel fertimo Comandamento Trat, 7. (4D. 4» part, 7. num, 61. E feqg. oue puo vederí . Propofizione XXXVII. Condannata. Non e alcuno obbligato forto pena di peccato mor- tale d reflituive quello , che ba rubato per fura ti piccoli, quantunque la fomma totale fia quanto fz voglia grande , 146. Ve cofe ponno confideraríi nella materia de furci piccoli: l'vna, e la colpa del faro, O prima víurpazione: Palcera, € il peccaro della rizen- zione, Ó ommiffione della refticuzione, E quan- cunque la riteozione , vs plurimum , fía vna conciouata víurpazione ; e pezrá compacibile, che non vi fia colpa ia pigliare l'alcrui, eche vi fía nella riteozione; e che l'efurpazione fi2 peccato veniale, e la ricenzione mortale, come fi vede in quello , che troud vna cofa , che nel prenderla non peccó; e fe di poi si il padrone di quella, peccherá in ricenerla concro la di lui volontá: Et in quello , che al Sarco 0g8i ha rubato vn'ago , che non gli di danno alcu- no ;peró dimani, per aner perío gli aleri, che auena, glicauía danno nocabile la mancanza del rubaco ; in queñto caío nel! «furpazione fi Gg folo

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