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232 fe deue cenerfi in pratica, O nó ) mafolo di. ciamo , che la derta fentenza non e contra la ceníura d'Innocenzo fopra decra Propofizio- ne 37. contro di che niente prouano le ragioni allegate dal Correglia , ut ex fe efi mamfeftuno, Ne quello , che io dico nel derto numero 21. Si oppone alla generalica del numero 18. ma folo alegno per proua della conclufione vna coía manifefta, per inferire, che non e verifi- smile ; che voglía Sua Sáotitd vierare al Con- fellore di cfaminare le dette compenfazioni, e formar giudizio dell'egualicá fra il crauaglio, £t il prezzo de* ferni, come: lo proibifce que- fi , e che ano giudici nella propria caufa . —1Imós Quelli, che fondarono la detra fenten- 22 (della quale diciamo Lumbier, 8cio,che non € compreía nella deca cenfura ) rifponde. ranno alla prima ragione di Correglia , che» niun feruo confente volontariamente , che eli fi dia minor (alario del giuño;, 8: ordinario, almeno inimo: 8 alla feconda diranno, che, febbene'opinione di Soto , Nauarto , Rebelo, Villalobos , €: altri, e probabiliffima , e quella, che io fieguo ;egli peró non toglie di mezzo, che (a il contrario probabile in foro anima , rifa perto del vendicore y e migliore riíperto al fer. uo nel preleme cafo: Fin qui hd derto T orrecilla, «5 adeffoio . 140. Confeffo , che ne ¡l detro Filgueira, ne il R.P. Torrecilla aferifcono allolutamente, che i ferui ponno ricompeníarí, quando jl Confeflore dotto, e pio giudica efer lecico sa folo , che quello, che dícono, € , che que. fo non € contra la condannazione d'Inuocen- 20» Peró né meno jo altro gl'imputo ; Poiché quello ,che jo dico, €, che itdorto Filgueira inclina á giudicare , che folo fi condanna , Che j ferui; e le ferue ponno ricompeníarí , quan- do efíi fefli gindicano, che il loro trauaglio ecceda il falario , che ricenopo ¿3 ma,chenon £i condanna, che poílino Hcompeníari, quan. do 1] Coufefñore pio , dotro , € prudente giudi. ca, che il falario e poco riípetto della feruica, Queíte fono le parole formali, che ¡o acrcribuif. co a Filgueira, come puó vederfi nc] numero 137.+5Sed lic eft , che quetto feo dice Filgueira nel luogo , nel quale lo cito, done dice : Sed licer hac omnia vera fint, bodieque indubitata, forfitan alicui non improbabile videtur, ego quoque Doétorum bominum indicio fubmitto , non efje contra cenfuram invocentianam y quod famul;, 0 famula domeftice Poljine occulte beras fuis furri. pere ad compenfandam operam fuam,qua eft maior Jalario , quod recipiunt , dummodo bunc matorita- mM y, O cxcefum ( attende ) 1pf3 non iudren: > 1pf non afliment > ipfi demum non ibreng Uco Idcircó atientis carcumitantis per fonarum ,negotiorum, la. boris , (7 falarúj poser: aliquando Confeffarias do. ¿lus , prudens, ac pus in fcro anima aliquam coma penfacionem Panenti perimtere , vt opera ¡O Trattato X. Spiego delle Prop. Condannate da Iimoceizo XT. falarimmin equitate confifiant. Nelje quali pal role ,come e chiaro , inclina a dire, chej letra ui ponuo ricompenfarít ; quando cosi lo giu. dica il dotto, e pio Confefiore: Adunque jo non aceribuiíco al dotro Filgueira, coía, ch'egli non dica, 141. E da qui (Gi conofcera euidentemente, ch: né meno accribuifco al R. P. Torrecilla CO- la, civegli non dica; poiche quelo , che jo affermo e, che Torrecilla Rabilifce p£r COn. clufione il derrame -di Filgueira : dico , che ¡l dertame di Filgucira € inclinare a dire , Che non fi condaana, che poílinoi ferui competen lar, quando lo giudica lecito il Confeñore dotto ,e pio: Adunque dico, che Torrecilla inclina á dire , clienoa fi condamna, che poli. no i ferui ricompenfaríi , quando lo giudica lecito il Confeñore dorro , € pio. Eche Tori recilla dica queño , lo confefa egli feo ia quello , che refia riferico difopra, enel luogo, * oue io lo cito auanti, come potrá vederlo chi vorrá . 142. Hó detro anche , che Torrecilla, pare fiegua , fol. 328, ( nella prima impre/fione ) fub concl. 1..num, 21.12 limicazione , colla qua- le io proteggo l'opinione della ricompenía zio. ne de ferni. E che quetto ña vero , coníta dale le: parole feguenti , che dice derto Torrecilla nel luogo citato : ( elaltro, perche , come re. fta detro nel fecondo fuppotto , é dotcrina pia. na , che farebbe feoza dubbio terco il Padrode al Íeruo ia dargli minor falario dell'iofimos Sed fic ef , che ex Juppoficione , cheil padrone face te manifetto aggrauío al fcruo , al giudie zio difioterellaco del dotro , Pio, € pruileace Confeílore ; e che il feruo , 6 per non titrougs re altri da feruire, Ó per alcri rifpetti., tros uafle neceílicaro á feruire detto Padrone; ó w' ioterucoife timore , violeoza , riíperti, 6 preghicquivalenci ad cla, ó fimigliaaci, non pare verilimile, che voglia Suá Santitá con. dannare, che a quefto permerta il Confeñore nel foro della cofcienza rifarciríi del detto dans no, ingiuttizia: Ergo Bic.) Fin qua Torre» cilla Vedafi ora, fe queñte parole pare feguas no la limicazione, colla quale io afetifco Popi- nione della ricompenfazione de ferni.. E che il P. Torrecilla dica quette parole , per inferire la lua coníegutaza , ó per alera cofa ¿importa poco, purche fi verífichi, che fono luz , che € folo queilo , che io gli accribuilco + Dal che fi conoíce euidentemente, che ne al dotro File gucira ,ne al R.?. Torrecilla afcriuo cola, cl cÍKi non dicano , | 143. Dice di piú il R.P, Torrecilla nel nun $ 7.tiferico , Che le mie ragioni niente prouano contro quello , che afferma ; chela fentenza, che permette la compeníazione a' ferui., quan» do lo gindica il Confeffore dotto, e pio, non é contro la cenfura d'Inaocenzo ¿E quelto e ve ro.
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