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223 112. E' dimandato ad impreftico ad vna donna qualche mafarizia , che non puó impre» ftare , O perche ve ha cía di mefticri o perche sagionguolmente dubira , che le (1 abbia á dete. riorare , O perche £e l impreña, il marico la griderd , e turberá con rumori la caía . Per queíto rifponde, non ho la tal mafíarizia; ho» ra , accio queña riípofla non (a bugia ,bafa, clella abbia jotenzione di prononciare quefte parole nel fenío , 0 avimo, nel quals i DD, ias fegnano effere lecico , A' Piecro , che sá vna cola in lecrero natu» rale , € dimandato d'eda ; riíponde, non só tal coía ;acció queÑte voci non fiano bugia, bafta, che egli concepiíca nell' animo inteozione di dirle in quel fenfo, nel quale i DD. infegnano, Che lecicarence ponao dirf . 113. Dimanda alla moglic il marico , fe il figlio € faro á Melía , O le e vícico dicaía,ó ha farto queño , O quef'altro: e la moglje, per enitare il diígulto , che reme d'auere , fe ciípon. de alla mente del marito , e per Íchivare diótur. bi, rilponde, non € vícito di caía; ptr Ículare di bugia queíta riípolta, fi ricerca folo, che la moglie concepiíca melltaocimo iotenzione di parlare nel lenío , nel quale il Confe dore "há configliara, 0 nel quale dicono i.DD . cíler lea cito dirlo , Conclufione di tutto il detto . 114» Ompendio in queño pararrafo cutca la doctrina detea di fopra. Le reffrizioni mentali fono con. dannate per bugia; e le vi gaggiunge giura- mento, per pergiuro ¿€ cosi ja miun caío pon- ho pratricarí . Le refirizzioni efterne von fos no bugie , ne condannare per rali. E reítrizo zioni elterne fono , O quando le parole ex fe, fono equiuvoche , che hanno due gnificati ; 0 quando le fa ambigue la circoltanza della per. lona, VíBcio, ironia ,eutropelia, iperbole, o metafora. Sel'amábologie , che fi fanno con parole equinoche ex fe , 6 perlecircoítanze , 6 per le figure reroriche , fi víano fenza alcuna neceflicá , farauno peccato veniale , non per cf. fere bugia , ma per efére contro il precerto affirmatiuo di manifeñare la veritá , quando non ve cauía giutta di occulcarla ; benche po- ca canía bai, accióche non fjoo peccato ve- niale, v.g. il dinercimento , ó ricreazione onefta dic. (pario feclufo il danno del terzo ) efes quefte amfibologie fono giurate , fe e con ne- celficd, € non vé ingiuktizia , non lará peccaco alcuno 3 le fenza necellica, faranoo due peccati wcpjali, yao contro la veritá , che derra parla. re ingenuamente ¿e l'aícro contro-la virca del. la Religione , per giarare fenza giudizio.. Ma viare le parole, che nc ex fe, ne ex circunflanis, ne ex figuris resboricis , fono ambigue, € bugia; T rattato X.Spiego delle Prop.Gondannate da 1 nmocenzo XI. ele vis aggiuoge gruramento,, bacd ípergiuro, £ptécato mortale . ' Propofizione XX VIH, Condannaca ; Quello , che ¿ promoffo al Magifirato ,0 Y fficio pubblico , mediante qualebe raccomandazió» ne , 0 regallo, potrá con reftrizqione men- tale dare il giuramento , che d' ordine del Re fuicté efigarfi da tali, non auendo riguardo all'imbenzione dell 'efigente, perche niuno e 0. bligato d manfefiare il peccato occulto » 115. Vella Propofizione, come dice O Lumbier nella Spiegazione latina, obferu, 3.1. 247. folo viene ad eflere come vn' elemplare delle due propoli- zioni ancecedenti; cosi in queña, come in» quell'alere lolo 6 prohibiíce l'víare 'amfibologia puramente mencale, non peró l'elterna , come co'l medemo Lumbier , dice il Padre Torrecilla bic fol. 363. num. 273.5 feg9 , 116. Da queíta doctrina , e dalla riferica nella conciuñone fefta dello fpiego antecedente s'inferiíce , che per non infamare fe fteño potrá quello, che confegui con donatjui, e racco» mandazionil'Víficio . d Magifirato , rifpondes re, O giurare, occulcando la vericá con metafo. re, O equivochi, poichela necefficá vrgente fa lecita la metafora , e l'equiuozo ; ma le il má. vifeftare la vericá non haueñe da ridondare ia nocabile infamia, per all'ora non Íaiebbe lecicos Propofizione XXIX, condannata » La Paura Urgente, grane e caufa ginfa di fimulare Pamminifirazione de' Sacramenti 1) Ico in primo luogo , che quello dicena queíta Propofizione, era, che,fe vn Eretico minacciaua vo Sacerdote Cattolico.che le nó confacrana tutto il pane , quale hava io vna piazza, l' aucrebbe ammazzato ; che in queño caío porena il Sa. cerdote dire le parole della coufacrazione, lenza incenzione di conlacrare ; il checra fi. mulare il Sacramento :e quefto e, che quik condanna; come alcresi il dire , Che al ptai- tente mal difpolto , che minaccia la: morce al Confeflore , fe noa 1'afíolve, puó anche ¡lCou- fellore dire le parole dell añoluzione,fenza ¡n- cenzione d'alfolucre, € anche ilcalo , del quale parla la coudanoazione. E generalmente ogni imulazione nc' Sacramenti; ciod , ,applicare la. forma lenza legicima incenzione, € lo cos» dannaro. 118. Da qui s' ioferifce ,che le vna figlia.e minacciata da [uo Padre, ó alero di morte, 0 d'aloro grave danao , fenon fi marita, non € aleilecito d' andare coram.Parocho ; O tefibus, €

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