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Cap. 1. Efortazione per muowere ¡l Penitente al dolore« praticato con vn'bhuomo , farebbe lomma fe- rezza , in termini quelle , che hd facto V.S, co'l íuo Dio . Era V.S, nella carcere delle fue colpe, fea- cenziaro alla forca dell'Iaferno , fenza che al. cuno potefle liberarla , fe non Dio ;¿ e las fua bontd , e pierá con detrimento ( diciamo cosi ) della fua Gloria, che gli roccó ftare di fo:to , enrró nella carcere , e finalmente mori vergognofamente , liberandola dalla fentenza, e fupplicio , che meritauano i fuoi delicci ; con che porrá pagare d Dio quello ,che con efa Jei há farto ? con che l'ha pagato ? fe non con dargli rante guanciate , quanti peccati ha comemello . 4. Aggraua molto quefta ingraticudine , il vedere per qual cofa ha V.S. offelo il fuo Dio. E' tato folo per vn brutro diletco , per va vile interelíe 8cc. ficendo pit conto delle cofe vili di queíto mondo , che dell'immenía grandezza del Creatore ; volendo pid coito dar'orecchio al Demonio, che le configliana il peccato, che a Dio, che le comandaua la virtú . Epofto fulla bilancia Dio , e il Demonio , quefto, che Pofferifce nel peccaro le carene della fina fchia- vico, la (va amicizia, € vo'eterno loferao ¿€ Dio , che la fia invitando alla fua grazia, alla fua figliolanza, dz offreadole vna Gloria eter- na ha voluto V.S. eflere piú tolto Íchiauo del Demonio , che figlio di Dio ¿ piú ha ftimato Pamiflá del Demonio, che quelia del [no Crta. COrt . s. Donerebbe confiderare , il grand'orrore, e fomma malizia d'vn peccato , che étanca, che, fe tutci gli huomibi , € gli Angioli, quan- tuaque Dio crealle infinici Serafini , faceílero le peuircoze pia rigido, che imaginar (1 poffa= no, non auerebbero tucri infieme capirale ba- ftante per fodisfare, e pigare vn lol peccato morcale; e fi neceflario per efsere perfctta- mente fodisfareo , che lo ftelso Dio lo pa- gaíse, e fodisfaceíse , motendo per V,S, € per glialoi. 6. E' tanto grande la malizia d'vn peccato, che fempre , che Phuomo lo commette , rimet- te in Croce il Figlio di Dio , gli togiie la vita, lo (cherniíce, efchisfiggia , piú ijoumana,€ fpicratamente , Che glittelli Ebreiz poiche, le quellilo crocififsero , fú íeoza conoícerlo per Dio : Luca cap. 23. Nefciunt quid faciunt ze Ío- lo vaa volta gli colíero la vica ; ma V.5.co- nofcendolo , e credendolo luo Dio ,l'ha am- mazzato, e crocifilso tante volte, quanci peca cari ha commeíso . Mi dica figlio , ha forfi Dio farto i lei qual. che male? Gli ha fatco qualchetorco , 0 ia. giuria? No, che anzi gli ha fateo mille bent= ficij, e detidera fargliene maggiori: Adua- que, che ragione ha di perfegoicare vn Dio si buvcuo? Nonle pare, che hij00 baítanti le pes 201 ne fofferte dal fuo Redentore nella fua amas riffima pafñione , fenza accrelcerglisne alcre di nuouof 7. Efe a cafo amor d'ra D'o tanto de- guo d'efser amaco, non la muoue d piangere le fue colpe, e non l'obbliga ad emendarí, fe vuole ; il timore della lua Giufizia ha fre. no alla lua vita. Auuerca, figlio, che ha gid nel Inferno Dio molte anime con meno peccaci di quel!é há V.S. commelso ¿ e che porcua , fenza farle corto , fubito che peccó , leuarle la vica,€ geccarla nell'Eoferno . E che fareboe dilei, fe le follz toccara quelta force miferabile 2 Se di quá non fi puó foffrire va dico sú d'vna cande- la accefa per breuc fpazio di tempo , come la farebbe di lá in quelle cauerne ofcure Ítretca con ferri, e careae roucaci, cure” ionolca ía fiamme voraci, arrabbiando ecernamence di fame, efere, fenza aucr alrro per refrigerio, che piombo Ítrusto per cibo , pece fquagliaca perbenanda , caricaco dacucifimi dolori,e trauagliato da quante infermicá (1 crouano, non auendo alera camera , doue ripolare , che vna crace di ferro ardence ; e quello, che € pid, priuo per fempre delia vita di Dio, fenza Ípe- ranza di vederlo per tucca 1'Ecernica . Tutte quefte pene há V.S. meritaro pet ¡ fuoi peccas ti: econ che ha meritato, che Dio le abbia concelso tempo di confeísarí, quando Pha negato a canti aleri ? Anzi che tanto pia v.S.lo demeritaua, quanto erano piú graul le fue colpe, e piú molciplicaci i fuoi pec= cati. : 8. Non fará ora fomma pazzia merteríi ella vw'alira volta d riíchio d'elsere da Dio condannaco ,c non feruicti, anzi abularíi di quelfta grazia? Sappia, figlio , che ha numero determinato il peccare , e che Dio ha Íegnaco quári peccaci deve psrmietcers 2 cialcheduno, ad vno quaccro,ad vo'alero dieci, ad alcro véci, ad altra cenco,ó mille £c.compico quelo nu. mero , come la volontá di Dio € irrenocabile, ei fuoi decreci immucabili, cleguifce il caíti- go full'anima: non sá V.S. quaari peccaci le ha da permercere Dio , igoora il aumero, che glienc ha fegnaco , e puo efsere le manchi va fol peccato, per compire il fuo numero , € (elo compifce , mifera lei, poiché fará ¡afallibile la fua dannazione ereraa » 9. Mi dica, che vcile ricene da offendere Dio? Dia vwocchiaca alla lua vica pañaca, a' gufti godaci,e mi dica, che guadagoo ha ricauaco da quefti¿ Doue fono i fuoi piaceri? Tutci lona Ínavici, e finíron ia va momento, ez anche fiaica la vira, che le rela da vinere, come e finica la vica vifíuta fin'ora :noa le pas re en grand errore per cole tanto Mmomenta. nee ,vili, e tranficoric, tanco brevi, 8 iacon. fianti, perdese Panima per fempre 2 Auuccta, Cc cie

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