BCCPAM0001162-4-1600000000000
Capitolo 11. Della Mormorazione ; 19Y la Dortrina di Diava , che con aicri DD, infe. ena nella 3. parts Trate $. refol. 31. che rare volte accade ,cheil gindicio fia temerario , e peccato mortale ; perche rare volte auujene, che non vi fia alcuna delle circofanze dere, che lo fculano da colpa grave; 8 ordinaria» mente ¡a cali giudicij e fempre qualche timore, che non ha cosi quello , che fi penía del prof. mo: € in ninno giudicio cra certitudinem , v'é peccato mortale , come infegna S. To- mafo . L'entrar vno freguentemente in vna caía, dove e qualche donna di mal'odore, fenza averui accinenza di parencela, o alero ticolo, € fondamento baltance p:ir giudicare , ch'en» train quella d mal fine, Dal chesinferiíce, che il giudicio di V.S, non fu cemerario ¿ né peccaro morcale, 5- P, Padre m'accufo , che ho fatco va fini- firo giudicio di cerca perfona, ne gli ho ad- dimandato perdono. C, Era jo maceria graue* P. Padre si. C. Con piena deliberazione ? P. Padre si» C. Aucua V.S, fondameoro di fare fimil gindicio ? P. Padre ,nonaucuo fondamento alcuno, C, Diede certo afíento alla cofa ? P. Padresi, C. L'ha manifeftato ad alcuno? P. Padren0» C. Ha V.S, peccato gravemente in fare, gueño finifiro giadicio , che fú remerario, perche 1'há fareo lenza fondamento . Non de- ue pero dimandare perdono á quella perfona, come goffamente penfano alcuni; perche il di- mandare perdono, folo deue farí;, quando s'ofende il proffimo nellonore; Arqui il gia- dicio temerario non offende il proflimo nell' onore, ma nella fama; Adungue dei giudicio temerario pon deue dimandaríi perdono alla perfona, di cui (i fáz ma quando íi dice al profíimo qualche contumelia , allora, come che s'ofiende nell'onore, gli fi dene dimandar perdono , come diró in apre Ho nel cap. 5. 11M, 34035 CAFITOLO. Della Mormorazione » 6. ppongo , che la mormorazione, 0 accrazione , Ef ininfta fama denigratio. Sidice jninfia , perche, quando giu- Ramente fi toglie la fama d quálche períona; v.g, quando la Giuflizia Vinfama con qualche cattigo pubblico , non e derrazione , ne pec- caco ¿ perche quefto non € ingiuko , ma gia. fio. Sidice fame , perche la mormorazione non s'oppone allonore, ma alla fama ,ciod alla buona opinione , che s'ha del proffimo, come diróo dipoi nel cap. 5. al fine . La mor» morazione e peccaro mortale di fua nacura, quaarungue pola efere veniale per la paruica della materia , e per alcere ragioni, come ri. folueró nelle dimande feguenti . 7. P. Padre m'accuío ; che hó mormora- to d'rna Gionane, dicendo quod pregaans Erát» C. Quefto 6 dicena per la terra? P, Padre jo I'hó vdico , C. L'ha vdito da piú parti? P. Dadue,ó tre, C. El mormorare d'yna cofa, che gid € pub- blica nel popolo , non € peecaco mortale con» rro la ginftizia, quaorunque pola eflerlo con. tro la carita ,fe quando fi mormora , v'é com- piacenza del male del proffimo , Perche, quan. do la cola e pubblica , giá há perío il proflimo V'azione ,¿ che aueua alla conleruazione della fua fama +; Adunque non € contro la giaftizia il mormorare d'vna coía pubblica. E pubbli. co fi dice quejlo , che li sá dalla maggior parce del Popolo , , 8. P, Padre io non so, fe foc pubblico, Ono. C, Lo fapeuano gid le perfone , co!le quali V.S, mormoro? Perche, fe quelle lo [apeua- no, non era peccato morcale il mormorat. ne in lor prefenza . Navarro colla comunt . P. Padre , no” fapeuano , C. Eraoo períone fecrere, prudenti , delle guali V.S, preíumena, che non l'auerebbero detro ad alcuno? Perche il manifeftare voa colpa grave del proffimo ad vna, ó due per- fone fecrere, delle guali ( crede , che la rer- ranno occulra , non é peecaro mortale , come jofegna Caistano 2. 3 quel. 73. art. 2. dub, Lo Reginaldo lib. 24. n. 75. Nauarro, 8 alcrí perche ,dicono , non cede in decrimento no» rabile del profimo , che"! fappino due, O tre períone raciturne, delle quali e certo , che no”l diranno, Ció nou oftance , il concrario e piú comune, £ vero, come con Layman, Villa. lobos, € alcri dice Diana part.3. Trat. $. re- fol. 33. Er € la ragione, che pin fencirá il prof: fimo,che fappiano i fuoi errori, e peccati, vna, O due perfone pradenti, € ferie, che vna,ó due períone di minore sfera . L'alrro , perche non pudo fidará , che tali períone debbano te- nerlo fecrero , quancunque fijno feric , € pat- lino poco; perche, fe V,S. che fi preggicrá d'efícr tale, non ha faputo cacerlo , puo dubi= tare, € credere con fondamento , che ne meno lo tacieranno quefti aleri , ma che'! diranno ad alere perfone fotro titolo , che anche quelle fo- no tacirurne, e quelte ad alcre; e cosi da eno ad vwalcro ( diuulgherá Pinfamia del prol- mo . Pp, 7 di 2 id
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz