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Cap. XIHI: Efortaxione a quelli 5 che rubano ,emou fodisfanmos 189 pero, che we, € Poficía di Dio, che priva anima della fua amifá , e del ius, che ba, co- me figlia di Dio, alla Gloria; £ € vo grand'er- rore per vo poco di guadagoo rerreno perdere la Gloria eterna, e far piú conto de' beni ca- duchi, che delY'eterna B:aticudine , Che cofía fono i beni della rerra , (e non fan- go,Íterco, poluere, £ niente? 1l guadagoo, il danaro , le facoled, alle quali ¡nutilmente s'affezziona il cuore» fono carene , che allac- ciano Panimo fono prigioni, che inceppano Jo fpirito , fono peli graviíimi, che abbatto- no , ed arrerraco l'huomo, lo tengono inquie- Lo collapfia di procacciarle, € anfiofo colla paura di perderle, e brama d'anmencarle : la libertá deli'animo , ch'e la cofa pi prezioía, e che pin vale , che curo l'oro del mondo, l'ha polta in ceppi l'huomo auaro , che fchiano del íno proprio affero', non «jue, ma muore, per. ché foffre vna perperua morte civile pellas ichiavicd , colla quaje ¡l fuo cuore e brutra- mente ligaro all'oro , cheidolatra: Oh guao- to barbaramente ha da rormentare nelllora funelta della morte , jl vederu fpogliare di quanto con canta follecirudios aierá polto al- bemciovita? Dimmi, Huomo , hai foríi da portar teco da quelta vica alero , che vo Ítrace cio d'arorno4 O” fperi, che ¡beni caduchi, che poflicdi, pofíino diffenderti dalla falce della morte? Confdi per anyentura, che, comes ve'cribunali vmanji fuol veoderíi la ginttizia per ii danaro, cogi il eno oro pofía diffenderti pel ginftifimo Tribunale di Dio ? Alza al Cielo i enoi occhi ; follena va poco pid alcoi cuoj penberiz Gjno , Criltiano, pid nobiliitnoi defiderij; confidera , che folo in Gloria fi godono le vere ricchezze ; Gloria Y diitia in domo eius . Pfalim. 114, Lá lh gode Voro pid purgaro, lá Vargearo di liga piú fina , lá, le gioje pin: preziofe ¿ in finelá € Per- raro, ela miniera de refori pin deliderabili, J beni, che-lá sy, f godono, fono durabili, scrmi, permancori, de eccrniz non atfliggono, pon iuquierano, non feruopo dj peto all'ani- ma ma di follieno, di conforto , di confola- z1ove , di gaudio; non porcano feco, all río uc' beni di quelta terra, autre, gelofie, simori, ma vna pace dolcifima , Pazza grande e Vapprezzar tanto il mo- meucanco di quelta cerra, e si poco ltimare y ecerao del Paradifo! E' grand errore shatarú, per accumulare in guetta milera vita roba, ne periíce , € DON CELCAre gi metter affieme quaiche merito per la Gloria; Ma poie da piaugcrfi, che hi eradiíchino ¡ fori della giuRi- zia.rubando , non fodistacendo al rubato , DE pagando cio, che G dene,volédoh perderse le ce- ista ricchezze, pernon render a ciafcheduno , o 1! douuto, O l'rfurpaco » 4 KE di croppo danno voler perdere ramita d'vra Dio, che puó caltigarci con wn fuoco eterno , € puo premiarci coa *na corona $cer» ba, per non Jevará di mano va pó d: rob, Di graziz non dia V.S.i n quefta cecitá: procue ri follecitare il rimedio dell'avima fua , reRti- eutodo, € pagando quetlo, che deve, : Cerchi di refticuire quello, ch' € obbligara, perché non facendolo, porendo , Dio non le perdonerá le fuecolpe; e non vadi diffcrendo da vn giorno all' alcro , perche di poi le fard troppo difficile jl relkicuire; e le ferua di refi- monio l'elempio fegueate , 318. V'era in vu cerco Luogo vo'huoo dipenuco ricco coll'alcrni roba:lo foprággiua. Se PU vlima ¡ofermicá, e per non eliere obbli- gaco áretticnire fuggiua di confedaríi, 1 Me» dico, chelo curava,era huomo adai Critiano, elo contgliana di refticuire l'alcrui; eliafer- mo rifpondeya; E ¡i miei figli, e mia moglie hanno da reltare igoudi? Replico il Medico + $4 ella anderá nel Inferao , lo lenaranno di lá 1 bgli, 9 per apuencura la moglie ¿ Rifpofe lia. fermo ; Queñto non importa , Fece cbiamare jl Medico la moglie, 8 ifigli dell iofermo , $ diílc a loro : Ho ritronaco vn rimedio efficace, per rifaoare il roftroinfermo, ma B04 Ata rento applicarglielo per effere di qualche (pe. fa » Riípofero ruiz Non guardi V.S,á (pela, che, quantunque ci debba coltare il faogue, compreremo la fanitá del noftro Padre ; Por- tino adupque ( dife ¡l Medico ) voa candela acceía con vno firaccio di panno lino ; porta- sono ció , che dide; Ora e acccgario ( log» giuale ) ,che eno di lor” alcri Signori accotti il dico ¿lla Gamma di queba candela, fiche abroggiando la vena del dico, ne caui en po difangue , del quale poi enzoue ¡il cuore-del!' iofermo , rifanerá. Comiaciarovo guardará l'vo Valero, feoza che alcuno s'arcenca le met» tere il dico fulla fama per faluce dell'ammna. Jaro » Allora il Medico (i rivoleo all'infermo, e gli differ Non oderua V.S. per chi vuole dan- narfid Ne fua moglie, ng ifgli vogliono per faluce di V.S. abbrucciarh vn dico , € V.S, per laíciarli commodi, vorrá andare jo Corpo , 8£ jo anima , ad abbruggiare esernamence nell La» feroo ¿ Con quefto apri gli occhi Pinfermo , € polto da parce e moglie, € figli ,acrele d fal pare 'anima Ína . Non dubico , che molcifi mi danoino, per non roler rellicuire l'alerui, e per Jaíciar com. modij loro fizli rradiícono le propric anime portate dal Dianolo ali'inferno per va poco di roba. Penk Y,S, d reltiwire quello , che aon ¿fvo, fe wvolefaluarfi ¿ € aquelto modo vi- nerá confolara , poiche imporra pin pafare gueíta breve vita con vn tozzo di pane: che Hare abbruggiando , e tormentando eterma- mente nel diterno » TRAT-

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