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126 Palere. Limpórenza afsoluca , elsendo perpta tua, 8 antecedente al matrimonio , lo dirime con tutte, O fia impedimento proueniente da maleficio , O fia impedimento naturale . Tutto áil detto confterá piú chiaramente dalle rifolu= zioni, che fieguono . 103. P.Padre ayaccuío , che l'anno paña- to ebbi vna infermita , e di poi non potei in alcun cempo copulam habere cum vxore> mea. C. Due forti d'impotenza vi fono ; P'rna, che antecede al matrimonio, e l'alera , che lo- prauiene 4 quello: Pimpotenza, che dirime il matrimonio, e quella, che l' antecede; ma quella ,che foprauiene, é e fuffeguente , no'l dirime , perché gia lo fuppone perfectionato, e valido . Mi dica V.S. quando itentabat copulam cum vxore fua fequebatur effulio feminis extra vas illius ? P. Padre si. C. Quando I impotenza e fuffeguente al matrimonio , fono leciti á mariracita Gus; ec- cetto Che , le vi folle periculum effuñonis femi- nis extra vas. Layman Tra. 10. p. 4. Cap. 1 to n. 4. Villalobos p. 1. Trat. 14. diffic. 18.0. 17. E la ragione e: perche il vero matrimonio coonefta hos tadtus: Atqui, quando l'impo- cenza e fufleguente al matrimonio , € véro Sa- cramento , € no"! diríme tal'impotenza : Adun- que (aranno lecicitaEtus, olcula, fine periculo, vt dixi , pollutionis , perche quelta mai € Jecira . Circa il negare Pafoluzione d maricaci, a quali fopraviene impotenza , e ció non oftante non s'aftengono e taftibus cum feminis «E. fi. ne, deue portarí il Confefñiore nello modo Ref. Ío , che con quelli, i quali viuono ia occafo. ne proflicsa inuolouraría ; del che parleró do. po nel Trat. 10, fopra la Propofizione 62. e. condannate . 104. P. Padre , dopo che e morta mia Mo» glie , mi fon maritaco con vo'alera, de nun» quam potui babere copulam perfeam cum ca. C. Quanto tempo €, che V.S. s'e Ipofata con queñta Ícconda Moglie? P. Gia lono tre anni, C. Ecin turco quefto tempo intentanit co. pulam + P. Padre, folo fei mefi , chefono faro af. fente, non tentani; cuero il reto del tema posi. A C, Aueua Íperanza di poter' arriuare co] tempo ad habendam diétam copulam ? P. Padre si. C. Quando confta chiaramente; che Pim: potenza € perperua , e non v'e fperanza per- ueniendi ad copulam , quel matrimonio cone eracoo Con quetta imporcaza , € nullo ; € deno. - Frattato VÍ. del VI. Comandamento no imaricati feparará fubito : Quando fi dubita , fe l'impotenza fa perpe- tua , O temporale , e Á Ípera col tempo di po» ter arriuare ad habendam copulam-, concede la Legge Canonica in cap,landabilem de frigidis, UY maleficiatis , tre anni di tempo, accioche in quello intentando copulam, fi veda, Í: l'im- potenza e perpetua , O temporale , Quefti tre aani hanno da effer compiti, co- me dice Bafleo Verb, Matrim. 7. n. 18.€ con Hurtado , Coninch , 8z alcri Diana p. 11. Trat, 5.refol.8. E cosi quei fei mefi, ne'quali V.S, fú afícoce da lua Moglie, puo fapplire adefo, 8 in quelli procurare , € vedere, le á cafo l'im- potenza cea . E quantunque ía quelo tempo d'ifpericeoza de'cre anoi fequacur effafio (emi. nisextra vas, queñto e per accidens, e non fá calo. 105. P. Padre, e fe paffati quefti fei meñ noo poffum habere copulam cum vxore mea, ch: dobbiamo fare? C. Allora s'ha da ricorrere al Giudice , ed ello pud prorogare il tempo a fuo arbicrio, accio li faccia maggior ifperienza ; come con Baíilio, 8 vna decilione della Rota, dices Leandro delS.S. Tom. 2. Trat. 9. difp. 21.q» 47. in fine; 8 anco dice Lodouico da S. Gio- uanai nella Som. de matrim. q. 6. art. 15. diffic, 1.d. 1, Citando peril fuo fentimento altra de. cifione della Rota ; che puó Ordinario conce. dere alero tempo per Pifperienza , non oñante che nel primo tricunio non potuit haberi co. pula incentata. 106. Mi dica V.S. la donna , colla quale ora s'é Ípolata , € vedoua , ó vergine, P, Evergine., C. ll dimando ; perche l'imporenza alles volte é ex parte viri, 8 alle volce ex parte fe- mioz ,quia videlicer et nimis aréta, ica we pre arGitudine penetrari non pofáit. Nelcalo di V.S. € qualche fondamento di credere , che l'imporenza , fe tener ex parte fe. minz 5 poiche , come conta dal contefto della fua confefione ,ia quelto tempo há aunco ac- cello con alere , 8 il non porerlo aucres colla propria , fará fenza dubbio, perche ct nimis aría . Et in caío che l'impotenza venga da parte della donna, il marrimonio e valido ; poiché ella pud con qualche mezzo (ciflionem pati , de os vafis dilatare , ve icd fiaceapca ad copulam, ad idque tenecur, fi fine graui incommodo ía vita, 8 falute fieri poceft , vt tradic Sanchez lib. 7. de matrim, difp. 93.1. 23.Villalobos part. 1. Trat. 14. dific. 18.1. 16. colla comune . Ec ratio ef 3 quia imporentia dirimens matrimo- nium ek Íola impotencia perpetua , ¡lla videlia cer, que nacurali medio auferri non porefl: Sed quaado femina , que aliis pre arGtitudine adcopulam erat inepta , (cifions valís 7 a
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