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196 re encrare in Religione ; pecca grauementes quello , che confuma il matrimonio ,diman- dando,0 pagando il debito ; perche , quan» tungue paffino jderri due me, € lecito á qual» fivoglia de' contracoci entrar in Religione, pon anendo coníbmaco il matrimonio . Imó, quan- tungue pafino mokjmeh , $e anui , come dice colla comune Leandro del Sacramento part. 2. Traf. 9. difp. 5. quefl. 26. Confumando pero il snacrimonio , fía avanci, O Ga dopo i duc mefi, noo pudo piú entrare in Religione: Adunque confumando ¡il marrimonio, quantunque Gijno pafari i due meñ, simpofiibilita di poter com. pir al voto: Aduuque pecca granemente ia confumarlo . Ma coofuipato il macrimonio , quantanque Pabbia fatro peccando, fará di poi lecico perere, E reddere debitum : Sic Fa- lavs parts 5. Trat, de Sponfalibus dific. 3. pundi. 4 5. 8. 1.3. Perché il voto d'entrare in Reli- gione non £ voto formale di cafticd: Adunque, quantpnque quello, che fi e maricato con vo» so dicafitá , non poteft perere etiam confu» mato matrimonio ; poterir perere , de reddere, qui vxorem duxic poft emifiun yotum Reli- gionis.. 63» Dices contra bec. Quello , che s'é mari- tato ,auendo voto di caltitá , quantunque ne! due primi mefi nop pollir confumare marrimo- fino , perendo , neque folnendo debicum; paí- fati peró i due mel poteft confumare matri. movium foluendo, licet non po fltt percodo de. bitum , come infegnano Soto, Cordoua , 8z alcri , che riferiíce, e cita Leandro del S.S. fupra difp. 235. que. 66. Adunque lo fiegdo fi dirá di chi fi marica, aunendo fatco voto d'entrare ia Religione , che non potrá , ntque reddere , ne- que pecere debicum ne' due primime(, ne do. po quelli marrimonium confumare, perendo debicum , fed folum reddendo . Rifpondo in primo luogo, che , quantun- que quefti Autori affermino quel , che sé detto circa il voto dicaftirá, e fia quefo probabile; robabile € pure il contrario , che 2anco pañati deci due me, non pollir reddere debicum, confumando macrimonim quello , che s'e ma- ricato , auendo voto di calticá, il che aferma. no Aleníe ,Scoro , Ricardo, Paludano , Mag- giore, Navarro, Azorio , Sanchez , 8 altri, ehe cita Leandro ibid. Rifpondo fecondaria- mente ; dato che fia vero l'antecedente , nego la copleguenza . La difparitá e , perche quel. lo, che ha fatto voto di cafticá , non € obbli. gato entrar ia Religione , per ofiervar il íuo voto ; Anziche puó períenerare nel matrimo- nio contrarto, e fermandonifi paíaci i due pri- mimefñ,ha gia il Conforce azione , € diritto perendi debirum; e quello , che ha fatco il vo- to, non ha dirirco di poterglielo negares : Adunque deue pagarlo « ma quello, che s'e ma- ritato con voto di: Religione , € obbligato ad Tratrato P"I. del VI. Comandamento + entrar in quella ¿e ficome confumando il ma. crimonio , lía reddendo , vel perendo , s'impof- fibilica ad entrare in Religione , per quefto non potett illud confumare , neque petendo , neque foluendo debicum . PARTE ul De' Proclami, 0 Denunzit 64. p . Waccuío Padre, che, quando mi maritai noo fi feceroi tre proclami, O denunzie Íolire á farí . C. Si fono lafciaci eucri ere, O pure folamen- tealcuno ¿ Perche io opinione probabile non fariapsccaco grave, lalciar vno de' tre pro- clami, bon temendol impedimento , ches ofafíe al matrimonio , come.con Sanchez , di- ce Villalobos Tom. 1. Trato 13. dific, 24» num. 23. P, Padre tueti cre fi fono lafciati.. C. Silafcisrono con diípenía dell'Ordinas rio ? Perche , effendoui cauía giufta , puo 1'Or- dinario diípeníarea cutcí tre, O ad alcuno di quelli ¿come rícerca la canía occorrente ;e ció puó fare qualiiuoglia Veícouo de contraenti, quando fooo di diverfíi Veíconari, come dice Villalobos ibid. n. 6. Le caufe giufte per diípen. farelono, quagdo fi teme, che alcuno mali- zioía, Y ingiuftamente debba impedire , e fra» ftoroarg il macrimonio ;.0 quando hanno da feguire nocabíli incommodi nella fama , vica, facoltá , ó fanicd ¿0 quaudo iconrracati loo Perfonaggi grandi, ó molco difuguali nella, oondizione 0 erá, e alcre cauíe Gmigliaaci, che allegano gli Autori, P. Padre, il Vefcouo non ha difpeníato, che Gi lafciafiero iproclami. C. Come dunque s'e ammogliato » fenza che (1 faceffero P. Padre il Paroco era alquanto ignorante, jo gli perínali, che wera gran psricolo , fe ( difcriua il marrimonio, € Con qutíto egli teo lilaíció , 65. C. Quantuaque ln opinione di Macha= do, 8 alri,che cita Leandro del S.s. par?. 24 Trat. 9. difp. 7. q- 67. 11 Paroco in qualche ca- fo molto appretaco , dz vrgence, polla diípen- fare ne'proclami ; ¡il contrario peró € quello, che deue teneríi, e feguire - Perche il Sacro Concilio di Treuto ,folo agli Ordioarij enon a' Parochi diede facolrá di difpeníarli. E cosi há peccaro V.S. grauemente in auer Contratto il matrimonio fenza le deoyozic . Enon folo ha peccato gravemente nel coutrratrlo , ma an- che nel coníumarlo, e tante volee ha peccaco, quante volte cognouic *xorem fuam , fenza fare i proclami: Perché caore volte expolui le petricule habendi copulam fornicariam , non faceado decci proclami; poiché poreua eficrui qualche
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