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94 C. Tunc defiderabar accubitum? P. Padre si, 8 fi non efi fecutus , ex eo fuit; quia deerzt opporeunitas , C. Adunque nel fuo defiderio commifes Vaduiterio . 34. Hisin taGibus pañus ne eft pollutio- nem ? P. Padre si, 8: il piú delle votre. C. Quante volce faranno flate quelle , nelle quali ' ha patita, e quante le alere fenzas pacirne ? P. Padre, in queÑli tre anni moltifime fo- mo fate le volte , ne io potró ricordarmene . C. Potrá ricordaríi quot taGus habuerie cum ifta períona ? P. Padre , certo che non m'e pofíibile . C. Adunque baíta, che s'accufi d'efíer Ra. to jo queño peflimo fato tre anni, ed'auer avuto hes fmnestaGdus, e pollutiones ; juxtá quod fuperius dixi cap. 1. num. 6. 15. Mi dica ritrouando( folo , recordaba- cur ne , 8 cogirabar obícena , ac turpia, que parrabar cum hac períona . P. Padre si, molte volte. C. Eratíe polluendo? P. Padre, alcune volte si . C. 'Aucua allora defiderio veré peccandi cum jlla ? P. Padre nó. C, Adunque quefte dilettrazioni non con. rraggono malizia d'adulterio in fentéza di Vafo Quez íu part, 2. Tom. 2. difp. 112. cap. 2. Sairo in Clani Regia lib. 9. cap. 7.9. 10. Bonacina de matrim. q. 4. punél, 8. n. 19. Lellio lib. 4. de dufit.cap. 2. dub. 15. 8 altri molti, che fanno diflliozione dal defiderio alla dilerrazione; e dicono, che il defiderio,come fi ordina all'opra, conirae eurra la malizia dell'oggetto, e circo. ftanze; ma la dilertazione , come confifte folo nella (peculazione ,e non dice rifpetco all'efe- cuzione , non contrae la malizia dell'oggetro, e circoftanze infieme, ma delloggerto folo. E cosi colui, che fi dilettó de vxorara , con. fanguinea , vel Virgine, ¡io fentimento di que. fti Antori, non e obbligato fpiegare le circo. fanze di quefte períone , ma folo dire, m'ac. enfo, che hó aunto tot deleRationes morof:s cogitando de mulicribus , fenza Ípiegarne lo flaro . ll contrario praricano comunemente i rimorati ; e fanno bene. 16. Jo V.S. peró per altra circoflanza 2ue. ranno queÑe diletraziovi la malizia dell'adul. terio , qual'S per effere V.S, maritaca ¿la dileca tazione, quabtunque diamo , che non con. cragga la malizia delloggetto , contrae peró quella della perfona ,che 'ha, perché non puó la perfona Ipogliarfi della circoltanza , della guale e veftita. Quancunque vedo, che alcu. ni DD. quali, raciuto il nome, cita, enon iiegue Balleo Verb. Delet, m. 5.5. An auscm, Trattato VI. del VI. Comandamento : dicano , che il maricato , qui deleG4tur de emu- liere alíena , non commette adulesiio jo queña dilerrazione , nec iniuriam infert vxori fue, perche dicono , che per ál matrimonio folo s'obbliga ad non dandam caroem propriam alieoe mulieri, ma noo añtenerfi dalle dilecta. zioni : la qual fentenza , quantunque la ripro- ui Diana part. 3. Trate 6. mifcel. refol. 3. dipoi lPammerte per probabile part. 9. T rat. 6, refol. 4- lo fiefío fente Gafpar Hurtado ,che cita, e non riprova Murcia Tom. 1: difq. lid. 2. difp.3a refol.3,uw. 6. Quantungue io non afientirei mai a queña doteriva , per eflere infeparabile la cir- confianza della períona . 17. Midica V.S. quando cognofcebat vxo= rem fuam , recordabarur ne vxoris alienz 2 P. Padre si, molte volie. C. Pro tunc habebar ne deliderium cubandi cum illa , auctantummodo de ea cogitabat ad maiorem capiendam delcGationem ? P. Solo per la dilercazzione vi penísvo . C. Se aliora ausfe delideraro di peccare, larebbe peccato d'adulrerio quella ramembran- za; manon lí fendendo piú , che a mera com» piacenz2,quancunque V.,S. peccafle graucmen= rein tal dileccazione ; non commetcena pero adulterío per canía di quefto oggetro , lecon- do Popinione, che hó finito ora di riíerire , Quefto e ilmodo ,e le dimande , colle quali s'hanno da efaminare le períone, che molto tempo fono viffute in male ftato: e fempre, che non penno dire difintamente il numero de'loro peccati , bata , che s'accufino del vi. zi03 e quelli, che hanno peccaro con varic períone , che s'accufino almeno ia generale , fe non panno fapere il numero filo , delle circos ltanze, che mutano fpecies V.G. fi cum con- fanguineis , vxoracis, virginibus, écc. 18. Mi dica di pia, per vinere in queña amicizia , foleua far fuori di caía la notte, O dormir in camera feparara da lua Moglic ? P.. Padre si , il pid delle nocri dormiuo fuori. C. Queña circofanza aucna vo'altro pec» catod'ingiuftizia-, per non far vita coningale con fua Moglic, e metrer obice, 2d 101 lol- uendum debirum . P. Padre m'accufo , che ad aliam mulierem vxoratam viginti fere vicibus acccíli . C. Suppone V.S. quod ex aliguo fuo acce(u aliguando conceperir, P. Padre in dus occafoni, che ho tratraro con quelta ; jo prima vice, nouem poll mta- fes, ex quo habvui rem cum ez, peperit . C. Quefta perfona coabitauz allora con fuo marito ¿ P. Padre si. C. Ha-aunto per ananti dal fuo proprio ma- rito feli? P, Padre si . C, sic-
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