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CONCLUSIONE 415 cuore intenerito dalla carita, che nasce dall'umilta e dal dolore. Il Lambruschini voleva che l'arte del dire fosse in armonia coi tempi, e si augurava percio di vedere congiungere nell'eloquenza moderna « un poco piu di fi.losofia alla religione e. un poco piu di religione alla filosofia ». E pur confessando di non volere con. que– sto affermare che il Turchi avesse « indovinato, o almeno indovi– nato sempre la maniera che conveniva ai suoi tempi », osser– vava tuttavia che questi aveva sentito la necessita di parlare la lingua della propria generazione e con questo stesso aveva detto agli oratori che sarebbero venuti dopo di lui : « parlate anche voi la lingua della vostra eta; mostrate anche voi la verita da quel lato da cui puo esser meglio veduta ». L'articolo del Lambruschini fu come un grido di guerra, con.:. tro il classicismo dominante 1 1. Ma le sue idee trovarono l'incar– nazione nel cinquantenne Giuseppe Barbieri di Bassano 12 , l'uomo forse meno adatto a rappresentare la propria eta, mentre all'op– posizione venne a porsi il teatino Gioacchino Ventura 1 ª, uomo di indubbio valore. Le due scuole coi loro atteggiamenti polemici, concorsero non– dimeno a rimuovere la predicazione sacra italiana dalle secche del– l'accademismo. E se i trattatisti, dietro i passi dell'Audisio, con– tinuarono a parteggiare in massa per il classicismo, praticamente la maggioranza degli oratori segul invece · i dettami della nuova scuola 14 • Ma difettarono gli uomini veramente geniali e rappre– sentativi, e in mezzo a tanta mediocrita il Ventura poté raccoglie– re allori, ancor oggi non completamente appassiti. La restaura– zione dell'omelia da lui operata in contrapposizione all'opera del Turchi, non si puo tuttavia chiamare un vero rinnovamento della predicazione popolare. II metodo del Ventura ci diede il tratta- 11 Cf. D. RoNZONI, L'eloquenza sacra nel periodo di lotta tra il classicismo ed il romanticismo, in La predicazione contemporanea V, Milano 1907, pp. XXXV– XXXVI; G. LuccA, op. cit., 302; E. VERCE,SI-E. SANTINI, Storia dei g.eneri lett. ital. L'eloquenza, Milano s.a., 70-72; E. SANTINI, op. cit., 255-257. 12 Benedettino nato a Bassano nel 1774 e morto a Padova nel 1852. Cf. G. ROBERTI, Giusepp~ Barbieri, educatore poeta ed oratore, Bassano 1875. Vedi anche E. SANTINI, op. cit., 230-232. - Ecco un commento sulla moda del Turchi continµata da Barbieri, tratto da un giornale cattolico dell'epoca: « Sul finire del secolo XVIII era invalsa la moda di predicare agli spiriti forti, .·e tutti volevano farla da apologisti, anche predicando alla donnicciuola spigolistra, ed al vecchierello dormi– glioso. Per. buona sorte cesso, se non del tutto almeno in gran parte, questo ca– priccio oratorio, quantunque canonizzato dal chiarissimo Mons. Turchi. Figlio di questa mal augurata moda, e i1 sistema introdottosi da alcuni a' giorni nostri di chiamare cioe sui sacri pergami la ragione. 11 seco! nostro - dicon'essi - e secolo illuminato, la segneriana eloquenza non e piu a livello del secolo, e troppo obsoleta, e vi ha bisogno di un cangiamento per adattarla al secolo. Capo di questa scuola emendatriee dell'eloquenza sacra si e fatto i1 sig. professore abate Giuseppe Barbieri :.. Cf. n Cattoli:eo - Giornale religioso-letterario, 11 (Lugano 1838) 2-3. 18 Alunno dei gesuiti e poi teatino, nato a Palermo nel 1792 e morto a Ver– sailles nel 1861. Cf. F. MONTAZIO, G. Ventura, Torino 1868. Vedi anche E. ·SANTINI, op. cit., 234-245. 14 Cf. G. LUCCA, op. cit., 301-302; D. RONZ0NI, Giuseppe Barbieri e le discus– sion-il suUa riforma dell'eloquenza sacra, in La prerticazione conte,mporanea VI, pp. 1-LV; Idem, Gioachino Ventura e la riforma dell'eloquenza sacra, ivi VII, pp. 1-XXXVI.

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