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414 ADEODATO TURCHI non solo era piu semplice e popolare, ma anche pm ispirata e piu opportuna, continuo in sostanza a prediligere il fare solen– ne, fiorettato, tradizionale 9 • Le proporzioni, lo spirito, i soggetti, lo stile degli scritti del– l'oratore parmigiano, per la loro originalita e novita, non erano forse facili a invogliare all'imitazione. E anche le condizioni ge– nerali del popolo italiano nella prima meta del secolo XIX non erano troppo favorevoli alle innovazioni. L'Italia non aveva sof– ferto come la Francia per le guerre religiose e civili da sentire un profondo bisogno di pace restauratrice. Puo sembrare per– tanto assai piu significativo, che nel periodo della restaurazione l'oratoria del Turchi, cresciuta gia e alimentata a contatto con le novita di Francia, incontrasse maggiore favore in quella stessa terra oltramontana, che non nella propria patria. Per lo meno i successi del Mac Carthy, considerato oggi un seguace del Turchi, ce lo lasciamo supporre 10 • In Italia un forte impulso ad allontanarsi dalla convenziona– lita accademica la predicazione lo ricevette invece dall'indirizzo letterario del romanticismo. Il grido di risveglio venne lanciato da Raffaele Lambruschini, recensendo nell' Antologia del 1827 una nuova ristampa delle prediche del Segneri e del Turchi. In questo confronto di due oratori che non avevano nulla in co– mune, si sente ormai palese l'influsso del Chateaubriand e piu espressamente del Manzoni nel porre a fondamento della sacra oratoria non le sottigliezze dottrinali o i vezzi dell'arte, ma il 9 La di:f'iusione delle opere del Turchi in:t'lu, nondimeno a con:t'erire all'ora– toria un piu. spiccato tono omiletico per i frequenti richiami alle condizioni politiche e morali del tempo; influsso assai evidente ne! domenicano Prospero Tonso (1759- 1852), che i1 Santini (L'eloquenza italiana, 220-222) definisce come « predicatore della nuova reazione cattolica ». Si mettano p.e. a confronto le prediche Follia dell'empio, Pseudo spiriti forti, ecc. del Tonso (in Quaresimale, Milano 1851, 273-274. 346-347, ecc.), con Spiriti forti e altre prediche del Turchi (in Op. compl. VII, 19-22. 9-11, ecc.). Lo stesso dicasi per l'arcivescovo di Bari, Michele Basilio Clary e la di lui opera omiletica intitolata La filosofia. cristiana della mente e del cuore in rapporto alla religione, alla politiea e alla morale, esposta in Omelie, Napoli 1835-1841, vol!. 4. Cf. anche GJRAUO-RICHARD, Dizionario universale, 9 (Napoli 1852) 242. Lo stesso vale per altri autori di opere oratorie. Gia il Cantu (Della lett. ital. II, 685 n.4.8) aveva notato la stretta parentela che corre tra il poemetto di Giovanni Torti, ScettiJcismo e religione (2 ed. Milano 1838) e l'omelia del Turchi sopra la Religione necessaria al privato bene dell'uomo (in Op. compl. XIII, 28-48), dalla quale e stato evidentemente ispirato. Ma certamente e piu significativo l'accostamento che il Lambruschini (cf. Antología 27[1827] 69-75) fa tra J'eloquenza moderna instaurata da! Turchi e !'animo mansueto e paterno di certi tratti dei Promessi sposi. 1 ° Facciamo qui particolare menzione di tre prediche del Mac Carthy (Premier sermon sur l'incrédulité: Folie de l'incrédule; Second sermon... : Crime de l'in- 0crédule; Troisii!me sermon... : Malheur de l'~ncrédule, in Sermons du Rev. P. De Mac– carthy, II, Lyon-Paris 1834, 190-327) che, come narrasi ne la Notice historique sull'autore premessa al primo volume dei Sermons (ivi, 52), riscossero grandi applausi ogni volta vennero recitati e fornirono all'Henrion il soggetto di un volume in 32° pubblicato ne! 1833 sotto il titolo di Emilie; ma a dir vero questi tre discorsi sono composti e ordinati sulle tre celebri omelie del Turchi: Sopra gli increduli: Per cio stesso che sono increduli, sono eglino piu ragionevoli? ... Per cio stesso che sano increduli, sano e,qlino piu virtuosi? ... Per cio stesso che sano increduli, sano eglino pw, felici? (cf. Op. compl. XI, 99-160; XII, 5 31), e risentono troppo d'imitazione, se non di plagio, perché possano essere Jodati come un nuovo lavoro. Cf. anche ÜTTAVIANO DA SAVONA, Lezioni I, 431-432.
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