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410 ADEODATO TURCHI 43 o m e 1 i e , 27 p a n e g i r i c i , 17 d i s c o r s i m o r a li , 13 in d u 1ti, 5 ora z ion i fu ne b r i e un numero limitato di altri scritti pastorali di minor conto, e anzi la piu voluminosa che ci abbia lasciato il Settecento, e una delle piu varie e copiose del– l'eloquenza moderna. Ora, considerare e valutare questa attivita letteraria fuori del quadro storico dei suoi tempi, sarebbe stato in certo senso una specie di tradimento, tanto piu inesplicabile, in quanto questi scritti, come abbiamo visto, hanno essi stessi un valore e un'importanza storica ricca di drammaticita, da cui non si poteva in alcun modo prescindere. In vero, la fortuna stessa del Turchi fu ed e tuttora varia quant'altra mai, anche a causa delle questioni state poi sempre accese (piu o meno vivamente) attorno a questa sua eredita lette– raria, che rispecchia chiaramente le aspirazioni religiose e mo– rali dei due tempi della sua vita. E conforme lo schieramento pro o contro il primo o il secondo periodo, vennero cosl forman– dosi anche nella letteratura i giudizi contrastanti che corrono intorno alla figura del cappuccino nell'opinione degli storici. Nel– la maggioranza essi pero strisciano sulla falsariga dell'Ugoni, il quale concedendo non poco credito al Sopransi, miro in definiti– va a esaltare il Turchi del tempo anteriore al 1788 a scapito del Turchi vescovo, solo perché declamava contro la filosofia e le in– novazioni politiche e religiose richieste dal secolo e da lui favori– te avanti di essere vescovo. Simile tendenza e notevole anche in autori del resto assai oggettivi ed equilibrati. Cosl il Pezzana, mentre biasima le omelie, soltanto nella predicazione anteriore al 1788 vede compensate riccamente le improprieta dello stile « da maschia e lucidissima forza di argomentare, da vera ange– lica eloquenza, piena di carita, non ispaventosa, liberissima, spo– gliata al tutto de' volgari pregiudizii, e dell'obliquo zelo de' falsi devoti » ; e crede: « che se tutti i predicatori diffondessero la pa– rola di Dio sl al cospetto de' grandi e sl de' popoli, come si fece dal Turchi nelle piu delle Predfohe a corte, ed in alcune orazioni, sarebbe sbandeggiato dal mondo il fanatismo, e restituito alla re– ligione il candore e l'efficacia de' piu bei tempi della chiesa ». Al contrario: « se ragguagliate tutte le cose, la medesima sfer– za e la stessa semplicita, convenienza del soggetto, e non curanza degli umani riguardi avesse [il Turchi] adoperato nelle sue Ome– lie, anche in rispetto a queste, se non erro, avrebbe riportato la prima palma..., e forse raccolto quel frutto che gli avvenimenti ben mostrarono essere tutto rimasto ne' desiderii... »1. E' pero il caso di dire che, in simHi questioni piu che altrove, ognuno abbonda naturalmente secondo i propri gusti; e non e nostra intenzione contraddire i gusti d'alcuno. Non sara invece inutile tracciare un profilo bibliografico di cio che la critica letteraria piu autoritaria e quotata, dalla fine 1 PEZZANA, Memorie VII, 285-286.
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