BCCCAP00000000000000000001361
408 ADEODATO TURCHI offre pero una clamorosa smentita. Da altri ancora si e ripetuto sulla scorta dei giansenisti (dopo il 1788), che il nostro oratore fu un « genio accomodante e cortigiano » ; ma pur scoprendovi qualche ondeggiamento, nella sua vita e nella sua mentalita non vi si puo sorprendere che un solo rilevante e genuino adatta– mento d'opinioni, e precisamente quello del 1788. Né Adeodat<> Turchi fu oratore cortigiano. Quanto a portamento mor a I e, se la purita della sua vita sacerdotale non puo essere attaccata, egli non appare tuttavia esente da vanita e da ambizione. L'amicizia con il Du Tillot raf– forzo evidentemente questo tratto della sua natura, nel tempo stesso che ne alimento e soddisfece l'ardente curiosita letteraria. In un tempo in cui l'istruzione che s'impartiva nei chiostri era. piuttosto scarsa, il Turchi si sforzo cosl di completare e aggior– nare la propria formazione culturale, per combattere l'incredu– lita, iI fanatismo e la superstizione. In questa lotta non mise fuori idee assolutamente nuove: fu un rappresentante dello spiri-• to che dominava !'epoca. C'e in luí, come nei rappresentanti piu caratteristici dell'aristocrazia intellettuale italiana del secolo XVIII, la persuasione della necessita d'una riforma della vita cristiana; e contro le innovazioni dottrinali (probabilistiche) introdotte ne– gli ultimi secoli nella chiesa, chiede il ritorno alla semplicita seve– ra del vangelo, interpretato come codice di moralita. Come pro– gramma stabilisce di battere la via di mezzo tra il lassismo e iI rigorismo; di fatto pero sembra ritenere che il probabilismo e la casistica rappresentino il lassismo e che pertanto non possono essere tollerati nella chiesa. In questo senso si puo anche parla– re di una sua partecipazione attiva alle lotte dottrinali del tem– po, anche se non in forma {anatica e ad oltranza. Ma pure am– mettendo che il giansenismo abbia influito validamente nel dare una tinta singolare al suo pensiero, occorre riconoscere che c'e in lui un avvicinamento piü sensibile alle idee illuministiche: avvi– vicinamento che caratterizza la sua mentalita forse piu che ogni altro elemento culturale assimilato nella sua formazione. Gia a partire dal 1764 manifesta un certo ottimismo, una certa filan– tropía spruzzata di moralismo deistico e di adattamenti parzia– li a sogni e utopie illuministiche, che rivelano l'uomo del seco– lo dei lumi, glorioso dei progressi e delle conquiste del suo tem– po. Ed in vero lo si vede interessato a questioni politiche e finan– ziarie, lo si sente invocare riforme nella legislazione criminale,. che valgano a prevenire non a punire i delitti; pensa col Beccaria doversi. abolire la pena di morte, e questa voleva abolita tanti anni avanti che nelle assemblee di Francia se ne facessero le prime proposte; esalta le riforme agrarie di Toscana, appoggia le riforme ecclesiastiche di Parma, Modena, Napoli, celebra le riforme scolastiche di Maria Teresa, la restaurazione delle uni– versita di Vienna e Pavía, e lo si ascolta perfino ammirare Fe– derico II di Prussia. Senza dubbio, quel seguire le autorita ci-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz