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LA MORTE: 1803 399 5. LA MORTE: 1803. Lavoro ininterrotto, moto regolare e sobrieta massima sotto la rigorosa vigilanza del suo segretario P. Fortunato Mussati, avevano conservato al Turchi una robustezza invidiabile fino alla soglia degli ottant'anni. Di vere malattie pericolose durante la sua vita si parla solo nell'estate del 1778 e nell'inverno del 1791; piu frequente e invece l'accenno a indisposizioni passeggere do– vute soprattutto a febbri malariche 143 • Con la morte del duca Fer– dinando lo stato di salute del Turchi, agitato e addolorato per la grave perdita, subi invece una forte flessione. Ma reagl con una straordinaria forza di spirito e benché in appresso non scrivesse piu alcuna delle celebri omelie, era tuttavia tornato ad. occuparsi intensamente degli affari religiosi della sua chiesa e sperava forse di poter assistere alla composizione dei torbidi scatenatisi nella primavera del 1803. Con la morte di Lodovico d' Etruria, nel mag– gio dello stesso anno, il suo stato di salute comincio pero a preci– pitare. Impallidito e dimagrato, all'uscire dalla primavera non era piu in grado di dedicarsi come in addietro alla direzione del– la chiesa. Nel giugno l'affanno e la tristezza si mutarono in at– tacchi di convulsioni, di febbre alta e di oppressione di respiro. Nel luglio gli accessi di febbre si accrebbero fino a rnetterne in pericolo la vita 144 • Tuttavia sullo scorcio dello stesso mese ebbe un notevole miglioramento: la febbre sembrava dornata, le forze erano ritornate in parte 145 • Nella prima settimana d'agosto poté recarsi qualche giorno a riposare in Fontevivo nella stessa abba– zia ove era morto don Ferdinando. Sentendosi nuovarnente in vi– gore, sulla meta del mese ritorno in citta col pensiero di tenere un solenne pontificale per la festa dell'Assunzione di Maria, dis– suaso pero dai rnedici1 46 • Nondirneno il 24 agosto volle visitare la chiesa di S. Bartolorneo e ad un amico che l'accornpagnava si disse contento del suo stato di salute 147 • Ma nel giorno seguente fu preso nuovarnente da convulsioni e da febbre, che nei giorni ap- 143 In modo pin energico nell'estate del 1766 ( c:f. Giovanni da Monticelli al Cerati: Parma, 26 agosto 1766. Coll. Lombardf) e del 1768 (Turchi al Cerati: Carpí, 6 sett. 1768. Coll. Lombardi'). Nella regione padana tali febbri erano frequentissime. Cosi ne! 1803: « La stagione estiva si rende molestissima e cagiona febbri. Que– ste sono le sole r:otizie che corrono ne] nostro paese ». Ventura al Mozzi: Parma, 12 agosto 1803. Firenze, Arch. Stato, Cart. C. Ventura, Dip. estero 9 bis. 144 CERATI, Memorie p.XXI; PEZZANA, Memorie VII, 282; ALLODI, Serie crono– logica II, 439-440. 146 « L'Éveque m'envoye remercier par son secrétaire [P. Fortunato] de l'inté– ret que je prend a sa santé et de me prier de le prévenir quelque jours a l'avant si je fais quelque chose dehors des religieuses ses graces ». J ournal II, 7 thermid., nn XI [26 luglio 1803]. 146 CERATI, Memorie p.XXI. 147 CERATI, ivi,
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