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392 ULTIMI ANNI: 1800-1803 tra il vescovo e il governo cisalpino 1 º6, presso il quale il prelato era accusato d'abusare della concessa giurisdizione spirituale sui territori estensi della propria diocesi, a motivo dell'esclusione dal– la cura d'anime•di un sacerdote ben visto dal prefetto del Crosto– lo, sostituito da un altro che aveva invece « demeritata la con– fidenza del governo cisalpino » 101 • Cio che impedi che l'episodio degenerasse in aperta « collisione o mala intelligenza » tra il · go– verno repubblicano sospettoso di congiure e il vescovo geloso del– la regolarita delle nomine dei suoi parroci, fu il concorrere del– la correttezza diplomatica del ministro del culto Bovara con il senso pratico del Turchi1°ª. Si arrivo cosi ad un compromesso 106 Oggetto della vertenza era la parrocchia di S. Donnino Martire in Montec– chio, grosso centro reggiano, ma soggetto spiritualmente a Parma. In detta parroc– ·chia le condizioni cominciarono ad essere turbate sul finire del 1796, allorché il vesco– vo di Parma ricevette !'invito del comitato di governo di Modena e Reggio a mutare il parroco, un certo Lodovico Massa, minore conventuale, gia approvato « ad curam animarum » nel 1794 e che aveva il solo torto d'essere un « Regolare forestiero ». Invitato in pari tempo a nominare parroco un cittadino estense, il Turchi non ebbe particolare difficolta e presento un certo don Mauro Pattacini, abitante in Montee– .chio, ma incardinato nella diocesi di Parma. Tuttavia la provvisione era solo inte– rinale, e il Pattacini non ottenne alcuna patente « ad curam animarum ». L'anno appresso, 1797, il Comitato di Governo gravo la mano sui beni della ricca par– rocchia: in sostituzione delle 6.800 lire milanesi del reddito prebendale (incamerato), il governo fisso per il parroco un assegno annuo di 1.500 lire milanesi (equiva– lenti a 4.500 lire modenesi) con il carico della « manutenzione » dell'antica chiesa. abbaziale e della cura d'anime d'una parrocchia con circa 12 miglia d'estensione e circa 3.200 abitanti dispersi nella campagna! Incamerati i beni, il governo avocava. a sé anche il diritto di nomina del parroco e nominava di fatto, un certo Giovanni Mainardi, servita, il quale ancora nel 1803 si mostrava renitente a presentarsi al vescovo per una nomina regolare. Ma nello stesso anno 1797, la parrocchia di Mon– tecchio veniva sottratta alla giurisdizione ecclesiastica di Parma e sottomessa a quella di Reggio. Le condizioni in cuí venne a versare la parrocchia, contesa tra il Pattacini e il Mainardi, non furono certo le piu favorevoli al fiorire della pieta. Un rincrudimento della situazione si ebbe nei primi mesi del 1801, allorché il com– missariato straordinario di governo del Dipartimento del Crostolo, dichiarato deposto il Pattacini, inviava un manipolo di polizia a installare in sede il Mainardi e a ri– ceverne il « giuramento di fedelta alle leggi della repubblica ». Cf. Greppi Giacomo, commissario di governo, al Mainardi: Reggio, 26 febbr. 1801; e anche lettera del Dicastero Centrale di Polizia del Crostolo ai Mainardi: Reggio, 26 febbr. 1801. Cf.. anche Mons. Cattani, vescovo di Reggio, al Mainardi: Reggio, 3 marzo 1801. MAS,, Culto, 1667. Cosl. stavano le cose quando il Turchi venne reintegrato nei suoi• di– ritti sulle parrocchie reggiane. Egli pertanto approva il Pattaccini e non vuol ri-· conoscere il Mainardi, provocando un ricorso al Bovara. 1 º 7 Fadigati, Prefetto del Dipartimento del Crostolo al ministro del culto Bo– vara; Reggio, 2 febbr. 1803. MAS, Culto, 1667; cf. anche Bovara al Pancaldi, 5 febbr. 1803. MAS, CorriBpondenza, 198. Secondo il Fadigati, il Pattacini godeva la piena fiducia della popolazione perché secondava « le opinioni politiche degli abitanti in generale, che ravvisando di mal occhio tutto cio che era opera del governo repub– blicano », trovavano in lui un soggetto di confidenza anziché nel Mainardi, il quale tlittavia riconosceva la propria promozione dai governo stesso, cf. Fadigati al Bo– vara, Reggio 1 aprile 1803. MAS, Culto, 1667. 108 Cf. Promemoria del Turchi, in data Parma 5 marzo 1803, allegato alla. lettera ano Scarabelli (stessa data) e trasmesso da questi in copia autentific"t" ..1 Bovara. MAS, Corrispondenza,, 198. « Se sussistono i fatti dati per certi in questa. memoria del vescovo, sembra non potersi dubitare, che dai fautori del Mainardi sia. stato sorpreso il Prefetto del Crostolo, e che si sia sperato dai medesimi di poterne imporre anche al Supremo Governo, senza riflettersi che per ventura nostra non sono piu que' tempi ne' quali possano carpirsi alle Autorita Supreme precipitati determinazioni », Scarabelli al Pancaldi: Parma, 8 marzo 1803. MAS, Corrispon– denza, 198. Cf. anche minuta della risposta del Bovara al Fadigati, del 23 marzo 1803. MAS, Culto, 1667.

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