BCCCAP00000000000000000001361

IL REGNO D' ETRURIA 385 Ristretto alle cose essenziali, il documento nelle idee del rappresen– tante della curia romana doveva semplicemente servire come preli– minare ad un vero concordato tra la Santa Sede e la Toscana 63 • Pertanto, dopo l'approvazione di Parma, il conte Salvatico venne spiando l'occasione opportuna per presentare le carte preparate al suo sovrano e per insinuargli di sentire in merito il parere del suo antico precettoreª•. Incaricato dal re a trattare l'affare, l'arcivescovo di Siena Zondadari, ignaro forse dell'accordo Tur– chi-De Gregorio, mandava con segretezza gli incartamenti al 'Turchi, chiedendogli un parere che sarebbe stato « immancabil– mente adottato ». « Ella puo bene immaginarsi con qual trasporto di giubilo lo sollecitai e gliene feci il mio complimento », scri– veva poi il Turchi al De Gregorio 65 • Cosi mentre il concordato napoleonico e gli articoli organici venivano promulgati con legge dell' 8 aprile 1802, l'editto di Lodovico usciva il 17 aprile seguen– te, con l'antidata del 15 aprile 1802. Non e questione di vedere in tale decreto una risposta agli articoli organici, ma il contra– sto e sorprendenteª 6 • Distruggendo l'operato del vecchio regime toscano, il sovrano veniva a permettere la libera comunicazione dei propri sudditi con Roma; quanto alle materie spirituali e alle dispense ecclesiastiche, risottoponeva i regolari alla dipendenza romana; dichiarava inaiienabili i beni ecclesiastici; liberi e in– dipendenti da censura e intromissione statale i vescovi, ai quali ·era pure rimessa la censura dei libri, le dispense matrimoniali e simili 67 • Con questo editto, che nello stile oltre che nel conte– nuto parve piu simile a una bolla, che a un documento di cancel- tento [dell'Editto], ma per via molto diversa, quale si e stata la tolleranza della ri– pristinazione delle usurpazioni del Sacerdozio sull'Impero, nonostante le barriere di quelle salutari leggi giurisdizionarie, che erano gia state pubblicate in di lui nome; aggiungasi, che per una parte la naturale timidita del padre, che non vuol mai essere compromesso, e la nota avversione del figlio a lasciarsi condurre, devono contenere ne– ,cessariamente il padre stesso, perché non si comprotnetta apertamente con spon– tanee insinuazloni e quindi determinarlo all'uso di vie indirette, cioe di consigli .di confidenti. E tale uso e comune opinione che sia tuttora vigente, essendosi pre– tesa di ritrovare molta analogia fra le espressioni della recente legge e quelle di– verse omelie cJncernenti la rivendicazione di pretesi diritti ecclesiastici, giacché ,questo vecchio Mentore [Turchi] ha conservato tutto il di luí ascendente su! suo Telemaco, poiché ne! medesimo e stato soffocato lo sviluppo del fermo di lui ca– rattere superiore a pregiudizi, da quell'incommodo abituale [epilessia] che lo mi– naccia sovente della perdita della ragione. Ho conferito piu volte co' miei confi– -Oenti, che devano conoscere pienamente i1 giro di queste cose, e tutti coincidono in quanto vengo per accennarvi... ». Scarabelli al Pancaldi: Parma, 28 maggio 1802, MAS, Corrispondenza, 195. 63 De Gregario alla segreteria: Firenze, 16 marzo 1802, in SAVIO, Clero fran– .cese, 619, n .. 142. 64 De Gregario alla segreteria: Firenze, 27 marzo 1802, in SAVIO, Clero fran– oCese, 619, n. 141; Card. Leonardo Antonelli al De Gregario, 19 marzo 1802, in SAVIO, Devozione, 194, n.1. 65 Parma 21 aprile 1802, in SAVIO, Devozione, 194, n.1. 66 J.E. DRIAULT, Napoléon en Italie, 142-143. Vedi pero, « Concordanza del moto proprio di Lodovico I, re di Etruria, dei 15 aprile 1802, con li stabilimenti er:c,le– siastici dati dal Iº Console della Repubblica Italiana». Arch. Vat. Nunz. Firenze 184, 'fl'. 248-249, copia. 67 In Gazzetta universale del 20 aprile 1802, n.20 e anche in PLACIDO DA PA– VULLO, A. Turchi fu giansenista?, 32-33. :25. - Adeodato Turchi

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz