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382 ULTIMI ANNI: 1800-1803 Cosl, i festeggiamenti che furono tributati ai nuovi sovrani anche nel loro passaggio a Parma 4 4, conciliarono il Bonaparte, timoroso che don Ferdinando per protestare contro i trattati conclusi senza il di lui consenso, rifiutasse di riconoscere il figlio come re d'Etru– ria o non lo ricevesse come conveniva 45 • Entrato in Firenze il 12 agosto 1801, coadiuvato dal mini– stro Cesare Ventura, il giovane sovrano seppe subito destare grandi speranze d'assetto politico e di pacifi.cazione religiosa nel paese messo in subbuglio dal passato regime riformista 46 • Nella Galleria degli Uffizi a Firenze c'e un ritratto di questo discepolo del Turchi: un esile fantasma, elegante nel suo abito verde e pantaloni scarlatti, con un viso esangue e il naso caratteristico dei borbonidi di Parma. I capelli d'un biondo pallido sono intrec– ciati in una catenella racchiusa entro una borsa di seta nera. La testa di lui si piega sotto il peso del Toson d'oro: quella povera testa non doveva resistere a lungo sotto il peso d'una corona cascatale sopra. Colto, disinvolto, sagace, nemico dei partiti re– ligiosi, ma profondamente religioso, Lodovico si guadagno tosto anche la fiducia dei vescovi toscani e dello stesso Scipione de' Ricci, tutti egualmente desiderosi di tranquillita 47 • L'educazione religiosa che il Turchi aveva dato al discepolo, non era stata cer– tamente fanatica, anche se il principe, dotato d'una superba voce baritonale, cultore di musica, amava cantare il Tantum ergo o il Magnificat tra il popolo alla benedizione eucaristica 48 • Alla corte di Madrid, ove arrivavano da Parma le opere del Condillac, del Verri, la musica del Paer, le edizioni classiche bodoniane, insie– me alle omelie dell'antico precettore, Lodovico aveva dato prova di animo nobile, dignitoso, pieno di controllo 49 • Affetto pero gra– vemente d'epilessia, male celato gelosamente per lungo tempo, l'infelice principe, lentamente indebolito, era sempre piu incli- 44 In tale occasione Lodovico si mostro assai grato verso l'antico precettore, a cui aveva gia partecipato con gioia l'elezione regale, da Aranjeuz 15 aprile 1801, in FERRAR! MoRENI, Il 00,ppuccino Turchi, 206-207. Cf. anche CERATI, Memorie, p.XVII; PFJJ;ZANA, Memorie VII, 266. 411 G. DREI, op. cit., 82-41. Cf. anche Moreau in Journal I, 20 thermid., an IX [10 agosto 1801]. I parmigiani non pare tuttavia fossero eccessivamente entusiasti del regno toccato a Lodovico, temendo una futura annessione alla Toscana e in essa « riservati a divenire cittadini di provincia!». D'Adda al Pancaldi: Parma, 28 agosto 1801. MAS, Corrispondenza, 198. 46 G. DREI, op. cit., 46-47. In un ovale blasonico di una bella e rara stampa toscana raffigurante Lodovico d'Etruria, e della quale si puo vedere un esemplare nella raccolta del Museo Napoleonico in Roma (n.28, cm. 48 x 29, esemplare pero mutilo), si ha questa leggenda di sapore francescano: Pax et bonum in diebus suis. 47 Cf. C. CANTÜ, Corrispondenza di diploma.tici, 559; G. DREI, op. cit., 47. Cf. anche Antonio da Seravezza al Turchi: Firenze, 25 agosto 1801. MBE, Mss. CamporiJ, 12. 48 DRIAULT, op. cit., 189. - 11 Cantu (Corrispondenza di diploma.tici, 556) lo dice « debole di salute e di mente ed inclinato ad eccessive idee religiose ». 11 Covoni (cf. Il regno tfEtruria, Firenze 1894, 14-15) scrive che ebbe « una educazione assai meschina, quantunque non gli fossero mancati maestri esteri e indigeni fra i piu rinomati ». Cf. anche Memorie del Card. Ercole Consalvi, a cura di M. Nasalli Rocca di Corneliano, Roma 1950, 178. 49 G. DREI, op. cit., 8-17.

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