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376 ULTIMI ANNI: 1800-1803 militari avevano giovato alla sua causa personale e finito con al– lontanare ogni pericolo, apportando tuttavia alla sua attivita pa-' storale cautele maggiori di quelle usate negli anni 1796-1799 8 • Cosi nel settembre del 1800 diffondendo tra il suo popolo una circolare, anche a nome del sovrano raccomandava paternamente la sotto– missione, la calma, la fuga dei sovvertitori e delle violenze, il controllo non solo degli atti, ma anche delle parole. Rispettiamo tutti, amiamo tutti i prossimi, esortava il vescovo, giacché questo e l'obbligo nostro. E dichiarava che non e cristiano « e calpesta. tutti i doveri di cristiano e di cittadino » chi opera altrimenti 9 _ Ancora una volta sotto la concorde azione del duca e del ve– scovo, il ducato di Parma riuscira a salvarsi dai sovvertimenti politici scongiurando l'annessione alla rinata repubblica Cisal– pina. Ma le di:fficolta da superare non furono né poche, né diplo– maticamente insignificanti. Mirando a consolidare il predominio francese in tutta Italia, il Primo Console aveva bisogno del con– trollo del ducato posto a cavaliere tra le due nuove repubbliche,. la Cisalpina e la Ligure 1 º. E trattandosi di uno stato alleato, cerchera d'arrivarvi attraverso una serie di trattati strettamen– te collegati tra loro: San Ildefonso (1 ottobre 1800), Lunevil– le (9 febbraio 1801), Aranjuez (21 marzo 1801) 11 • 8 PEZZANA, Memorie VII, 281; L. MONTAGNA, op. cit., 38-39. 9 Cf. Circolare pubblicata al suo clero e popolo della campagna il 27 settem– bre 1800. Op. compl. IV, 43-47. Nonostante che, particolarmente dopo le vicende politiche e militari del 1796-1799, anche nel ducato borbonico fosse andata difl'on-· dendosi sempre piu la stampa rivoluzionaria (cf. H. BEDARIDA, Les premiers Bour– bons, 174-175), e conseguentemente lo spirito di fronda, nondimeno il moto contro– rivoluzionario parmigiano doveva essere ancora temibile quando il vescovo indiriz-· zava questa circolare, se il Cerretti nello stesso settembre 1800, congedandosi da. Parma, denunziava al governo cisalpino, che: « Parma e divenuta cento volte piu:. superstiziosa e piu nemica del nome repubblicano di que! che fosse venti mesi ad– dietro. Questa citta e il centro di tutte le cabale che si ordiscono contro la Cisal– pina e la Francia, e se mai avra luogo la guerra, gl'insorgenti non mancheranno certamente in questo Paese e particolarmente in Val di Taro e di Trebbia, clan– destinamente e contro le intenzioni dell'Infante stesso, organizzatevi da mani abili e prodighe di danaro. Gli ex-gesuiti e i Benedettini si distinguono con incessante zelo· in quest'apostolato d'iniquita, secondati dai Cappuccini sl potenti presso il basso popolo, e istrutti con mezzi indiretti da questo Vescovo antico loro confratello... ». Cerretti alla Commissione intendente del Governo Cisalpino: Parma, 23 sett. 1800. MAS, Corrispondenza, 191. Ma il fiuto poliziesco del rappresentante cisalpino arri– va\ a a sospettare anche dove non v'era nulla di sospettabile! Cosl nel giugno del 1798 aveva tentato di opporsi ai gesuiti del ducato, che volevano coniare 3.000 me-· daglie d'argento del S. Cuore, adducendo che la cosa avrebbe potuto « dispiacere alle potenze limítrofe » ( cf. Cerretti al Testi: Parma, 22 giugno 1798. MAS, Legaz. ital. a Parma, 219). Tanto piu che le medaglie avrebbero dovuto portare ne! verso « una leggenda misteriosa » ( cf. Al Birago: Parma, 4 sett. 1798, ivi). E quando• ne! febbraio del 1799 gli pare d'aver scoperta una congiura nella quale dovevano perire 500 parmigiani « amici della liberta » ( cf. Cerretti al Pancaldi: Parma, 10 febb,-. 1799. MAS, Trien. repubbl., 190), il Cerretti non ha piu dubbi che dette meda– glie del S. Cuore, recanti nel verso la scritta « Viva Maria! » (il saluto degli insorti napoletani e toscani), dovessero servire come contrassegno per essere preservati dal massacro che si meditava ne! ducato ! ( cf. Cerretti al Birago: Parma, 12 febbr. 1799. MAS, Legaz. ital. a Parma, 219). 10 M. BOCCONI, Le mire francesi su Parma e una lettera del Primo Console, in Aurea Parma 5 (1921) 350-355. 11 L. MONTAGNA, op. cit., 31-32.
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