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372 LE OMELIE DEL « CRISOSTOMO D'ITALIA » « Pur troppo siamo in un secolo, in cui per metter sott'occhio tutte le assurdita e le terribili furie di un popolo che non ha reli– gione, non abbiam gia bisogno di ricorrere al fuoco di una viva immaginazione, o di richiamare la storia dei secoli trapassati. Noi, noi abbiam sentiti e veduti tutti quegli orrori che suol produrre nella societa la perdita della religione e di Dio. Eccovi una nazio– ne, la quale finché visse fedele alla religion de' suoi padri, meri– tossi i riguardi e la social confidenza di tutte le nazioni colte del mondo. Adorava i suoi re, osservava le leggi e la buona fede nel commercio; l'umanita, la piacevolezza ne formavano un popolo amabile e generoso. La religione fu bandita. Ed ecco quegli uomini stessi in tante fiere cangiarsi. Fu rovesciata ogni legge: gli uni si avventarono contro gli altri a mordersi, a spogliarsi, ad ucci– dersi, fino a nuotare nel sangue dei loro concittadini: s'imbrattaron le maní nel sangue innocente dei loro sovrani, esultarono nel mas– sacro delle persone piu religiose e piu illustri, per divenir final– mente un oggetto di abominazione, d'ignominia e di orrore alle na– zioni tutte della terra. Tanto e vero non poter sussistere una societa, in cui non domini la religione ! » 119 • In questa rivalutazione religiosa, ricca di fascino per la tra– dizione, che ora dopo gli sconvolgimenti del secolo, si presen– tava opportunamente come modello di serenita e di felicita, l'ora– tore sa cogliere con dettagli precisi le semplici bellezze della vita umana che esprimono grandi sentimenti1 20 , sa infondere un nuovo spirito: « Si predica il Vangelo alle quattro parti del mondo, ed ec– co sorgere un nuovo ordine di cose; ecco nascere la religione del– l'anima, la religione dell'amore e del cuore, stabilirsi tra l'uomo e Dio un ammirabil commercio, commercio sublime, commercio di santita... 121 • II cristiano conosce Dio, ma come un Dio che riempie l'anima, e fa ad essa internamente sentire e la propria miseria e !'infinita sua misericordia; che la ricolma d'umilta, di gioia, di fidanza e di amore. Questo e conoscer Dio da cristiano, avvici– narsi ed unirsi con lui... 122 • Non basta sapere, non basta credere, non basta professare la religione, bisogna sentirla, per trovare in essa la nostra felicita » 123 • L'opera stupenda e divina della religione cristiana 124 , riap- 11 " Op. compl. XIII, 13. 120 « Un nomo veramente cristiano... sente di star bene con Dio; vede di star bene cogli uomini. Vive nel seno di una famiglia pacifica e timorata. Trova nella moglie un amor tenero e casto, nei figli la docilita e l'ubbidienza, nei servi la fe– delta e lo zelo, mercé la sua scelta e le sue diligenze per averli tutti cristiani. Ed un tal uomo come non dovr8. esser felice? ». Op,. com,.pl. XIII, 40. 121 Op. compl. XIII, 29. 122 Op. compl. XIII, 32. 12a Op. compl. XIII, 47. 124 « Vedrete in essa di primo slancio la bellezza incantatrice della morale cristiana; morale di cui i piu arrabbiati nemici del Vangelo furono in ogni tempo costretti a confessare la perfezione e l'invariabile santita; bellezza severa perché casta, bellezza esatta perché religiosa... ». Op. compl. XII, 72. - Con la stessa com– rnossa ammirazione di un Chateaubriand, il nostro nel 1801 arriva alla divinita

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