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CONTENUTO: LA NUOVA APOLOGETICA 371: mento in materia di religione .non puo venir che da Dio e dalla santa grazia .» 112 , Nel 1800 l'attivita letteraria del vescovo di Parma diviene sorprendente. Oltre l'omelia Sopra la influenza delle V'esti su la morale cristiana, apparsa alle stampe, dello stesso anno possedia– mo altri quattro scritti apologetici usciti postumi. Nei primi due Sopra l'ignoranza della religione, l'oratore si lascia evidentemen– te trascinare dalla foga d'una passione ardente sulla scia dell'ora– toria spumeggiante di Tertulliano 118 • Piu pacate ed efficaci sono le altre due omelie su La chiesa cattolica. Nella prima con prove chiare e ben scelte confuta tutto il repertorio delle obiezioni sol– levate contro la chiesa e- la sua incapacita a stabilire una societa politica felice e forte, la ricchezza, il celibato, l'intolleranza, le sedizioni contro i governi, l'oziosita dei religiosi, la mancanza di spirito patriottico, il distacco dal mondo... 114 • Nella seconda presenta il << piano religioso e politico >> della stessa chiesa catto– lica. Piano infinitamente .superiore a quello di tutte le altre re– ligioni e di tutte le altre chiese cristiane. E non solo la chiesa cattolica non ha nulla che s'opponga aUa vera felicita d'ogni for– ma di governo politico, ma possiede anzi dei mezzi efficacissimi che rafforzano lo stato e l'ordine pubblico, come la predicazione, la confessione, l'azione liturgica ... 115 • Insomma: « Tutti gl'insegnamenti, tutte le pratiche della cattolica Chie– sa sono di· tal natura che concorrono mirabilmente al buon ordi– ne ed alla vera felicita dei governi » 116 • La conclusione e un pressante invito agli stati a una restau– razione religiosa 117 • Ancora nel 1801 in un' nuovo ciclo di due omelie Sopra la necessita della religione per il bene pubblico e privato dell'uo– mo118 l'oratore tornava a ribattere la necessita di tale restaura– zíione: 112 Op. compl. XII, 30. 118 « Poco manca non siam tornati ai tempi di Tertulliano, in cui bastava esser seguace di Gesu Cristo per esser riputato l'autore anche dei mali fisici che afflig– gevan l'impero... Se i popoli non possono accomodarsi a portar un giogo di ferro, se rigettano una liberta di ogni schiavitu infinitamente peggiore, se ricusano una eguag!ianza, per cui non si trovan eguali che nel1a sola miseria, se sonó sempre attaccati ag!i antichi governi..., se sdegnano nuove leggi politiche..., sono g!i ec– clesiastici che metton fuoco; ed essi soli sono gli autori di tutto questo, e vi vuol pur poco che non si aggiunga: 'Gli ecclesiastici al lione: Ecclesi,a,sticos ad leonem!'.• Dio immortale! e perché tant'odio contro di noi, e perché attribuire a noi soli tutto quello che voi chiamate delitto pubblico, e perché farci un delitto dello stesso nome di ecclesiastici ?... Siamo noi forse quelli che ha,nno inondata !'Europa di orrori e di sangue... ? Siamo forse noi che abbiamo sollevati i popo!i contro le legittime autorita? Noi che abbiam tolto ogni freno al libertinaggio ed alla licenza ?.•• ». Op. compl. XII, 49-60. 11 • Op. compl. XII, 77-108. 115 Op. compl. XII, 109-147. 11a Op. compl. ·xn, 129. 117 Op. compl. XII, 146-147. 118 Op. compl. XIII, 6-48.

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