BCCCAP00000000000000000001361
368 LE OMELIE DEL « CRISOSTOMO D'ITALIA » Nel febbraio del 1797 il vescovo e conscio ormai della pro– fonda mutazione avvenuta nel suo gregge: « Alcuni di voi hanno bisogno di esser consolati, alcuni di es– ser minacciati e ripresi; ed io non posso tacere a costo anche di perder tutto... » 104 • Davanti al dilagare delle nuove idee sociali, politiche e mo– rali, le quali piu che dal vento propizio, erano sostenute valida– mente dall'esempio dei francesi in presidio del ducato e dai nu– merosi cisalpini, era necessario trovare il modo non solo per te– nere saldi i credenti, ma anche per tentare di ricuperare i va– cillanti e gli erranti. L'opera di restaurazione religiosa a Parma si apriva percio all'indomani stesso della violazione delle bar– riere politiche. Nel 1798 in un ciclo di due omelie Sopra la vita avvenire, troviamo percio formulato chiaramente il nuovo me– todo di predicazione: « In un'altra stagione bastava richiamare i cristiani a riflet– tere su di una vita avveníre, e !'opera era allora compita. Nel nostro secolo e necessario qualche cosa di píu. Bisogna distínguere due generi di persone, e parlare a tutte con liberta, con chiarez– za e con forza. Molti non credono una vita avvenire: molti la ere– dono e non vi pensano. Convincere i primi, e ridurli a conoscerla e confessarla. Scuotere i secondi, e metter loro sott'occhio le con– seguenze funeste della loro irriflessione... » 105 • Da un pezzo la predicazione non era diretta che ai fedeli per ravvivarne le credenze sopite, per stimolarli alla pratica della virtu, per metterli in guardia dagli errori del secolo, segnalan– do le contraddizioni dei sistemi dei filosofi, la causa della loro mentita incredulita, le terribili conseguenze a cui tali sistemi po– tevano portare l'umana societa. Lo scopo di questa predicazione non era quello di convertire gli increduli. II dogtna vi era infatti presupposto, anche se non esposto nei dettagli. Eloquenza morale che appoggiava percio sull'accettazione del cristianesimo e del– l'ordine soprannaturale, che prometteva o minacciava premi e castighi di una vita futura. Ora invece era necessario scuotere anche gli increduli, i presunti filosofi e politici. Mostrando con la parola e con lo scritto i frutti dell'incredulita, le contraddizioni, gli sconvolgimenti, il sangue delle rivoluzioni, le atrocita delle guerre, la terribile tra– gedia umana di fine secolo, si mettevano questi non piu davanti ad un inferno dommatico, punizione di peccati individuali, ma davanti all'abisso dell'anarchia, che minava alla base ogni urna– na convivenza. E rievocando l'antico ordine e la passata felicita, si potevano ora dimostrare molto piu opportunamente i grandi 104 Op. compl. X, 134-135: Sopra la fermezza della fede. 10• Op. compl. XI, 58.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz