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358 LE OMELIE DEL <( CRISOSTOMO D'ITALIA » sa di questo libro veder la gran macchina inalzata dalle umane passioni improvvisamente cadere, e sostituirsi all'orgoglio dei filo– sofi la cristiana umilta; al dispotismo de' grandi la mansuetudine e la piacevolezza; alla corruzione dei popoli la purezza e la santita del costume. Ad operar si gran cangiamento non vi voleva gia me– no, che un fuoco tutto celeste, che discendesse in quest'oggi ad ac– cendere il petto e la lingua degli Apostoli, per animarli a propor questo libro; e .si dilatasse di mano in mano ad ammollire il cuor delle genti, per eccitarle a leggerlo ed abbracciarlo. Fosse pur egli questo divino volume rimasto mai sempre in possesso dell'uni– verso ! Non avrebbe a pianger la Chiesa tante luttuose sue perdite, non avrebbe a piangere il mondo gli errori che lo sconvolgono; e noi in bella pace saremmo adoratori fedeli del vero Dio in ispirito e verita. Veneriamo i giudizi vostri, o Signore. Voi. permetteste, che s'inalzassero in ogni tempo degli scellerati scrittori a com– battere il libro del Crocefisso: ma ai nostri di la piena di costoro e cresciuta a tal segno che voi solo siete capace di ritenerla. L'Eu– ropa tutta conta in oggi a migliaia i discepoli sciagurati di Porfirio e di Celso; l'Europa tutta e inondata di libri che impugnan di fron– te e la religione e la morale di Gesu Cristo, e !'Europa tutta e in fer– mento, e par vicina a ribellarsi al suo Dio. Ma l'Europa tutta s'ac– conci delle perverse dottrine, i :figli del mio cuore non abbandone– ranno mai la credenza dei loro padri. I pascoli velenosi non sono pascoli della mia greggia » 58 • Sottoscrivendo a un giudizio dell'Audisio, possiamo veramen– te confessare, che in questo squarcio tutto e candore, zelo, sem– plicita e forza apostolica; bello e congiunto a solennita e il pen– siero dominante; a meraviglia rappresenta la gravita dei tempi quel tratto: «Voi solo siete capace di ritenerla ... »; e di una tenerezza e di un patetico che rapisce sono quelle parole: « I f i g 1i d e 1 m i o c u o r e... » 59 • Sarebbe tuttavia esagerata la pretesa di trovare in tutte le pagine del Turchi tale nobile sublimita. Non mancano infatti pagine ordinarie e meno meditate, come non mancano scorret– tezze letterarie, infarcimenti linguistici, francesismi e neologi– smi, come gia lamentammo per le Prediche a corteªº. Ma se non bisogna giudicare la sua oratoria basandoci su pagine in certo senso eccezionali, occorre tuttavia notare che la grande maggioranza delle omelie e degli indulti sono 11 a dimostrare nel Turchi l'uso costante di un oratoria semplice, d'intento po– sitivamente pratico e paterno, sempre piena di serrata efficacia e di intimo fuocoª1. Se una delle accuse mossagli piu di frequente 58 Op. compl. I, 151-152: Sopra la lettura dei libri. 59 G. AUDISIO, op. cit. II, 288-292; G.S. MAURY, op. cit. 89. 60 11 Cantu nell'omelia: La religione e necessaria al p•rivato bene dell'uomo (Op. compl. XIII, 28-48) appunta p.e. queste mende: « Piego il mi o capo sotto il vostro impero e la mi a ragione sottometto... Combatto me stesso ed i re i mi e i desideri... Pieni d'ignoranza e di presunzione, ci troviamo in fin e si deboli, f i n o a dover vergognarci di noL. Alla morte, alla morte, dilettissimi miei, io vi chiamo a conoscer quanta sia l' in f 1u enza della religione pe r render l'uomo felice ». Cf. Della letteratura ital. II, 678-686. 61 Cf. ÜTTAVIANO DA SAVONA, Lezioni II, 255-261. 285-288 e passim.
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