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FONTI, COMPOSIZIONE, STILE 351 e dagli e di t ti, i quali in verita non sono che lettere pastorali, che bandiscono una dispensa disciplinare o ingiungono qualche atto di culto pubblico. In questi opuscoli minori, brevi, paterni, di stile penetrante, pieni d'ingenuita e di grazia, considerati per– cio modelli di «apostolico ragionare» 3 1, il vescovo di Parma si mostra di solito piu apostolico, tenero e convincente, che non nelle stesse omelie. Tuttavia e troppo grande l'affinita che corre tra tutti questi scritti, perché noi possiamo qui tenerli separati come diverse categorie di composizioni pastorali. Per– tanto parlando semplicemente di omelie, intendiamo abbracciare nel tempo stesso tutta l'eloquenza pastorale del nostro vescovo 32 • Occorre tener presente il quadro della quotidiana attivita pastorale del Turchi per comprendere il significato della sua opera letteraria, che ne era in certo senso il prolungamento e l'integrazione. Questi scritti, oltre che per il pulpito, nella gran– de maggioranza vennero pensati e composti per le stampe e de– stinati percio ad un pubblico assai piu vasto di quello che s'assie– pava d'ordinario attorno all'ambone del vescovo. Di qui la loro profonda corrispondenza ai bisogni generali del tempo in Ita– lia e fuori Italia 33 e una piu spiccata originalita nei confronti delle Predi ch e a corte . Ma gli impegni pastorali non han– no permesso all'oratore di stare lungamente a tavolino a dare loro quella costante perfezione formale che da taluni si deside– ra 34. Le fon ti da cui attinge l'oratore sono ora piu limitate; ma l'uso dei padri e della scrittura e ancora piuttosto parco 35 • Con s ti 1e semplice, con ingenuita e grazia sa pero cogliere dagli autori sacri i fiori piu belli e vivi, sia per immaginazione che per dicitura. Cosl nel 1799 con Gregorio Nazianzenoª 6 , in 31 G.S. MAURY, op. cit. 89-92; G. AUDISIO, op. cit. II, 292-294. 32 Nessun autore, del resto, ha mai pensato a tenerli divisi; tutti párlano col termine generico di scritti pastorali. Cf. G. A UDISIO, op,. cit. II, 293. 33 Accusato percio di fare oggetto delle invettive piu i traviamenti lontani, che i vizi reali del proprio gregge. (Cf. PEZZANA, Memorie VII, 275). Ma il Turchi stesso si difese allorché scrisse: « Una medicina, che previene la malattia non e forse infinitamente piu utile e piu preziosa di una medicina che la guarisce? Via dunque, vi si passi anche questo, vanno .dicendo molti altri: Si puo difender la Chiesa senza alzar poi cosi alto la voce; e di certe materie parlar si potrebbe con un po' piu di riserva. Gran che, miei figliuoli ! Tuttod, si stampano nuovi libri a denigrare e calunniare la Sposa di Gesu Cristo: e son tollerati, per non dir di piu... E poi se u::i povero vescovo dice poche parole in difesa della Chiesa medesima, no, tollerar non si <leve. Ma come tanta parzialita? Ed in un secolo filosofico, come puo unirsi tanta filosofia con tanta intolleranza? Eppure io combatto g!i errorí senza toccar le persone, impugno i libri senza nominare gli autori, parlo in certo modo a tutto iI genere umano. Non importa: tollerar non si <leve. Capite voi que– st'enimma ?... ». Op. comp1. II, 58-59: Sop,ra i beni della chiesa rapporto agli eccle– siastici che ne hanno l'uso. 34 Cf. G. AUDISIO, op. cit. II, 288. 35 L'intonazione generale risente tuttavia delle :fonti sacre piu che non ne risentino le Prediche a corte. Frequente e !'uso diretto dei padri, tra i quali il Nazianzeno, S. Agostino e soprattutto S. Giovanni Crisostomo tengono il primo posto. Per il Crisostomo vedi le bellissime utilizzazioni in Op. eomp-l. II, 81-82; III, 30-33; IV, 48-49; 63-66 e molte altre simili o migliori. 36 Ecco un altro nitidissimo squarcio ispirato dallo stesso oratore greco: « L'eruditissimo padre greco S. Gregorio di Nazianzo fu tacciato da alcuni, perché
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