BCCCAP00000000000000000000869

184 VINCENZO CRISCUOLO del posto, certo Francesco Nobile, si fece cappuccino con il nome di Francesco da Montolmo 39 2 , e nel suo testamento, redatto prima della professione, lasciò 300 scudi in dote ad una cappella di famiglia nella chiesa conventuale, con l'obbligo di varie celebrazioni di messe ed uffici liturgici. Il fratello, Giulio No– bile, non volendo versare ai conventuali la detta somma, aveva devoluto ad essi 24 scudi l'anno, e ultimamente aveva depositato l'intero cespite, ritenendo per sé il possesso del capitale e diminuendo il censo annuale per i conventuali, con grave loro perdita; da qui la richiesta a Roma, con la preghiera di costringere il Nobile al versamento disposto dal fratello cappuccino, ottenendo comunque in risposta: "Utatur iure suo" 393 . Una richiesta di tutt'altro genere fu rivolta al papa nel 1609 dalla nobil– donna tifernate Caterina D'Andrea. Un suo cugino si era fatto cappuccino con il nome di Agostino da Città di Castello 394 , e prima della professione, nell'atto della confezione del testamento, aveva dichiarato di lasciare alla cugina Cateri– na, dopo la morte di un suo fratello e una sua sorella, "la metà di certe massarie di casa et 60 scudi". Di tale lascito però non si trovava menzione nel rogito notarile, evidentemente per disattenzione del notaio, anche perché lo stesso cappuccino affermava tuttora che tale era stata la sua volontà chiaramente ma– nifestata a suo tempo nella sede competente. Si chiedeva quindi al papa "che detto frat'Agostino dichiari di nuovo questa sua volontà", che potesse essere corroborata anche dall'intervento del procuratore generale Girolamo da Castel– ferretti395. Una revisione testamentaria fu chiesta al papa nel 1608 anche da Alessan– dro da Oneglia, cappuccino della provincia di Genova 396 . Nella sua supplica af– fermava che "avanti la sua professione nella religione, fece testamento confor– me al sacro consilio, essendo già suo padre morto" 397 , istituendo erede univer- 392 Il suo nome purtroppo non risultato annotato in Giuseppe da Fermo, Necrologio dei frati minori cappt1ccini delle provincia Picena, Ancona 1914. 393 ASV, Cong1: Vesc. Reg., Positiones, 1604 B-C, f.n.n. Cf. anche MHOCXXl, 454-455. 394 Non risulta segnalato il suo nome nei necrologi della provincia dell'Umbria. 395 ASV, Conff, Vesc. Reg., Positiones, 1608 C-M. f.n.n. Il documento è riportato anche in MHOCXXl, 540-541. In tale occasione il procuratore generale Girolamo Geradoni da Ca– stelferretti faceva osservare alle autorità romane: "Qua io non ha da dir altro se non che, se le signorie vostre illustrissime giudicano bene di darmi licenza ch'io scriva secondo che porta la domanda, si compiacciano di darmela ch'io scriverò cosi". 396 Non risulta annotato il suo nome in Francesco Saverio Molfino da San Lorenzo della Costa, I capp11ccinigenovesi, III: Il necrologio: 1530-1972, Genova 4 1973. 397 Questa osservazione, "essendo già suo padre morto", può essere un'ulteriore spia per confermare il fatto che normalmente faceva testamento chi era già orfano di padre.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz