BCCCAP00000000000000000000869

TESTAMENTI E CODICIILI CAPPUCCINI NEL '500 183 e diretto ad Eugenio da Montefalco, cappuccino della provincia dell'Umbria 389 • Nel suo testamento aveva costituito sua madre usufruttuaria di tutti i suoi beni mobili e immobili, ascendenti alla bella somma di ottocento ducati, stabilendo che alla sua morte tutti i beni fosse venduti o alienati e dal suo ricavato fosse costituita la dote per una ragazza che volesse entrare in monastero oppure con– volare a giuste nozze; nel testamento era stato dimenticato del tutto il fratello Antonio, allora in giovanissima età; ora però il fratello, divenuto adulto, aveva preso moglie e aveva avuto tre figli, e la sua condizione economica era vera– mente penosa, non disponendo dei mezzi necessari alla sopravvivenza; il cap– puccino chiedeva quindi al papa di poter mutare le disposizioni testamentarie a favore del fratello, e di tener conto anche di una cugina, certa Ginevra, anch'essa in precarie condizioni e con figlie a carico. Il papa,-venendo incontro alle richieste di Eugenio da Montefalco, stabiliva che fossero affidati al fratello i predetti beni immobili, mentre per le figlie di Ginevra si costituiva una dote di venticinque ducati, demandando agli ordinari diocesani di Spoleto e di Amelia l'applicazione di tali mutate disposizioni testamentarie 3 90, La modifica delle ultime volontà fu chiesta al papa Clemente VIII anche per il testamento di un cappuccino spoletino, al secolo Decio Lupo, non dal te– statore direttamente, bensi dal fratello Dedalo Lupo. Il cappuccino aveva inca– rito il fratello, costituito erede universale, di devolvere dai suoi beni la somma di cinquanta scudi "per haversene a maritare una zitella honesta, quale fusse no– minata dal padre vicario de capuccini de la provincia Romana". Tenuto conto però della riluttanza del provinciale cappuccino romano ad ingerirsi in tali affari, e anche della povertà di una sua figliastra, di nome Faustina, Dedalo Lupo chie– se al papa il 27 gennaio 1601 che fosse affidata proprio a Faustina la predetta dote 391 • Piu che una richiesta di modifica testamentaria, quella inoltrata il 27 otto– bre 1603 al cardinale Pietro Aldobrandini dal frate conventuale Domenico da Montolmo era la preghiera che fosse osservato quanto disposto dal testamento di un cappuccino montolmese a favore dei conventuali locali. Un ricco giovane 389 Eugenio da Montefalco, "Sacerdote di vita si intemerata, penitente e devota che era spesso destinato nei conventi di noviziato", si spense ad Amelia il 31 ottobre 1599: cf. Fran– cesco da Vicenza, Necrologio II, 609; G. Maroscia, Necrologio, 304. 390 La minuta originale del breve pontificio si conserva in Archivio Segreto Vaticano [in seguito: ASV], Scc. Brcv., Rcg. 42, f. 92r-94r. Il testo si trova pubblicato in MHOC XXI, 85-87. 39t ASV, Congr. Vesc. Reg., Positiones, 1601 S-V, f.n.n., riportato anche in MHOC XXI, 387-388.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz